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14 Dicembre 2022
17:21

Contributi per l’adozione dei cani e la collaborazione tra Sud e Nord Italia: l’iniziativa del Comune di Ferla

La nuova iniziativa del comune di Ferla, nel siracusano, è stata accolta con una certa freddezza dalla cittadinanza. Nell'arco di pochi mesi, però i volontari si sono mossi per far adottare buona parte dei randagi del paese.

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Il Comune di Ferla, in provincia di Siracusa, ha lanciato già da qualche mese una nuova iniziativa, voluta dal Sindaco Michelangelo Giansiracusa, che prevede o l'esenzione dalla Tari o un contributo di 400 euro per tutti coloro che – tramite scontrini e certificati di adozione – danno la prova di prendersi cura dei cani liberi della zona. Una iniziativa nobile che vuole andare a incidere sulla società civile nel rapporto con il randagismo che, come per buona parte della Sicilia, è molto presente nella provincia.

Questa non è però la prima volta che il Sindaco di Ferla prende iniziative in merito: qualche anno fa aveva infatti tentato di sensibilizzare le aziende agricole locali che sembrano essere la sorgente principale del randagismo incontrollato, offrendo loro di pagare con la partecipazione del Comune la sterilizzazione e la microchippatura degli animali.

Ad oggi le risposte da parte della cittadinanza sono state alquanto tiepide (meno di una ventina di animali sono stati adottati) e a subentrare alla popolazione locale nelle adozioni sono stati alcuni cittadini siciliani, emigrati in Piemonte, che hanno aiutato il Sindaco e l'assessore per il randagismo Carmela Lanteri a trovare casa a decine e decine di animali.

Il caso di Ferla e del randagismo siciliano 

«Importante, in questo tipo di iniziative in cui ci sono dei bonus per le famiglie, è aver associato l'adozione degli animali con una forma di controllo per assicurare il benessere dei cani»,  sottolineano il Sindaco e i volontari. Anche grazie al contributo della polizia municipale e dell'associazione animalista "Mano nella zampa", molto attiva a Ferla a partire dal 2013, gli animali che hanno trovato una casa in cui stare sono stati infatti controllati ripetutamente, proprio per sincerarsi che gli animali non ricadessero vittima di maltrattamenti. I cani con difficoltà presi in affido sono stati costantemente monitorati anche attraverso la partecipazione dei veterinari dell"ASP che proprio a Ferla hanno un ambulatorio.

Purtroppo però la popolazione locale, come quella dei Comuni più vicini, sembra essersi dimostrata indifferente alla campagna di sensibilizzazione rivolta nei confronti di centinaia di animali che il più delle volte vengono abbandonati  per le strade.

L'assessore Carmela Lanteri, anch'essa volontaria, spiega a Kodami che «comunque rispetto a altre realtà Ferla è uno dei Comuni meno colpiti dell'entroterra siciliano da questo fenomeno, proprio grazie al contributo dei veterinari e dei volontari che fanno di tutto per curare gli animali feriti e rintracciare i colpevoli che abbandonano i cani a loro stessi».

«Noi volontari non dobbiamo improvvisare – continua Lanteri – Esistono diverse cause che possono portare un cane a finire sulla strada, ma il più delle volte esiste un unico colpevole, che è sempre l'uomo».

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Il sindaco Michelangelo Giansiracusa

Il territorio della Sicilia centrale è fra quelli più colpiti dai fenomeni di abbandono. Da una parte ci sono persone che lasciano i cani durante le vacanze sul ciglio della statale o dell'autostrada. Dall'altra ci sono già citati proprietari delle Aziende agricole cui afferiscono molti cani ma che sono disinteressati al sterilizzarli o almeno dotarli di microchip, tanto che la maggioranza degli animali che l'assessore e il Sindaco hanno censito non era stata nemmeno mai vaccinata. Sono i cani cosiddetti "padronali" che vivono nelle campagne e il più delle volte si allontanano dai luoghi originari, aumentando il numero di cucciolate che finiscono per riempire il territorio.

C'è sempre un problema sociale e culturale all'origine del motivo per cui queste persone non provvedono alla sterilizzazione, che si racchiude in una risposta tipica che gli amministratori locali di Ferla si sono sentiti dire e che è mutuabile in tanti altri luoghi d'Italia, dove ancora non si comprende quanto e come il fenomeno del randagismo sia ancora poco considerato: «Il cane è natura e la natura prevede che siano liberi di accoppiarsi».  I cani inoltre non vengono microchippati perché l'operazione viene considerata costosa e percepita solo come una sorta di "controllo" da parte degli enti preposti nei confronti degli umani di riferimento. In breve, la popolazione non vuole i microchip perché sa che così gli animali sono rintracciabili e di conseguenza chi ne ha la responsabilità.

Poi ci sono i criminali. In Sicilia (e non solo) persiste ancora una usanza, seguita ad oggi solo da poche persone fortunatamente: quando un cane supera un tot di anni o non riesce a mettere in atto quanto gli viene richiesto dall'essere umano, lo si uccide o lo si lascia da qualche parte legato attorno ad un palo.

A Ferla ci sono stati diversi casi di cani abbandonati di una certa età, provenienti anche da altri Comuni. Il sindaco Giansiracusa combatte da anni per indurre almeno i suoi concittadini, soprattutto i cacciatori e gli allevatori, a responsabilizzarsi e a dotare i propri animali domestici di microchip – obbligatori per legge – affinché ogni cane venga riconosciuto e il suo proprietario rintracciato. Nel tempo però le proteste della giunta sono rimaste inascoltate, tanto da indurre il Primo cittadino e l'assessore a richiamare con una ordinanza tutta la popolazione.

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Molte cucciolate appartengono a cani di privati che però si disinteressano alla sopravvivenza degli animali

«Se entro il 31 gennaio del prossimo anno gli animali domestici presenti nelle case e nei giardini dei cittadini ferlesi non verranno dotati di microchip o documentazione, le persone di riferimento rischieranno provvedimenti salati», spiega a Kodami l'assessore, chiarendo che il fenomeno del randagismo va portato a conoscenza con una generale presa di responsabilità di tutta la comunità locale. «Spero che così possiamo convincere anche i più scettici a seguire le regole».

Questo però può valere solo per gli animali che sono ancora dentro le case. Per quanto riguarda però gli animali che sono stati già abbandonati, cosa è possibile fare?

Volontariato e il concetto di comunità

Nell'area, negli ultimi tempi, si sono tra l'altro moltiplicati anche fenomeni di violenza nei confronti degli animali liberi, comunica l'assessore:«Abbiamo tentato subito di arginare il problema, fermando i colpevoli e trovando nuove case per cani che per buona parte si sono rivelati non abituati a vivere all'aperto». 

«Bisogna pensare anche che da Ferla si raggiungono le porte delle necropoli rupestri di Pantalica, una località naturalistica-archeologica della provincia di Siracusa insignita nel 2005 del titolo di Patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO , che è anche una Riserva naturale Orientata». La riserva offre fauna e flora endemica di straordinario valore. Il suo ambiente fluviale di natura torrentizia offre infatti un habitat ideale alla rarissima trota siciliana (Salmo trutta macrostigma), presente in altre pochissime stazioni in Sicilia, ma sono importanti anche le popolazioni endemiche dell'aquila di Bonelli (Aquila fasciata) e di altri uccelli, che potrebbero essere messe a rischio dalla popolazione di fauna domestica inselvatichita affamata. Ridurre dunque il numero di cani liberi sarebbe utile anche per preservare l'ambiente e la salvaguardia di queste specie.

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La riserva di Pantalica, uno scrigno ricco di Biodiversità

L'iniziativa della riduzione delle tasse per quanto lungimirante però ha avuto poco successo. Eppure in poco tempo  sono stati adottati quasi tutti i cani liberi che prima venivano percepiti come un problema dalla comunità di 2293 abitanti del siracusano. Come è stato possibile?

Il Comune ha ricevuto l'aiuto di alcuni siciliani da tempo residenti in Piemonte, tra cui Rosalia Ocello, che hanno istituito una associazione e un rifugio pensato per aiutare gli animali in difficoltà.

Il Sindaco così ha firmato un protocollo di intesa con i volontari piemontesi e nel tempo ha avuto richieste di adozione per 150 cani abbandonati. «Abbiamo stretto un accordo con un rifugio gestito da volontari di Galliate, in provincia di Novara – racconta il Primo cittadino  – I cani sono stati ovviamente microchippati e le famiglie che li accolgono ci inviano foto e video, così sappiamo sempre come stanno. È stata una sorpresa per noi questa grandissima richiesta e la serietà con cui i volontari si sono fatti carico del lavoro extra».

Il rifugio di Galliate si chiama "La contessa", è molto attivo sui social e ha lo scopo di promuovere le adozioni con percorsi di pre affido. Assieme all'Onlus "Angeli con la coda Blu" collabora per trovare famiglie nel nord Italia e per permettere che si crei la situazione migliore tanto per il cane che per le persone che lo adotteranno, secondo un percorso di adozione consapevole.

Non è sempre facile trovare la giusta corrispondenza, come spesso abbiamo spiegato su Kodami, e ci vuole molta attenzione e cura nello spostare cani da un posto all'altro dell'Italia e trovare il contesto e la famiglia giusta per ogni singolo individuo. Rosalia Ocello racconta infatti che «E' capitato già diverse volte che un animale destinato ad una famiglia debba cambiare destinazione, per quanto i volontari di Galliate sono severi nei confronti dei controlli dei futuri pet mate. Se durante le visite a sorpresa troviamo i nostri cani abbandonati in giardino o sofferenti di qualche male, neghiamo subito l'affidamento. E ce lo riprendiamo».

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I volontari non devono mai improvvisare e il legame che esiste tra chi opera a Galliate e chi è a Ferla si basa proprio sulla collaborazione stretta e sul concetto di comunità.

«Gli animali che partono da Ferla raggiungono il Piemonte dopo essere stati vaccinati, chippati e controllati da parte dei veterinari dell'ASP del Comune. Il tragitto è variabile, ma da Ferla i cani raggiungono Lentini, sempre in Sicilia, per puntare verso Messina, la Basilicata e poi il Piemonte»,  continua l'assessore. «Il mezzo preferito per i trasporti degli animali è la staffetta che prevede un furgone attrezzato e specializzato per il benessere dei cani e la collaborazione di una rete di volontari in tutta Italia. Un tempo i cani partivano anche in stiva di un'area, ma a seguito dell'aumento dei prezzi dei biglietti e delle cattive condizioni presenti all'interno delle aree bagagli degli aree, abbiamo optato per una nuova soluzione ».

Al momento dell'imbarco, prima della partenza, un volontario del gruppo di Mano della Zampa scatta delle foto ai cani in partenza. Foto che invia ai suoi colleghi piemontesi per il riconoscimento e la tracciabilità degli animali. Come abbiamo spiegato nella nostra video inchiesta sugli spostamenti di cani dal sud al nord Italia è fondamentale che i cani viaggino accompagnati dai documenti di ciascun animale.

L'associazione di Galliate, inoltre, accetta solo cani cui è stato valutato l'indice di adottabilità e che sanno già di avere modo di dare in affido, poiché non si ha l'intenzione di far finire nessun cane ferlese a vivere una vita in rifugio.

«Per limitare ulteriormente il fenomeno, abbiamo intenzione di cominciare a censire i cani dei proprietari terrieri e degli allevatori, che acuiscono il problema – conclude Lanteri – A Ferla quantomeno si stanno però cominciando a intravedere i primi sintomi di un cambiamento culturale. Il paese ha infatti adottato alcuni cani di quartiere, a cui abbiamo offerto cibo e protezione. Il Sindaco inoltre vuole cominciare a svolgere una nuova campagna di sensibilizzazione presso le Aziende agricole, questa volta aiutato da vigili e veterinari dell'ASP ».

Ferla però non è l'unico caso in Italia in cui le amministrazioni comunali si impegnano nel tutelare la vita dei cani abbandonati o di ridurre le tasse per coloro che compiono scelte di umanità e civiltà. Succede ad esempio a Bisceglie in Puglia e Roccastrada in provincia di Grosseto, dove son previste una riduzione tra il 50 e il 70 per cento della tassa dei rifiuti –  ma nessun altro comune dell'isola e del Sud Italia sembra aver raggiunto il record di Ferla, che ha abbattuto completamente l'intera imposta e ridotto l'indigenza degli animali, trovandogli una casa.

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Questo interesse della politica e dell'amministrazioni per la salute e la sorte degli animali domestici sembra comunque diffondersi all'interno del panorama siciliano, al di là degli schieramenti politici che colorano le varie sedi comunali. Qualche giorno fa, per esempio, a Mazara del Vallo, un intero paese si è stretto nei confronti della morte di Bianchina, la cagnolina adottata dalla cittadina e divenuta una mascotte del comune per i turisti. A Giarre, in provincia di Catania, alle pendici dell'Etna, chi adotta un animale gode di una diminuzione del 30 per cento sulla Tari, come anche a Salemi, dove l'amministrazione ha deciso di offrire bonus fiscali per chi adotta un cane dal rifugio sociosanitario del Comune.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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