8 Dicembre 2021
14:00

Gli anellidi: i signori del sottosuolo, delle paludi e delle profondità marine

I vermi per antonomasia, gli anellidi sono un vastissimo gruppo di animali caratterizzati da forme, stili di vita e caratteristiche uniche. Sono anche antichissimi abitanti del nostro Pianeta, essendosi evoluti più di 500 milioni di anni fa.

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I vermi per eccellenza, i signori del terreno, delle paludi, dei fondali abissali: stiamo parlando degli anellidi, il phylum di organismi vermiformi cui appartengono i comuni lombrichi,  ma anche le sanguisughe e i meravigliosi spirografi marini.

Questo gruppo di animali molto antico è presente in tutto il mondo ed ha colonizzato una gran quantità di ambienti anche estremi come le bocche idrotermali di vulcani sottomarini, rimanendo tuttavia legato alle zone umide per questioni di traspirazione. Sono animali ecologicamente importantissimi: le specie marine favoriscono il rimescolamento di ossigeno e sostanze nutritive sui fondali oceanici, dove possono costituire un terzo di tutte le specie costiere mentre, per quelle terrestri, il loro ruolo nel dissodare il terreno è così importante da avergli fatto valere l'appellativo di "primi aratori del terreno" datogli nientedimeno che da Charles Darwin.

Evoluzione

Tutti gli anellidi sono caratterizzati dal fatto che il loro corpo è suddiviso in molti metameri o segmenti ad anelli, caratteristica da cui deriva il loro nome. Il phylum comprende più di ventiduemila specie conosciute di invertebrati e si suddivide in tre classi principali, i policheti (acquatici, perlopiù marini), gli oligocheti (come i comuni lombrichi) e gli irudinei (le "temibili" sanguisughe).

Gli anellidi sono organismi antichissimi, presenti sul Pianeta da più di 500 milioni di anni sebbene a causa dell'assenza di tessuti rigidi e strutture mineralizzate la loro fossilizzazione è un evento estremamente raro, sebbene non impossibile. I più antichi anellidi riconosciuti risalgono al Cambriano, il primo periodo dell'era paleozoica, con i generi di policheti Canadia, Burgessochaeta e Phragmochaeta.

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I primi fossili di oligocheti invece sono molto più recenti e pare si siano differenziati insieme alle piante a fiore, in un periodo compreso tra 130 e 90 milioni di anni fa.

I biologi si sono spesso domandati quale fosse la posizione di questo phylum nell'albero della vita, analizzandone il grado di parentela con altri gruppi principali di invertebrati. Sono stati spesso associati ad insetti ed altri artropodi per la caratteristica segmentazione comune ad entrambi i gruppi. Tale classificazione è stata tuttavia smentita negli ultimi anni da analisi genetiche, che invece mostrano una stretta relazione tra anellidi, molluschi e brachiopodi.

Caratteristiche anatomiche ed ecologiche

La struttura corporea di questi animali presenta interessanti caratteristiche anatomiche e funzionali. Il corpo è cilindrico e formato da un numero variabile di segmenti, ognuno simile al successivo sia esternamente che internamente, eccezion fatta per i primi e gli ultimi setti che formano capo e regione anale. Ogni segmento infatti è munito esternamente di particolari setole chiamate cheti (e appendici nelle specie marine) e di un set di organi che si ripetono in tutto il corpo: muscoli, un paio di organi escretori chiamati nefridi, cavità celomatiche e una parte dell'intestino. Il sistema circolatorio è chiuso (come il nostro) ed è composto da cinque vasi sanguigni principali che decorrono lungo tutto il corpo, muniti di cinque paia di cuori per il pompaggio del sangue.

Negli oligocheti e negli irudinei, particolari metameri presentano delle aperture chiamate orifizi sessuali, essendo ermafroditi ne avranno uno per ogni sesso, che sono utilizzati nell'accoppiamento insieme ad un organo speciale chiamato clitello, una sorta di rigonfiamento corporeo che serve per l'adesione dei due partner che si feconderanno a vicenda. I policheti tendono invece ad essere maschi o femmine e presentare quindi sessi separati.

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Due lombrichi in amore, attaccati grazie ai loro clitelli, i rigonfiamenti più chiari

Sistema nervoso

Il cervello di questi animali consiste in un anello nervoso che circonda la faringe, collegato a due gangli o ammassi neuronali dorsali, mentre tutto il resto del corpo è innervato da un grosso cordone di gangli ventrali da cui dipartono una serie di nervi per ogni metamero.

Per quanto riguarda gli organi sensoriali, gli anellidi si affidano principalmente a recettori per la luce, chemiosensori e recettori per le vibrazioni del terreno. Alcune specie di policheti hanno addirittura una vista vera e propria, con occhi composti analoghi a quelli degli insetti, e statocisti per il bilanciamento corporeo. Per le sanguisughe invece è importantissima la termocezione, o percezione delle temperature delle loro prede.

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Locomozione ed ecologia

Le varie classi differiscono molto per le abitudini di vita ed il tipo di locomozione. I lombrichi si muovono strisciando nel terreno tramite un'onda peristaltica: non avendo limitazioni al volume corporeo date da esoscheletri o gusci, questi animali possono, tramite la muscolatura interna, contrarre e assottigliare o rilassare ed espandere le proprie parti corporee. Per muoversi in avanti quindi i lombrichi portano in avanti la parte anteriore del corpo, espandendola e fissandola al terreno per poi successivamente tirare la parte ventrale, con una serie di contrazioni e rilassamenti ritmici delle varie sezioni.

Molti policheti sono sessili e vivono cioè in tubi mineralizzati che producono attaccati al fondale, utilizzando le grosse setole di cui sono muniti per emettere fuori particolari organi filtratori a forma di ventagli. Altre specie sono invece erranti, come il vermocane, in quanto nuotano e strisciano liberamente sul fondo tramite le appendici corporee per cercare le prede di cui si nutrono.

Gli irudinei infine tendono a muoversi grazie alle ventose anteriori e posteriori attraverso un tipo di movimento detto "a compasso". La maggior parte di questi animali sono succhiatori di sangue (ematofagi) e si servono di dentelli calcarei per incidere la cute della vittima e nutrirsi del sangue che ne fuoriesce, mentre solo alcune specie sono predatrici di altri piccoli invertebrati.

Elenco di specie degne di interesse

Ecco un elenco delle specie più rappresentative (e più interessanti) del phylum Annelida, suddivise nelle tre classi principali.

Policheti

Tra le specie di policheti erranti di maggiore interesse vi è sicuramente Hermodice carunculata, detto anche vermocane o verme di fuoco a causa della capacità di iniettare una potente neurotossina urticante tramite le setole. È presente in tutto l'Atlantico e nel mediterraneo, dove può essere ritrovato anche a pochi metri di profondità. Se doveste avere la fortuna di incontrarlo non vi conviene infastidirlo!

I policheti sessili annoverano specie di eccezionale bellezza, come il verme albero di Natale (Spirobranchus giganteus), filtratore dell'Oceano Indiano chiamato così per la sua somiglianza con un albero di Natale addobbato e che può presentare vari colori, o lo spirografo comune (Sabella spallanzanii) presente anche nel Mediterraneo, purtroppo divenuto invasivo in Nuova Zelanda dal 2010. Il verme di Pompei (Alvinella pompejana) deve il suo nome non a fantomatiche origini campane, ma anzi al suo particolare ambiente di vita, in prossimità di bocche idrotermali caldissime che raggiungono anche 80°C, con concentrazioni altissime di acido solforico e di solfuro di ferro. Alcuni policheti oceanici pare vivano centinaia di anni e possano raggiungere lunghezze ragguardevoli.

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Esemplari di Spirobranchus giganteus

Oligocheti

Il lombrico comune (Lumbricus terrestris) è uno dei più famosi abitanti dei sottosuoli europei. Come molti oligocheti, non ha particolari strutture respiratorie, scambiando l'ossigeo attraverso la pelle. Il costante lavoro di rimescolamento del terreno, di aerazione e di concimazione è un servizio ecosistemico fondamentale per l'agricoltura. Del resto, come ha detto Charles Darwin: «L'aratro è certo una delle invenzioni umane più antiche e più preziose; ma, assai prima di questa invenzione, il terreno era regolarmente arato, e continua ancora ad esserlo, ad opera dei lombrichi». Nonostante la sua importanza, il lombrico comune è purtroppo minacciato in alcune zone europee a causa dell'introduzione accidentale di alcune specie di vermi nematodi predatori provenienti dalla Nuova Zelanda (sì, il rimescolamento della fauna globale sta mettendo in pericolo tutti gli ecosistemi del mondo).

Sebbene la maggior parte degli oligocheti sia di piccole dimensioni, Megascolides australis, lombrico gigante del Gippsland in Australia può raggiungere i 3 metri di lunghezza. Anche il vietnamita verme del Mekong (Amynthas mekongianus) può raggiungere lunghezze incredibili.

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Irudinei

Molte sono le specie di sanguisughe anticamente utilizzate in medicina per effettuare salassi. Gli animali venivano conservati in particolari vasi contenenti acqua e tappati o in un apparecchio conosciuto come palude portatile. In tempi moderni vengono usate raramente in chirurgia plastica o per sfruttare le proprietà anticoagulanti della loro saliva.

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La sanguisuga Hirudo medicinale può effettuare discriminazioni di temperatura con una precisione di 1 ° C, praticamente un termometro vivente.

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Heamenteria ghilianii è una sanguisuga diffusa nella Guiana francese che può raggiungere fino a 30 cm di lunghezza. Immergersi in una pozza tropicale e ritrovarselo attaccato al corpo non dev'essere un'esperienza piacevole.

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