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10 Marzo 2022
9:43

Il mio cane fa i dispetti?

Perché il mio cane fa i dispetti? Molti se lo chiedono, ma parlare di dispetti non è corretto, almeno non nel senso che noi umani attribuiamo a questo termine. Vediamo le vere motivazioni dei comportamenti "dispettosi" dei cani.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Vi sarà sicuramente capitato di pensare che il vostro cane vi fa i dispetti: mobili morsicati, bidoni della spazzatura aperti ed esplorati minuziosamente oppure telecomandi nascosti nella cuccia sono solo alcuni dei numerosi esempi di comportamenti che i cani mettono in atto e che noi umani crediamo che lo facciano come una ripicca nei nostri confronti.

Ma è davvero così? I cani possono effettivamente fare i dispetti? La risposta è no, o almeno non per come li intendiamo. Questi comportamenti infatti non sono "marachelle" ma comportamenti che ci dimostrano alcune necessità e, in alcuni casi, anche disagi o malesseri del cane che vive con noi.

Per comprendere l'origine di questo malinteso, analizziamo i comportamenti che vengono spesso considerati dispetti, proviamo a individuarne le origini e le possibili soluzioni.

I cani possono fare i dispetti?

Prima di tutto facciamo chiarezza sulla definizione stessa del termine "dispetto", una parola che nelle relazioni tra umani viene spesso legata all'infanzia, quando i bambini usano proprio le scaramucce come vendette più o meno innocue.

Dal punto di vista umano è quindi facile cadere in un tranello linguistico che, semplificando la complessità dei comportamenti del cane, mette l'accento sul gesto compiuto senza approfondire però le motivazioni che lo hanno causato.

Spesso infatti, giustifichiamo l'accaduto con un semplice: «Lo fa apposta». Come se fosse una ripicca per qualche gesto compiuto o uno sgarbo consapevole nei nostri confronti.

Proviamo però ad immaginare, ad esempio, un cucciolo che ha l'abitudine di morsicare i piedi del tavolo di legno a cui teniamo molto. Al posto di limitarci a chiamarlo "dispetto", proviamo invece a porci la domanda: «Come mai lo fa?».

Le risposte possono essere varie e dipendono dal contesto ambientale in cui si trova, dalla personalità dell'individuo e anche dalle motivazioni che caratterizzano la sua razza.

Innanzitutto è bene ricordare che i cuccioli hanno la naturale necessità di masticare e morsicchiare. L'esplorazione del mondo attraverso l'utilizzo della bocca è infatti una fase importante per la vita dei cani. Se si trattasse proprio di questa eventualità, si potrebbe quindi provare a consegnargli un'alternativa al tavolo, come un osso o altri masticativi facilmente acquistabili nei negozi specializzati.

In questo modo si otterrebbero due risultati: una soluzione alla sua necessità e la sopravvivenza dell'amato tavolo di legno.

Le motivazioni dei comportamenti "dispettosi"

Se si trattasse solo di questo comportamento, effettivamente sembrerebbe facile trovare soluzioni ai  "dispetti" ma purtroppo è un argomento talmente vasto da rendere davvero impossibile la ricerca di una soluzione univoca. Ciò nonostante vi sono però alcuni preziosi consigli che possono favorire l'individuazione di risposte adatte ad ogni singolo caso.

Innanzitutto ricordiamo che i cani tendono a proporre più spesso i comportamenti che in passato hanno già funzionato.

Facciamo quindi l'esempio, abbastanza diffuso, di un cane che ruba sempre i vostri calzini sporchi. Supponiamo che in passato, grazie a questo comportamento, abbia ottenuto i vostri sorrisi o le vostre attenzioni. E perché allora non dovrebbe farlo nuovamente? In fondo ha già funzionato.

Dal suo punto di vista è effettivamente una scelta logica. Ed ecco quindi un altro consiglio utile: immedesimatevi in lui. Provate a guardare il mondo con i suoi occhi e probabilmente alcune risposte verranno spontanee.

Se questo esempio rispecchia anche solo in parte la vostra situazione, il consiglio è quello di non sgridarlo, provate invece ad ignorare il comportamento. Se il motivo per cui lo fa è per ottenere la possibilità di interagire con voi, probabilmente smetterà.

Per fare in modo che il cane non prenda più i vostri calzini, potete anche iniziare un gioco con lui dopo che vi avrà chiesto le attenzioni attraverso una strategia che preferite, come ad esempio appoggiandovi la zampa sulla gamba, oppure sedendosi al vostro fianco e guardandovi. In questo modo sarete proprio voi ad insegnargli come chiedere ciò che desidera nel modo che ritenete più adatto.

E se non basta, come devo comportarmi?

I comportamenti che tendiamo a semplificare come "dispetti" sono davvero moltissimi e potrebbero riguardare ogni aspetto della relazione tra noi e i nostri cani.

Alcuni pet mate lamentano ad esempio che il cucciolo fa i bisogni solo una volta rientrato dalla passeggiata, altri ritengono che le "marachelle" siano i morsetti con cui i cani segnano le caviglie, altri ancora invece vedono scomparire le proprie mutande dalla cesta della biancheria accanto alla lavatrice.

Ognuno di questi gesti ha sempre una motivazione scatenante e, sebbene possa essere innocua e legata semplicemente alla richiesta di attenzioni o a comportamenti che in passato hanno funzionato, potrebbe anche nascondere disagi o disturbi.

Se quindi immedesimandovi in lui, chiedendovi perché lo faccia e ripensando a come avete risposto in passato ai suoi comportamenti, non doveste riuscire a trovare una soluzione, non esitate a contattare un educatore cinofilo (se il cane è cucciolo) o un istruttore. Analizzando la situazione, vi porranno le domande corrette con l'obiettivo di risolvere il mistero, risalire all'origine del problema e trovare un'alternativa o una soluzione adatta sia a voi che ai vostri cani.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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