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8 Giugno 2022
11:54

Liberato M78, l’orso investito 20 giorni fa in Trentino e curato nel recinto del Casteller

Dopo l'investimento avvenuto a Campodenno tra il 14 e il 15 maggio, M78 è stato reimmesso sul territorio. Ha trascorso 20 giorni al Casteller, ma la Provincia Autonoma assicura che i contatti con l'uomo siano stati ridotti al minimo.

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M78 reimmesso in natura

Dopo circa 20 giorni trascorsi all'interno del recinto del Casteller di Trento nel pomeriggio del 6 giugno è stato reimmesso in natura M78, l'orso investito nella notte tra il 14 e il 15 maggio in Bassa Val di Non, lungo la statale 43, nei pressi di Campodenno.

Prima di procedere con la liberazione, i veterinari della Provincia Autonoma di Trento hanno svolto le analisi genetiche necessarie per individuarne l'identità e lo hanno munito di radiocollare: M78 è un giovane maschio di 2 anni e mezzo.

«Ha subito due fratture agli arti anteriori ma il suo attuale stato di salute è soddisfacente. Secondo il veterinario che lo ha seguito, grazie al riposo forzato di questi giorni, le fratture sono ora in fase di guarigione e sta iniziando la calcificazione – spiega a Kodami Sergio Tonolli, responsabile del Servizio Faunistico della Provincia Autonoma di Trento – Durante il periodo trascorso all'interno del centro faunistico del Casteller, M78 non è stato eccessivamente condizionato dalla presenza umana e siamo soddisfatti di come è stata gestita la situazione».

«Reimmetterlo in tempi brevi per tutelarne la selvaticità»

La Provincia Autonoma in seguito alla liberazione ha dichiarato che l'orso ha avuto pochissimi contatti con il personale del corpo forestale che in queste settimane si è occupato della sua alimentazione e della pulizia della sua tana.

Il veterinario del servizio provinciale, inoltre, ha ribadito l'importanza di reimmetterlo in tempi brevi anche per mantenere la «naturale selvaticità del plantigrado, in modo da non abituarlo alla presenza umana».

Durante i giorni trascorsi al Casteller, M78 ha guadagnato ben 17 chilogrammi raggiungendo, al momento del rilascio, un peso di 92 chili, anche grazie alla dieta prevalentemente a base di di frutta e miele che gli è stata fornita.

Le sue condizioni di salute non sono ancora ottimali e il servizio faunistico provinciale considera quindi cruciali le prossime due settimane. Sebbene si sia ripreso in maniera piuttosto rapida dai danni subiti dall'impatto, infatti, potrebbe comunque rischiare di non sopravvivere alla reimmissione in natura. «I primi giorni dopo la liberazione sono particolarmente delicati perché permetteranno di capire se e come si riadatterà – spiega Tonolli – Per il momento, quindi, abbiniamo i dati che stiamo rilevando attraverso il radio collare ad un monitoraggio svolto da vicino e di persona».

Il movimento degli orsi radiocollarati

La zona in cui è stato investito e poi rilasciato M78 si trova poco ad Est della Val di Tovel, dove oltre 20 anni fa sono stati reimmessi i primi orsi provenienti dalla Slovenia nell'ambito del Progetto europeo LifeUrsus.

«Abbiamo preso la decisione di reimmetterlo in natura in una zona nei pressi di dove è stato trovato, ma ad una quota più elevata – conclude Tonolli – La scelta è avvenuta in accordo tra tutte le figure che hanno collaborato in questi giorni. Ora dovremo valutare se aggiungere anche i dati riguardanti la sua posizione nell'attuale mappa dei posizionamenti degli orsi radiocollarati».

Oltre a M78, infatti, in Trentino si muovono altri tre orsi dotati di radiocollare, i quali sono individuabili grazie alla mappa pubblicata sul sito dell'ufficio grandi carnivori della Provincia Autonoma. Grazie a questo servizio, si può sapere che in questi giorni, nell'estremo Sud del Trentino, intorno al lago di Ledro si muove F43, mentre M62 è nei pressi di Cles, tra la Val di Sole e la Val di Non e, infine, JJ4 è invece nella zona di Folgarida.

Questo servizio, oltre ad aiutare la ricerca scientifica nell'ambito dell'etologia della specie, permette agli escursionisti e agli abitanti della zona di conoscere la posizione degli animali quasi in tempo reale. Nei giorni scorsi, inoltre, è stata presentata anche la mappa che riporta le 8 segnalazioni di femmine con i cuccioli avvenute negli ultimi mesi.

Una scelta importante, soprattutto in un periodo delicato quale è la primavera, durante la quale le orse sono impegnate nello svezzamento e nella protezione della prole, ancora troppo giovane per essere autosufficiente.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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