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28 Maggio 2021
12:49

Kledi Kadiu balla per i Galgos abbandonati in Spagna. Così è possibile adottare anche in Italia

Ogni anno migliaia di levrieri spagnoli, o galgos, vengono sfruttati per la caccia alla lepre e poi uccisi e abbandonati a fine carriera. Sono tante le associazioni che si adoperano in prima linea per salvarli e dare loro una nuova vita. A parlarcene è Ilaria Guariento volontaria dell'organizzazione no profit "Insieme per FBM-proteggiamo i levrieri ODV"

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Intervista a Ilaria Guariento
Volontaria dell'organizzazione "Insieme per FBM-proteggiamo i levrieri ODV"
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Sono migliaia i Galgos, dei Levrieri spagnoli, che ogni anno vengono maltrattati per diventare dei "campioni" nelle gare illegali e sfruttati per la caccia alla lepre. Questi cani, infatti, vengono allenati per le competizioni dai "galgueros", i loro padroni e in questo caso il termine è più che adatto, per diverse ore al giorno. La loro carriera però non è molto lunga: già all'età di tre anni non sono più adatti alla caccia e vengono scartati. Le femmine vengono generalmente sfruttate come fattrici, mentre i maschi abbandonati o addirittura uccisi. I numeri infatti parlano chiaro: si stima che ogni anno i Galgos assassinati a fine carriera sono tra i 60 e i 100mila.

Per raccontare questa storia anche Kledi Kadiu è sceso in campo per sostenere la campagna di sensibilizzazione dell'organizzazione di volontariato no profit Insieme per FBM- proteggiamo i levrieri ODV che si occupa di aiutare la Fundación Benjamín Mehnert, un rifugio di Siviglia per levrieri abbandonati, attraverso le adozioni dei Galgos in Italia. Kledi infatti, l'ex primo ballerino di "Amici" si è proposto di danzare con i Galgos che hanno avuto una seconda possibilità grazie all'organizzazione e ha pubblicato le foto anche sul suo profilo Facebook***.

Sono molte le associazioni provenienti da varie parti del mondo che hanno aderito alla "Causa Levriera" e che ogni giorno sono in prima linea per salvare i Galgos e dare loro una nuova vita. Tra queste ad esempio l'associazione Alma Libre Rescue a cui Kodami ha dedicato una puntata di Fairy Tails, la Web Serie in cui raccontiamo storie esemplari di persone che si impegnano in maniera eticamente responsabile per costruire percorsi di vita e di relazione sani tra esseri umani e animali.

A raccontarci cosa accade e come funziona il percorso di adozione dei Galgos della Fundaciòn Benjamìn Mehnert è una volontaria dell'organizzazione "Insieme per FBM-proteggiamo i levrieri ODV", Ilaria Guariento.

Di cosa si occupa l'organizzazione "Insieme per FBM-proteggiamo i levrieri ODV"?

"Insieme per FBM" è nata nel 2015 e ha sede legale in Veneto. È stata fondata da un gruppo di volontari che hanno conosciuto la causa levriera da qui, in Italia, e hanno deciso di sostenere la Fundaciòn Benjamìn Mehnert (FBM). La Fondazione di Siviglia è il rifugio più grande del mondo che si occupa di recuperare cani abbandonati e soprattutto Levrieri spagnoli. Dato l'alto numero di cani ospitati, circa 700 in media, il rifugio di Siviglia collabora con diverse associazioni in vari Stati, sia fuori che dentro l'Europa, che cercano di trovare una famiglia che voglia accogliere i Galgos del rifugio. Noi ad esempio siamo l'unica associazione che fa adottare i levrieri della fondazione in Italia. Ma non solo: facciamo anche divulgazione per far conoscere la drammatica situazione e sensibilizzare le persone su questo tema delicato. Inoltre tutte le donazioni che riceviamo le consegnamo al rifugio di Siviglia per aiutarli nell'acquisto di materiale o per sostenerli nel lavoro. Infine organizziamo anche campi di volontariato per dare una mano direttamente nel rifugio spagnolo.

Giornata di accoglienza per i levrieri arrivati in Italia presso l'organizzazione Insieme per FBM-proteggiamo i levrieri ODV 

Come avviene il recupero dei Galgos in Spagna e come opera la Fundaciòn Benjamìn Mehnert?

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Un levriero spagnolo della Fundaciòn Benjamin Mehnert

I Galgos vengono abbandonati o uccisi quando non sono più "utili" alla caccia, ma ultimamente capita spesso che i galgueros consegnino gli animali direttamente alla Fondazione. La sede è davvero gigantesca: ha una superficie di ben 20 mila metri quadri. Una parte è costituita da un ospedale che dispone di diverse sale operatorie attrezzate e ci sono persone che si occupano del recupero fisico e psichico degli animali. A volte i cani che arrivano sono davvero molto spaventati e il maltrattamento che hanno subìto incide moltissimo sul loro stato mentale. Altre volte invece si aprono e si fidano. C'è tutto un percorso che possono seguire grazie al sostegno di veterinari e operatori. L'ospedale inoltre ha la capacità di tenere 60 animali in cura permanente e al momento ce ne sono ben 51. Per di più dispone anche di un ostello con 20 posti letto per i volontari. Inoltre i cani sono distribuiti nel rifugio in diversi recinti. All'interno di uno stesso recinto convivono massimo cinque Galgos, ma per loro non è un problema: sono abituati a stare insieme e si trovano bene in gruppo.

Come si fa ad adottare un Galgo attraverso la vostra fondazione?

La nostra associazione ha un team adozioni. Quando una persona è interessata a uno dei Galgo del rifugio di Siviglia compila prima di tutto un modulo dove rilascia le proprie informazioni. Viene poi contattato da noi e, dopo un'iniziale telefonata conoscitiva, un volontario della zona si reca a casa del potenziale adottante per il pre-affido. In questa fase l'operatore valuta la famiglia e l'ambiente casalingo per capire come vive, se ci sono altri animali in casa e così via. L'adottante può manifestare infatti una preferenza per il cane che vorrebbe adottare, basandosi sull'estetica, ma sono i nostri esperti volontari a valutare qual è il cane più adatto per quella famiglia. I volontari infatti, che conoscono i cani del rifugio, fanno una vera e propria "profilazione" ossia valutano le caratteristiche sia delle famiglie che dei cani. Per il cane la profilazione viene fatta osservandolo, vedendo come si comporta con le persone sconosciute, conosciute, con gli altri cani e viene fatto anche un test con i gatti per vederne la compatibilità. Il cane arriva poi in Italia solo quando è stata confermata l'adozione.

Come arrivano i levrieri in Italia?

I Galgos arrivano in Italia su un furgone omologato e autorizzato, apposito per il trasporto degli animali. In ogni viaggio, in media 5 o 6 all'anno, vengono trasportati circa 20-25 levrieri che viaggiano con persone fidate. Quando il cane adottato arriva in Italia è già sterilizzato, chippato, vaccinato e possiede un proprio passaporto. Viene effettuata anche una visita veterinaria per un check-up di controllo e per verificarne i documenti. Dopodiché arriva nella nostra sede dove c'è il momento dell'accoglienza, che chiamiamo “entrega”, e può conoscere la sua nuova famiglia. Noi come associazione continuiamo poi a seguire il cane e la famiglia anche nella fase post-adozione. Manteniamo infatti sempre i contatti con tutti per sapere come sta andando la convivenza e come stanno i cani.

Puntata di Fairy tails dedicata a Alma Libre Rescue, un'associazione che si occupa di recuperare i levrieri spagnoli 

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***In questo articolo era stata pubblicata una foto in apertura del ballerino Kledi Kadiu con i Galgo e anche il post originale dal suo profilo Facebook. Siamo stati contattati dal suo ufficio stampa che ha richiesto la rimozione dell'immagine: «Tutti gli scatti sono di proprietà di "Insieme per FBM", associazione alla quale il Signor Kadiu ed il fotografo Matteo Danesin hanno ceduto gratuitamente i diritti. La campagna sociale promossa da Kledi per l’associazione Insieme per FBM non prevede il collegamento con altre associazioni se non che quelle citate nei suoi post social, o sui diversi comunicati stampa usciti a riguardo, (Fundacion Benjamin Mehnerte – Insieme per FBM) nonostante quelle citate nel vostro articolo si occupino, anche loro, dei Galgo.
Come succede in questi casi, ci sono accordi ben precisi da parte di entrambi (Insieme per Fbm e ufficio stampa di Kledi Kadiu), che vietano l’associazione di queste immagini ad altre associazioni così come la divulgazione di contenuti non in linea con le direttive della campagna».

Secondo il management del ballerino su Kodami, dunque, avendo riportato anche il riferimento a un'altra associazione che si occupa di Galgo, abbiamo associato la sua iniziativa ad altre non collegate. Non crediamo che la lettura di questa interessante intervista così approfondita possa indurre in errore e che anzi abbia dato più valore alla lodevole scelta dell'artista di associare il suo nome a una realtà così interessante come c'è stata descritta dalla volontaria della Fondazione. Come scritto anche dal management, però, ricordiamo che una cosa sono gli accordi tra le parti in causa, altro è scrivere liberamente da parte di chi fa informazione. Allo stesso tempo, però, non ci interessa fare pubblicità a un personaggio pubblico quando chi ne cura l'immagine in primis ci chiede di non parlarne e come da richiesta abbiamo provveduto a rimuovere l'immagine e anche il post. 

Diana Letizia, direttrice Kodami

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