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27 Agosto 2023
10:00

Perché il mio cane scappa quando vede il guinzaglio?

Può accadere che il cane sviluppi l'abitudine di scappare quando vede il guinzaglio. Ciò può essere determinato da diversi fattori, che è bene affrontare con calma, pazienza ed empatia.

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IStock

Un problema che spesso preoccupa i pet mate è quello del rapporto che il cane ha con il guinzaglio. Alcuni, infatti, quando arriva il momento di uscire scappano o hanno altre reazioni negative, si bloccano o addirittura, nei casi più complessi, possono diventare mordaci.

Questi comportamenti possono essere determinati da numerosi fattori, come ad esempio la consapevolezza di dover affrontare un momento non gradevole (se la passeggiata viene vissuta in maniera negativa), oppure la mancanza di fiducia nei confronti di chi il guinzaglio lo tiene in mano. Se ci pensiamo, infatti, uscire legati ad una corda significa lasciarsi guidare da qualcuno nel mondo, senza la possibilità di allontanarsi in caso di necessità. Ecco perché il guinzaglio presuppone che su questa persona si possa fare davvero affidamento.

Vi sono però anche altri motivi che possono condizionare il rapporto del cane con questo strumento di utilizzo quotidiano. Vediamo quindi come aiutarlo nell'accettazione del guinzaglio e come fare per rendere la passeggiata un momento piacevole di condivisione.

Il mio cane odia il guinzaglio?

Prima di tutto è bene riflettere sul fatto che il guinzaglio è a tutti gli effetti uno strumento limitante, in quanto impone di non poter superare una certa distanza dalla persona che lo tiene in mano, indipendentemente da ciò che accade intorno. Soprattutto i cani più insicuri, che si trovano in difficoltà nell'ambiente esterno, oppure quelli che hanno vissuto una scarsa socializzazione ambientale, possono quindi vivere la presenza di questa corda come uno strumento che impedisce loro di allontanarsi in caso di emergenza.

Il caso più diffuso è quello dei cani che vengono trasferiti dagli ambienti rurali (dove magari hanno sempre vissuto liberi), alle città rumorose, piene di persone e incontri. L'intera passeggiata rischia di venire presto abbinata a emozioni e ricordi negativi, peggiorando notevolmente la qualità della vita del cane che, nelle situazioni future, farà del proprio meglio per non lasciarsi costringere dal guinzaglio. In questa analisi non dobbiamo sottovalutare il fatto che i cani hanno un'ottima memoria che gli permette di anticipare ciò che sta per accadere e reagire di conseguenza.

Il guinzaglio potrebbe però preoccupare anche i cani che invece non hanno alcuna paura o preoccupazione legata all'ambiente esterno, ma si sentono invece a disagio durante il momento dell'aggancio per via della prossimità o delle manipolazioni che comporta. Inoltre potrebbero sentirsi costretti fisicamente da questo oggetto e, durante la passeggiata provare fastidio fisico o addirittura dolore. Ciò può accadere nel caso dell'utilizzo improprio dello strumento, come ad esempio con continui strattoni, magari anche abbinati a un collare a strozzo, che è capace di aumentare ulteriormente il fastidio a causa della pressione sulla zona della gola nei momenti in cui il cane tira. Non si può escludere che il cane scappi anche perché, in passato, il guinzaglio è stato usato come strumento per picchiarlo.

Vi è poi il caso del cane che scappa quando il pet mate estrae il guinzaglio dopo un momento di libertà durante la passeggiata. Molto spesso, infatti, si vedono proprietari che, nell'intento di riagganciare i cani, li inseguono correndo, mentre loro si smarcano agili e sfuggono continuamente dalle loro mani. Questo particolare comportamento è probabilmente determinato dal fatto che il cane vive pochi momenti di libertà, oppure ha semplicemente ancora desiderio il di restare all'aperto e forse ha abbinato il momento dell'aggancio al ritorno a casa. Vedendoci correre nell'intento di acciuffarlo, potrebbe però anche essersi divertito in passato, convincendosi che si tratti di un gioco e, per questo motivo, al vedere il guinzaglio, torna nell'assetto ludico con cui si era posto anche in precedenza.

Anche i cani più sereni, infine, in alcune condizioni, alla vista del guinzaglio potrebbero provare ad evitare di uscire e ciò può accadere quando hanno molto caldo o freddo, quando provano del dolore o quando sono stanchi.

Come abituare il cane al guinzaglio

Lo strumento più importante affinché il cane viva bene il guinzaglio è la fiducia nei confronti del proprio umano. Per ottenerla, però, bisogna dimostrargli che non si ha alcuna intenzione di metterlo in difficoltà nell'ambiente esterno. Questo è valido soprattutto per i cani che soffrono di ansia, preoccupazione e paura per ciò che potrebbe accadere durante le passeggiate.

I cani che, invece, sono stati da poco adottati e, presumibilmente, non avevano mai utilizzato il guinzaglio, avranno bisogno di scoprire questo strumento con calma e, nel farlo, si può pensare di usare inizialmente corde molto lunghe che permettano di non viverlo come uno stress e non implichino un'eccessiva prossimità. In questo periodo è importante frequentare ambienti sicuri in cui, se possibile, lasciare il guinzaglio a terra, prestando però attenzione al fatto che alcuni soggetti potrebbero preoccuparsi per il rumore prodotto dalla cinghia trascinata al suolo.

Il guinzaglio può essere inoltre abbinato a una pettorina che, grazie alla maggiore distribuzione della forza di trazione rispetto al collare, riduce l'impatto sulla gola e anche il conseguente dolore.

Un ulteriore aspetto che può aiutare a vivere meglio la passeggiata al guinzaglio è l'abitudine da parte del pet mate di comunicare con il cane attraverso la comunicazione non verbale e anche quella verbale. Così facendo, infatti, la presenza della corda diviene meno cruciale, perché il cane si abituerà a sapere cosa sta per accadere semplicemente guardandoci e ascoltandoci. Il guinzaglio assumerà via via solo un ruolo simile a quello di una cintura di sicurezza, utile per evitare i rischi in determinati contesti, ma non per dirigere in maniera diretta il cane.

Se vive male il guinzaglio, però, è bene trattare questo disagio con la dovuta attenzione. Si tratta infatti in ogni caso di situazioni particolarmente delicate, che necessitano di un intervento su misura da parte di un istruttore cinofilo capace di individuare l'origine del malessere e strutturare un percorso che aiuti le famiglie e i cani a raggiungere l'ambizioso obiettivo della serenità.

Come rendere la passeggiata un momento positivo

Come abbiamo visto, il cane che non ama il guinzaglio, molto probabilmente vive un disagio che ha a che fare con difficoltà ambientali, abbinate forse alla mancanza di fiducia nei confronti del proprio umano, oppure a emozioni negative vissute durante passeggiata (sia per la mancanza di una sufficiente esperienza pregressa, che per via di dolori fisici, stanchezza, caldo o freddo).

Affinché questa situazione cambi, è bene fare del proprio meglio per rendere la passeggiata un momento quanto più positivo possibile. Con il tempo e con le giuste attenzioni, si innescherà un circolo virtuoso per cui i momenti all'aperto verranno abbinati a emozioni sempre più piacevoli. Questo particolare aspetto, favorirà il benessere generale del cane e rinforzerà a sua volta anche la relazione con il pet mate. Serve pazienza, quindi, ma anche gradualità, sensibilità e una buona dose di empatia.

Il miglior modo per rendere la passeggiata un momento positivo è immedesimarsi nel proprio compagno di avventure, comprendere quali sono le sue effettive difficoltà e diventare per lui un riferimento affidabile, a cui lanciare uno sguardo in caso di necessità. Più saremo bravi a riconoscere le sue preoccupazioni e reagiremo per cambiare la situazione, più si lascerà andare, accettando anche di convivere con il guinzaglio e permettendo al rapporto di assumere la forma di un'amicizia.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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