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23 Aprile 2022
15:00

Animali marini: 10 animali acquatici con le loro curiosità

Sono centinaia di migliaia le specie di animali marini attualmente conosciute, non solo pesci, ma anche rettili, mammiferi, crostacei, molluschi, spugne, meduse. Scopriamo le loro caratteristiche.

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Quanti e quali animali abitano le profondità marine? Dalla superficie dell'acqua fino ai più profondi fondali oceanici, le specie di animali marini sono innumerevoli: non solo pesci ma anche rettili, mammiferi, crostacei, molluschi, spugne, meduse insieme a migliaia di altri sconosciuti ai più come gli stranissimi rotiferi o i picnogonidi, i cosidetti "ragni di mare". Per non parlare poi di quelli sconosciuti anche dagli esperti: il mare ci riserva ancora tantissime sorprese.

La Vita è nata negli Oceani primordiali del nostro pianeta ben quattro miliardi di anni fa. Da quel momento grazie al lento ed inesorabile processo evolutivo, la vita si è poi diversificata nelle diverse specie che popolano ed hanno popolato in passato la Terra ed il mare. In quest'ottica noi animali terrestri siamo solo una "propaggine" piuttosto recente della fauna marina, che in alcuni momenti della storia naturale ha "invaso" le terre emerse. I ripensamenti tuttavia sono processi comuni, nel regno animale, e alcuni animali terrestri, come pinnipedi e cetacei, sono tornati successivamente a vivere nelle acque salate. I primi animali pluricellulari risalgono a più di 600 milioni di anni fa, anche se a causa della mancanza di parti dure, sono pochissime le prove fossili che sono arrivate fino a noi.

Attualmente si stima che negli oceani di tutto il mondo abitino dalle 200mila ai 2 milioni di specie viventi, anche se la maggior parte di esse deve ancora essere studiata e classificata. Gli animali marini variano per forme e dimensioni, dalle minuscole forme larvali invertebrate fino alle mastodontiche balenottere azzurre di più di trenta metri di lunghezza, i più grandi animali conosciuti mai esistiti.

Ma facciamo un po' di ordine e vediamo un elenco dei principali gruppi di animali marini, partendo dalle forme di vita più semplici.

Spugne

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Una meravigliosa spugna caraibica

All'apparenza le spugne non sembrerebbero animali, ed infatti potremmo definirli dei "quasi animali" essendo a metà strada tra delle colonie di organismi unicellulari ed un corpo pluricellulare ben organizzato.

I poriferi, o spugne marine, sono un gruppo di animali antichissimo apparso sulla terra più di seicento milioni di anni fa. Sono dei filtri oceanici formidabili: il loro corpo cilindrico o a forma di sacco, munito di numerosi pori e solitamente una grande apertura apicale, permette l'aspirazione dell'acqua di mare tramite il movimento di alcune cellule ciliate interne. Il flusso ricco di nutrienti viene "setacciato" dalle spugne che si cibano di piccole particelle organiche e di sostanze disciolte. Infine l'acqua fuoriesce dall'apertura apicale. La corrente marina è anche utilizzata per la riproduzione: le spugne abbandonano le cellule sessuali all'esterno, dove tramite un incontro casuale con cellule sessuali di un partner avverrà la fecondazione.

Il phylum porifera comprende più di 9mila specie attualmente descritte di spugne, tradizionalmente suddivise in tre classi, divenute quattro dopo recenti studi genetici: spugne vitree (Hexactinellida), le spugne silicee o demospongie (Demospongiae), le spugne calcaree (Calcarea) ed il recente gruppo delle Homoscleromorpha.

Cnidari

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Alcune meduse sono note per produrre bioluminescenza

Direste mai che coralli, anemoni e meduse sono animali strettamente imparentati? Ebbene, queste tre forme di organismi viventi appartengono al phylum degli cnidari, organismi poco più recenti delle spugne marine.

L'organizzazione corporea di questi animali è rimasta piuttosto semplice: un corpo sprovvisto di organi complessi organizzato attorno ad una cavità corporea, il celenteron appunto o cavità gastrovascolare, dotata di un'unica apertura che funge sia da bocca che da ano. Caratteristica comune a molti cnidari è quella di possedere sui lunghi tentacoli particolari cellule dette cnidociti, dotate di "aghi" capaci di iniettare sostanze urticanti, in alcuni casi addirittura mortali, come nelle famigerate cubomeduse australiane.

Vermi marini

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Il mare (così come gli ecosistemi terrestri) è pieno di organismi vermiformi, una categoria di animali che comprende forme all'apparenza simili ma da alcuni punti di vista estremamente diverse.

Anellidi, nematomorfi, nematodi e platelminti sono i principali phyla contenuti in questo "mega-box": animali generalmente parassiti interni o esterni di vertebrati, oppure fissi al substrato come i meravigliosi spirografi che popolano i fondali di tutto il mondo.

Alcuni vermi marini hanno evoluto la capacità di sopravvivere in ambienti estremi, come le acque ricche di zolfo che circondano i vulcani sottomarini: il verme di Pompei (Alvinella pompejana) deve il suo nome non a fantomatiche origini campane, ma anzi al suo particolare ambiente di vita, in prossimità di bocche idrotermali caldissime che raggiungono anche 80°C, con concentrazioni altissime di acido solforico e di solfuro di ferro. Certe specie di anellidi policheti di oceano possono centinaia di anni e raggiungere lunghezze ragguardevoli.

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Infine altre specie sono invece erranti, come il vermocane, in quanto nuotano e strisciano liberamente sul fondo tramite le appendici corporee per cercare le prede di cui si nutrono.

Rotiferi

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Un piccolissimo rotifero in azione

Ma passiamo a qualcosa di molto piccolo e quasi sconosciuto: il gruppo dei rotiferi. I rotiferi (in latino "portatori di ruota"), sono un phylum di microscopici animali pseudocelomati. Furono descritti per la prima volta dal Reverendo John Harris nel 1696.

La maggior parte dei rotiferi sono lunghi circa 0,1–0,5 mm (sebbene le loro dimensioni possano variare da 50 μm a oltre 2 mm) e sono comuni negli ambienti di acqua dolce in tutto il mondo con alcune specie di acqua salata.

Alcuni rotiferi nuotano liberamente e sono planctonici, altri si muovono sul fondale ed altri ancora sono sessili. Circa 25 specie sono coloniali come Sinantherina semibullata. Nel giugno 2021, i biologi hanno segnalato di essere riusciti a far tornare in vita dei rotiferi bdelloidi rimasti congelati per 24.000 anni nel permafrost siberiano.

Molluschi

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Il nautilus è un cefalopode molto particolare: a differenza della maggior parte dei cefalopodi ha ancora una conchiglia esterna

Per numero di specie, diversità di forme e biomassa, i molluschi sono a buon ragione considerati tra i "signori" degli ambienti marini. Sono invertebrati dal corpo molle, generalmente protetti da un rivestimento duro chiamato conchiglia. Appartengono a questa categoria animali come cozze, vongole e ostriche, chiamati bivalvi per via della conchiglia formata da due parti o valve, le lumache di mare o gasteropodi, polpi, seppie e calamari, molluschi noti come cefalopodi. Molluschi meno conosciuti sono invece gruppi minori come i monoplacofori ed i poliplacofori o gli scafopodi fossori, dalle sembianze di una "zanna di elefante" cava in miniatura.

Crostacei

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Un granchio a "passeggio" nel fondale basso

Gli artropodi, invertebrati dotati di esoscheletro e muniti di numerose zampe sono il phylum più abbondante del regno animale. Questo gruppo comprende animali come aracnidi, miriapodi ed insetti, quasi totalmente terrestri, ed il gruppo dei crostacei, quasi totalmente marino. Gamberi, aragoste, paguri, granchi e denti di cane hanno nel corso di centinaia di milioni di anni colonizzato praticamente ogni angolo dei Sette Mari, spiagge e scogliere comprese.

Picnogonidi

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Un picnogonide o "ragno di mare"

I picnogonidi sono un raggruppamento di artropodi comprendente animali marini di aspetto aracnoide (infatti sono noti comunemente come "ragni di mare"). Sono cosmopoliti, si trovano cioè negli oceani di tutto il mondo. Esistono oltre 1.300 specie conosciute, con zampe che vanno da 1 mm a oltre 70 cm. La maggior parte è piccola e vive a profondità relativamente basse; tuttavia, possono crescere fino a diventare abbastanza grandi nell'Antartico e vivere in acque profonde.

Pesci

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Ed eccoci arrivati ai vertebrati. Le due classi di vertebrati marini per eccellenza sono i pesci cartilaginei ed i pesci ossei. Insieme questi due gruppi comprendono più di 34mila specie descritte, mostrando una maggiore diversità di specie rispetto a qualsiasi altro gruppo di vertebrati. Ad essere pignoli però, tutti i tetrapodi come anfibi, rettili, uccelli e mammiferi, essendosi evoluti da progenitori pesci con pinne lobate simili agli attuali celacanti, cladisticamente parlando possono essere considerati dei "pesci terrestri".

I pesci cartilaginei comprendono squali, razze e chimere. Sono tra i pesci più antichi ancora esistenti sul pianeta e sono caratterizzati, come suggerisce il nome, da uno scheletro interno quasi interamente composto di cartilagine. Il pesce più grande al mondo, lo squalo balena (Rhincodon typus) appartiene proprio a questa classe.

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Un pesce palla in atteggiamento difensivo

I pesci ossei mostrano una diversità di forme e colori davvero sorprendente: pensate alle enormi differenze esistenti tra un pesce palla come Arothron stellatus ed un cavalluccio marino (genere Hippocampus), per non parlare del maestoso Re delle aringhe (Regalecus glesne), un misterioso pesce abissale nastriforme.

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Illustrazione raffigurante un re delle aringhe

Rettili

Alcuni rettili e mammiferi sono tornati ad abitare le acque del mare. Gli ecosistemi marini sono infatti immensi luoghi ricchi di risorse, un'occasione evolutiva "difficile da rifiutare" ed infatti la ricolonizzazione delle onde da parte dei vertebrati terrestri è avvenuta più volte indipendentemente.

Tra i rettili, tartarughe, coccodrilli, gli estinti ittiosauri e serpenti marini mostrano importanti adattamenti alla vita acquatica. Esatto: se pensate che animali come i coccodrilli o i serpenti non si avventurino in mare, probabilmente non siete mai stati nel sud-est asiatico. Molte zone dell'Oceano Indiano e Pacifico ospitano il famigerato coccodrillo marino (Crocodylus porosusil rettile vivente più grande del mondo in termini di massa corporea. Non è raro osservare (si spera a debita distanza) interazioni, che non definiremmo proprio "amichevoli", tra questo animale e varie specie di squalo, soprattutto nelle acque estuarine delle baie australiane.

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Preferireste incontrare un coccodrillo marino o un grande squalo bianco?

I serpenti marini (Hydrophiinae) sono una sottofamiglia comprendente 57 specie velenosissime che vivono sia nei pressi delle coste che in mare aperto, alla ricerca dei pesci di cui si nutrono. L'ambiente ideale però per la maggior parte delle specie è costituito dalle barriere coralline pacifiche. Per darvi idea della loro pericolosità, il veleno del diffusissimo serpente di mare bocca gialla (Laticauda colubrina) è molto potente: bastano 30 milligrammi per uccidere un uomo adulto. Contiene una neurotossina che attacca le membrane postsinaptiche dei muscoli. Le vittime muoiono in breve tempo per arresto respiratorio e conseguente collasso cardiovascolare.

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Un serpente di mare bocca gialla

Tuttavia il serpente di mare bocca gialla è noto per essere molto docile: difficilmente attacca l’uomo preferendo la fuga, mordendo solo se costretto, ed anche quando morde spesso lo fa a secco, senza iniettare veleno.

Mammiferi

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Una lontra marina

La nostra classe di appartenenza, quella dei mammiferi, comprende cinque linee principali di animali marini: i cetacei come delfini, orche, capodogli e balene, i pinnipedi come foche, trichechi ed otarie, i mustelidi come le lontre marine ed i sirenidi che comprendono lamantini e dugonghi.

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