video suggerito
video suggerito
10 Maggio 2024
11:05

Come richiamare il cane quando scappa

Per richiamare il cane quando scappa non bisogna urlare, ma serve lavorare prima di tutto sul richiamo. Armatevi di pazienza, scegliete un posto sicuro e chiedetevi sempre perché il cane non torna quando richiamato.

527 condivisioni
Immagine

Capita, a volte, di vedere persone che si sgolano per richiamare il cane mentre quest'ultimo continua indifferente a "farsi i fatti propri". Non è detto che in casi come questi quel cane non conosca il richiamo, può essere che il momento in cui lo si sta facendo non sia quello giusto o che non lo si sta facendo nel modo corretto. Se ciò accade quando un cane sta scappando per un qualsiasi motivo come, ad esempio, perché indotto dalla paura o perché interessato a seguire un movimento, il non aver lavorato sul richiamo può portare a situazioni di pericolo.

La premessa fondamentale, dunque, è avere prima di tutto imparato noi e insegnato a lui l'importanza del richiamo e essere consapevoli delle motivazioni e della personalità del nostro amico. Perché anche un cane perfettamente a conoscenza del suo nome o del suono a cui è stato abituato a rispondere come "segnale di ritorno" può non ascoltarci in momenti di vera difficoltà.

Il richiamo è un modo per attirare l'attenzione del cane anche quando ci troviamo distanti da lui. È un aspetto fondamentale della relazione tra cane e pet mate perché, se è efficace, permette di vivere con maggiore serenità i momenti in cui viene tolto il guinzaglio.

Quando un cane scappa per riuscire a farlo tornare da noi l'unico elemento a nostra disposizione è avere un forte legame affiliativo con lui ma comunque potrà succedere, in casi estremi di cui faremo esempi, che ciò non basti. Ciò che è importante fare, dunque, è agire in prevenzione perché quando un cane si allontana da noi sotto c'è una motivazione o una emozione talmente forte da non renderlo capace di concentrarsi sul nostro richiamo.

Perché il mio cane non viene quando lo chiamo?

Un cane può non rispondere al richiamo quando è talmente preso da una situazione da non riuscire a assecondare la nostra richiesta. Ciò può accadere per diverse ragioni che vanno da quella meno rischiosa ("sto annusando un odore e non è che non ti sento ma ho altro da fare") a situazioni che potrebbero esporre lui e altri individui al pericolo, come inseguire una bicicletta o avere un diverbio con un altro cane.

Il punto di partenza per rispondere a questa domanda, dunque, è capire il contesto in cui ciò accade, dando però per scontato qualcosa di logico: quel cane conosce il richiamo. Se così non fosse è necessario fare un passo indietro e seguire le indicazioni che daremo nel prossimo "capitoletto" in cui si trovano alcune indicazioni su come insegnare al cane a tornare quando lo chiamiamo.

Premesso dunque ciò, un cane che è abituato a tornare dal suo umano di riferimento ma non lo fa è sicuramente un soggetto che in quel momento sta sperimentando qualcosa di talmente importante, dal suo punto di vista, da non riuscire a defocalizzare l'attenzione. Un esempio, come accennavamo, è nel caso di cani che hanno reazioni di paura. Se l'evento scatenante avviene in maniera improvvisa, infatti, e relativamente a un evocatore che si sa determina in quel soggetto una reazione smisurata, è gioco forza che il nostro amico non riesca a "uscirne" sentendo solo la nostra voce che lo richiama.

Facciamo un esempio pratico: un cane che è terrorizzato dai botti nel momento in cui ne sente uno esplodere a poca distanza tenderà a cercare immediatamente una via di fuga. Se in quel malaugurato caso dovesse sfuggire dal guinzaglio del suo umano di riferimento, richiamarlo non servirà a molto. Ancora un altro esempio è il caso di un cane con una forte motivazione predatoria con cui non si è fatto un percorso per mitigarla e compensarla con altre attitudini. Pensiamo a un soggetto che insegue ogni cosa sia in movimento: una bicicletta o un gatto per lui ha poca importanza, entrambi si muovono e anche velocemente. Ecco, può capitare che nel caso in cui Fido parta alla rincorsa della sua "preda" non vi sia richiamo che tenga per fermarlo e farlo ritornare da noi.

Come insegnare al cane a tornare al richiamo

Prima di tutto armatevi di pazienza e soprattutto dotatevi di uno stato di calma reale che possa essere l'elemento principale che scatena quello che anche scientificamente è stato provato essere un vero e proprio contagio emotivo tra noi e i cani. Scegliete un contesto sicuro, un luogo recintato è l'ideale, per iniziare il percorso insieme al vostro cane. Si tratta infatti di una "ginnastica" della mente e dell'anima che riguarda entrambi: non è solo lui che deve imparare a tornare da voi ma anche voi dovete imparare a chiederlo nei momenti giusti:

  • Se il cane è cucciolo si può iniziare a lavorare sul richiamo in casa, con attività in cui viene pronunciato il nome, abbinandolo a termini come: «Vieni». A risposta positiva complimentatevi con lui e non necessariamente usando il cibo: basta un "bravo" sincero e anche una carezza se è gradita dal soggetto.
  • Con un cane adulto applicate la stessa tecnica facendolo in passeggiata, quando è al guinzaglio. Mentre camminate, senza distoglierlo da ciò che sta facendo ogni momento ma ad esempio mentre vedete che è con la testa dritta e non concentrato particolarmente a raccogliere odori, lo richiamate e a sua reazione positiva gli fate i "vostri complimenti".
  • Una volta che si sono avute diverse reazioni produttive del risultato a cui si tende, ecco che è utile trovare una zona in sicurezza (sua e secondo i dettami della legge) in cui potete sganciarlo dal guinzaglio. L'azione da ripetere, in buona sostanza, è sempre la stessa: valutare il momento giusto ma, soprattutto, e vale per tutto quanto abbiamo detto sino ad ora mai e poi mai richiamarlo con insistenza, ripetendo più volte il suo nome. Fate in modo da avere sempre una reazione di causa ed effetto, l'eccesso non aiuta mai: la vostra voce per lui alla fine risulterebbe come un rumore di fondo a cui non fare caso.

Cosa fare se il cane non torna al richiamo

La vera domanda da farsi è perché quel cane non è tornato, in realtà. Ovvero l'unica vera risposta che si può dare è che bisogna agire preventivamente, prima ancora che ci si trovi nella situazione in cui il cane non torna al richiamo. Qual è la motivazione di quel soggetto che lo spinge a non ascoltarci? Come abbiamo descritto negli esempi precedenti, nulla potrà funzionare se siamo andati a metterci in situazioni in cui è poi difficile uscirne.

In linea di massima però, a parte chiaramente nel caso in cui il nostro cane è purtroppo già fuori dalla linea del nostro orizzonte, quando un cane scappa rincorrerlo è inutile se non anche deleterio. Qualora ancora ci senta, corrergli dietro potrebbe avere l'effetto opposto: spingerlo ad allontanarsi di più, convinto che la nostra agitazione legittimi la sua in una situazione in cui si sente in pericolo, ad esempio. Un cane che si lancia in una corsa forsennata, poi,  sarà per noi irraggiungibile per quanto è più veloce.

Dunque riuscire a identificare il momento in cui sta per farlo è fondamentale.  Non è facile riuscirci ma dipende dalla singola relazione di fiducia che si è instaurata in ogni rapporto e dalla personalità del cane stesso. Immaginando una situazione in cui, ad esempio, sappiamo grazie all'arrivo di un lampo che di lì a poco arriverà il rombo di un tuono di cui il nostro amico ha paura, l'unica cosa da fare è giocare sull'anticipazione. Altro esempio che possiamo ipotizzare è quando il nostro cane maschio intero è libero in area cani e incautamente qualcuno entra con un altro soggetto dalle stesse caratteristiche fisiologiche. Bene, se noi sappiamo che la reazione sarà quella di scappare verso il "contendente" per fare rissa, dobbiamo preoccuparci prima di tenere sotto controllo le entrate e intervenire prima ancora che il nostro amico si fiondi sul nuovo arrivato.

Avatar utente
Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views