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24 Febbraio 2023
10:43

Che cos’è il ROI, il registro genealogico dei cani di razza in Italia

Il ROI è il registro, gestito da ENCI, nel quale vengono registrati i cani dotati di pedigree in Italia. Per accedere bisogna rispettare determinati requisiti, tra i quali la tracciabilità delle 4 generazioni precedenti.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il ROI (Registro delle Origini Italiano) è il registro genealogico dei cani di razza in Italia che segue gli standard adottati dall'FCI (Fédération cynologique internationale) e dall’ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana).

Per iscrivere un cane nel ROI bisogna presentare il pedigree, ovvero il documento che attesta l'identità del soggetto e quella dei suoi antenati oltre che l'allevamento di provenienza. Il cane, inoltre, deve soddisfare i requisiti richiesti dallo standard ufficiale della razza.

La sigla ROI, che viene comunemente utilizzata per nominare il registro, è un aggiornamento del nome (ormai in disuso) "Libro delle origini italiane" (LOI). Il cambio, però, ha riguardato solo la definizione, mentre la struttura del registro è rimasta identica.

Ad oggi esistono ancora pedigree di vecchia data che comprendono la definizione LOI, ma si tratta di un nome che sta via via scomparendo.

Come ottenere il pedigree ROI: requisiti e modalità

Nel ROI vengono iscritti tutti i cani dotati di pedigree, ovvero il certificato genealogico emesso e stampato esclusivamente da ENCI che attesta l'iscrizione del soggetto al registro. Il documento viene spedito dall'ente all’allevatore, oppure alla delegazione ENCI della zona in cui risiede la famiglia adottante.

Inoltre, il pedigree contiene un numero identificativo di iscrizione ai registri, i risultati ottenuti dagli antenati nelle categorie "bellezza" o "lavoro" e i risultati dei controlli sanitari che verificano l'assenza di displasia. Ogni allevatore iscritto ad ENCI, infatti, si dovrebbe impegnare a selezionare solo soggetti privi di malattie manifeste e patologie ereditarie. Purtroppo, però, la semplice iscrizione all'ente, di fatto, non garantisce ancora una completa tutela del cane e ciò è rilevabile anche su grande scala, perché molti soggetti di razza sono ancora portatori di patologie ereditarie più o meno gravi.

Il pedigree contiene anche i dati anagrafici del proprietario e dell’allevatore, oltre che gli eventuali passaggi di proprietà vissuti in precedenza dal cane.

Per poter ottenere il cosiddetto "pedigree ROI", quindi, è indispensabile poter risalire almeno alle 4 generazioni precedenti.

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Gli altri registri: RSR e RSA

In assenza di questi dati, il cane non può essere iscritto al ROI ma, se il soggetto rientra comunque nello standard di una specifica razza, si può fare richiesta di iscrizione all'RSR, ovvero il Registro Supplementare Riconosciuti. Questo registro è aperto solo ad alcune razze e per poter ottenere il pedigree (che in questo caso è verde) bisogna partecipare ad un'apposita esposizione organizzata da ENCI. Solo se il cane verrà giudicato "tipico" in questa occasione, si potrà avere il certificato d'iscrizione all'RSR e il cane figurerà quindi come capostipite.

I suoi futuri cuccioli, però, se nati da un accoppiamento tra un soggetto iscritto al ROI e un soggetto iscritto all'RSR, necessiteranno a loro volta di 4 generazioni per ottenere il pedigree ROI. Il percorso, quindi, è piuttosto lungo e, soprattutto, non è aperto a tutte le razze ma limitato solo ad alcune che, ancora una volta è ENCI a descrivere e definire.

È previsto infine un terzo registro definito RSA (Registro Supplementare Aperto), dedicato all’iscrizione di soggetti appartenenti a popolazioni tipiche italiane la cui razza è in fase di recupero, come ad esempio il Cane delle Alpi Apuane, il Cane del Fonnese, il Cane di Mannara, il Cane di Oropa e il Pastore della Lessinia, anche detto Pastore del Lagorai.

Ognuno di questi tre registri viene gestito da ENCI, che li ritiene strumenti indispensabili per la gestione della selezione delle razze e per la valorizzazione della zootecnia in ambito cinofilo. Ogni attività riguardante ROI, RSR e RSA è svolta, in ogni caso, sotto la vigilanza del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e Agricole.

Se il cane non è iscritto ad alcuno di questi registri, secondo il decreto legislativo n. 529 del 1992, ne è vietata la vendita come "cane di razza".

Qualche consiglio per scegliere un cucciolo: l'adozione in canile o attraverso i rescue

L'adozione di un cane è un momento importante della vita di ogni famiglia e va affrontato con consapevolezza. Se ci si rivolge ad un allevamento, quindi, prima di procedere con l'acquisto è bene prima di tutto informarsi sulle motivazioni e le caratteristiche della tipologia di razza e poi verificare l'effettiva professionalità della struttura a cui ci si affida, in modo da evitare di incorrere in brutte esperienze.

L'allevatore attento al benessere del soggetto e dell'intera razza, infatti, oltre ad effettuare controlli sulla salute dei soggetti, offre loro un'elevata qualità della vita. Questo aspetto si rispecchia poi sulla salute psicofisica non solo del cucciolo, ma anche del futuro cane adulto.

Se prima dell'adozione l'allevatore permette alla famiglia adottante di conoscere il numero di microchip del cucciolo, sarà possibile accedere ad un data base istituito da ENCI sul sito dell'ente e verificare tutte le informazioni contenute nel pedigree.

Prima di prendere la decisione definitiva, è importante ricordare infine che in Italia esistono numerose associazioni rescue che si occupano di trovare una nuova famiglia per i cani di razza vittime di abbandono o di maltrattamento.

Inoltre non dimentichiamo la possibilità di adottare uno dei tanti meticci che riempiono i box dei canili del nostro paese, magari anche optando per un cane adulto. Visitando le strutture, seguiti da educatori e volontari, si può individuare il soggetto davvero adatto alle proprie abitudini di vita: perché non è certo l'appartenenza ad una razza e nemmeno l'aspetto estetico a determinare il valore del nostro futuro compagno di vita.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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