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10 Gennaio 2022
9:00

Perché il cane non vuole uscire di casa?

Alcune famiglie si trovano in una situazione difficile vivendo con un compagno canino che, al contrario di quello che accade alla maggior parte dei cani, non vuole assolutamente uscire di casa. Quali potrebbero essere le cause di un tale rifiuto? Come ci si deve comportare in una situazione del genere, soprattutto se è una condizione permanente?

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Alcune famiglie si trovano in una situazione difficile vivendo con un compagno canino che, al contrario di quello che accade alla maggior parte dei cani, non vuole assolutamente uscire di casa. Quali potrebbero essere le cause di un tale rifiuto? Come ci si deve comportare in una situazione del genere, soprattutto se è una condizione permanente?

Solitamente i cani amano uscire di casa con noi, o da soli, soprattutto dopo essere stati rinchiusi per molte ore. Hanno bisogno di fare movimento, di esplorare, di incontrare altri cani e persone, di giocare, eccetera. Purtroppo molti cani, al giorno d’oggi, hanno la possibilità di uscire ben poco rispetto ai loro bisogni e desideri a causa della nostra vita frenetica e anche a causa di limitazioni d’accesso che spesso le norme sociali impongono. Ma non è così per tutti. Alcuni cani infatti non amano per nulla uscire di casa e quando i loro umani provano a convincerli spesso devono arrivare ad imporglielo.

Ovviamente qui c'è un problema, ma un conto è un cane che non apprezza uscire, magari perché è particolarmente pigro, un conto è che il cane si opponga a tutti i costi, in questo caso non si può certo parlare di «pigrizia». Indagare quale sia il problema è molto importante, quindi in primis andrebbe consultato un medico veterinario, per escludere particolari patologie, ma anche il parere di un esperto in comportamento potrebbe risultare indispensabile per comprendere cosa passi nella testa del nostro compagno canino.

Vediamo alcuni dei motivi del rifiuto del cane a uscire di casa.

La paura di uscire

La storia di ogni individuo è unica, quindi risulta complicato fare di tutta un’erba un fascio, ma possiamo provare a fare delle supposizioni che si basano sull’esperienza. Un cane potrebbe provare una forte paura alla solo idea di metter piedi fuori casa, addirittura panico. Ci possono essere svariati motivi per questo, per esempio un soggetto particolarmente sensibile potrebbe aver subito un trauma all’esterno, come un’aggressione (sia da parte di un essere umano che di un cane), oppure aver avuto una pessima esperienza con le automobili, con il chiasso che producono, addirittura essere stato investito.

Alle volte è necessario indagare gli eventi passati del nostro cane per comprendere l’origine di quella paura che lo blocca, e non sempre possiamo conoscerli, magari perché il cane lo abbiamo adottato già da adulto e il suo passato è sconosciuto. Un cane potrebbe non riuscire, per esempio, ad adattarsi all'ambiente cittadino dopo aver trascorso tutta l’infanzia in un contesto totalmente differente, come la campagna, un ambiente molto meno rumoroso, con orizzonti più spaziosi.

Oppure, la causa di tutto questo, potrebbe essere stata una forte deprivazione, come capita a molti cani tenuti in allevamento, chiusi nei loro box, che non vengono mai fatti uscire. Alcune situazioni sono frequenti: le fattrici, femmine di cane di una particolare razza che vengono tenute recluse e ingravidate anche due volte l’anno per produrre cuccioli da vendere; i levrieri dei cinodromi, che nella loro vita non vedono altro che la loro gabbia e la pista dove corrono dietro ad uno zimbello, così che gli appassionati scommettitori possano tentare la fortuna sulla loro pelle; i cani da laboratorio di sperimentazione, come negli altri casi anche qui il cane – che sopravvive agli esperimenti – viene fatto vivere in una situazione di totale deprivazione dal mondo, alcuni di loro, una volta usciti dai laboratori perché non più necessari o adatti alla “ricerca” sono privi del bagaglio minimo di conoscenze ed esperienze, potrebbero persino essere terrorizzati dall’erba sotto i morbidi cuscinetti che nella vita non hanno mai calpestato che il freddo pavimento sterile di un laboratorio.

Ovviamente ce ne possono essere molti altri di casi, ma basti questo per poter comprendere il perché un soggetto potrebbe non voler uscire da casa quando prova paura.

Il cane non sta bene

Altro caso che potrebbe rendere sgradevole l’uscita al nostro cane è lo stato fisico. Il nostro cane potrebbe accusare dolori dei quali non ci siamo accorti. Per esempio problemi alle articolazioni, molto frequenti anche in cani giovani, soprattutto se appartenenti alle razze che vanno ora per la maggiore, come i Bouldogue Francesi, per esempio, nei quali una patologia tipica della vecchiaia, come la displasia, grazie al fantastico lavoro degli allevatori, è finalmente divenuta una patologia dell’infanzia.

Alcuni cani camminano in modo strano e diventa complicato riconoscere quando provano dolore e quando no, anche perché magari è cronico. Quindi, se la passeggiata diventa fonte di dolore perché solitamente troppo lunga per le loro gambe e articolazioni, ecco che anticipano questa situazione cercando di evitarla.

Ovviamente il cane potrebbe anche avere altri tipi di problemi fisici, non cronici, e quindi non voler uscire di casa perché in quel momento, o in quel particolare giorno, ha dei dolori di stomaco, per esempio.

Le condizioni climatiche

Ci sono cani che disdegnano la pioggia. Non sopportano di sentirsi bagnare ne di camminare nelle pozzanghere o sul terreno fangoso, alle volte in questi casi è sufficiente un cappottino perché sono individui privi di un mantello di copertura adeguato (come per esempio cani nudi, o privi di sottopelo). Ma ci sono anche cani che non sopportano le alte temperature e stare fuori casa nelle ore più calde del giorno è qualcosa che li mette in forte difficoltà. Abbiamo parlato del caldo qui su Kodami in diverse situazioni, ma è importante ricordare che la percezione della temperatura nel cane è molto differente dalla nostra ed è un fattore da non sottovalutare mai, sia quando è molto bassa che molto alta.

Depressione

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Ci sono cani che cadono in un profondo stato di depressione, le cause di ciò possono essere molteplici, e questo li porta a chiudersi nel loro mondo interno rifiutando l’interazione con chiunque e qualsiasi cosa. Siamo qui di fronte ad uno stato patologico che richiede certamente l'intervento di un medico veterinario esperto in psicologia animale e del supporto di un bravo istruttore cinofilo perché scovare le cause e porre rimedio a queste condizioni non è cosa da poco. Va da sé che in questi casi il riuscire a portar fuori il proprio cane, anche solo per i bisogni, non è un’impresa facile.

Ansia da distacco

Ci sono cani che vivono un perenne stato d’ansia nel quale devono, per cercare di stare meglio, tener sott’occhio tutti i membri del proprio nucleo famigliare e appena uno si allontana, anche solo per pochi istanti, stanno male. Ecco che in questi casi il fatto di uscire di casa con un membro della famiglia lasciando “soli” gli altri è qualcosa che li mette in uno stato di profondo disagio. In questi casi capita che i cani si limitino a fare i loro bisogni appena usciti e subito dopo vogliano rientrare per lenire la loro ansia. Naturalmente qui il problema è lo stato d’ansia, non certo l’uscire che invece è un effetto secondario. Bisogna indagare su questo aspetto se vogliamo aiutare il nostro cane a raggiungere un maggior benessere e fornire al cane elementi che lo aiutino a superare questa condizione che, come detto, potrebbe anche essere cronica.

Un luogo terribile

Ci sono cani che potrebbero temere di essere portati in luoghi terribili una volta usciti di casa. Questo frangente è strettamente connesso al primo esempio che abbiamo fatto, quello che ha a che fare con la paura di uscire. Qui si vogliono mettere in risalto alcuni casi specifici di questo tipo di paure. Se il cane non viene mai portato fuori, magari perché si pensa – erroneamente – che avendo a disposizione un bel giardino ampio non sia necessario portarlo a spasso e le uniche volte in cui è stato condotto all’esterno della proprietà è stato quando è andato nell’ambulatorio veterinario per il vaccino obbligatorio, una volta l’anno, è facile dedurre quale possa essere la ragione della sua ritrosia. Questo vale anche per la pensione estiva, esperienza che potrebbe non essere gradita affatto al nostro cane. E se lui pensa, ogni volta che vede il guinzaglio nelle mani di qualcuno, che verrà portato in un box di una pensione, circondato da altri cani a disagio, potrebbe non gradire molto.

Un altro esempio è il trauma dell’abbandono. Un cane potrebbe aver vissuto l'esperienza di essere stato portato fuori di casa per poi essere abbandonato lungo una statale. Questa esperienza traumatica si è incistata nella sua memoria, pronta a riemergere in ogni frangente che la possa richiamare.

Come aiutare il nostro cane?

Come appare chiaro non è sempre facile intuire le ragioni di un certo comportamento anomalo, le ragioni potrebbero essere molte e difficili da capire. Non si può misurare il disagio di un altro utilizzando il nostro metro di valori. Potrebbe essere difficile comprendere perché il nostro cane prova paura quando vede un guinzaglio, quando proviamo a farlo salire in auto, quando ci allontaniamo da lui per pochi minuti, eccetera. Ma quello che possiamo fare è migliorare la nostra capacità di vedere e comprendere il suo stato emotivo, questo possiamo farlo. E anche se lì per lì non comprendiamo il perché di una certa emozione, possiamo almeno comprendere quale emozione stia provando ed agire di conseguenza.

Tentare di spiegare ad un cane perché non dovrebbe avere paura di questo o di quello non è affatto cosa facile, spesso non ci riusciamo nemmeno con i nostri simili, soprattutto perché abbiamo a che fare con le emozioni, che non sono così facili da gestire da parte di chi le prova, soprattutto quando si tratta dell’ansia e della paura. Ecco perché, se vi trovati in uno di questi casi, l’improvvisazione nel tentare di rimediare a questi problemi è sconsigliata. Senza rendercene conto potremmo causare ancora più danni al nostro cane a livello psicologico. Meglio perciò rivolgersi a qualcuno di esperto e di fiducia, che possa analizzare la situazione e aiutarci a migliorare, quanto possibile, la qualità di vita di tutti.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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