Il video del Maremmano che allontana i lupi. L’esperta: «Sono alleati, compagni e aiutanti degli allevatori»

I cani da protezione delle greggi sono i più coraggiosi compagni di allevatori e pastori. Lo dimostrano le immagini catturate da una fototrappola nei pressi di un’azienda agricola ligure, in cui si vede un Pastore Maremmano Abruzzese correre e abbaiare contro alcuni lupi, che nel frattempo si allontanano.

19 Maggio 2023
11:26
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I cani da protezione delle greggi sono i più coraggiosi compagni degli allevatori e dei pastori. Con loro collaborano per difendere gli animali dalle aggressioni dei selvatici e, grazie al carattere apparentemente pacato ma sicuro e autonomo, li aiutano in ogni frangente delle attività quotidiane. Di notte, quando i predatori sono più attivi, i cani non si limitano ad abbaiare per avvisare dell'arrivo di una minaccia, svolgono un compito molto più complesso, fatto anche di un dialogo attivo con i lupi.

Mentre i selvatici cercano strategie per predare gli animali degli allevamenti, i cani selezionati da secoli proprio per svolgere questo ruolo determinano i confini dell'ambiente che li riguarda e, instancabilmente, tutelano ciò che ne fa parte.

Questo è ciò che è avvenuto lo scorso 5 maggio, quando una fototrappola, posizionata nei pressi dell'azienda agricola ligure "Pensa – Tra Terra e Cielo", ha immortalato proprio un momento in cui due lupi si avvicinano all'allevamento. Pochi minuti dopo arriva l'efficace intervento di Tumbler, Pastore Maremmano Abruzzese di 4 anni e mezzo che, da sempre, collabora con gli allevatori.

Tumbler – come si vede dalle immagini – abbaia e corre nella direzione dei lupi che nel frattempo si allontanano. Il cane analizza poi le tracce olfattive lasciate dal loro passaggio e conclude infine il suo lavoro marcando (facendo pipì) esattamente nello stesso punto.

Sono immagini preziose, che dimostrano ancora una volta come i cani da guardiania possano rappresentare un efficace aiuto per gli operatori del settore zootecnico e, inoltre, ricordano che l'incontro tra le due specie non è sempre cruento, anzi: nella maggior parte dei casi, cani e lupi raggiungono un livello di conoscenza reciproca che porta a reagire in maniera adeguata ai singoli individui che si affrontano.

Per comprendere i dettagli di quanto avvenuto nel video, Kodami ne ha parlato con Luisa Vielmi tecnica di difesAttiva, un'associazione, di cui fa parte anche l'azienda agricola in questione, composta da pastori che si occupano da tempo di condividere le conoscenze acquisite sull'utilizzo dei cani nella prevenzione delle predazioni.

«Questo video dimostra che tra le due specie si è instaurata una vera e propria relazione – spiega Vielmi – Condividono lo spazio e, in questa situazione hanno dimostrato di farlo con obiettivi e motivazioni diverse tra loro. I lupi conducevano, probabilmente, un pattugliamento del territorio che in quella zona offre anche importanti risorse alimentari selvatiche. Tumbler, invece, è arrivato con la sua motivazione territoriale per dire loro che stavano entrando in un luogo di sua proprietà. L'incontro si è poi concluso con un ritorno all'equilibrio. Ognuno ha ripreso la propria vita senza rimetterci nulla. Se i lupi fossero stati lì per predare un animale domestico, forse, le cose sarebbero andate diversamente ma non lo possiamo sapere anche perché la ricerca nell'ambito della relazione tra cani da protezione delle greggi e predatori è piuttosto carente, quindi i dati scarseggiano».

La foto trappola era stata posizionata dallo stesso allevatore che, consapevole della presenza dei lupi in quella zona, cerca così di conoscere le loro abitudini per ridurre il rischio di predazioni. «È molto fiero di quanto ha visto accadere nel video. Per lui Tumbler non è solo un cane, ma è un vero e proprio alleato – commenta l'esperta – Questo rapporto, però, non nasce dal nulla, ma da una collaborazione costante, dal rispetto delle sue necessità e, prima ancora, dalla scelta del cane più adatto per il contesto. Ogni allevatore, infatti, ha una strategia "antipredatoria" su misura e i cani, a loro volta sono soggetti dotati di una personalità e quindi unici. Affinché l'intero sistema funzioni al meglio, bisogna informarsi adeguatamente e analizzare ogni dettaglio del lavoro che si andrà a svolgere insieme».

Nel mondo della zootecnia, però, esistono ancora molte situazioni in cui i cani non hanno la possibilità di vivere il tipo di relazione a cui fa riferimento la tecnica di DifesAttiva.  «Purtroppo non tutti gli allevatori si relazionano con i propri cani nella maniera adatta. Bisogna sensibilizzare affinché ciò avvenga sempre di più. La vita con i cani da protezione implica un impegno costante, e non intendo quello economico che, pur essendo importante, soprattutto se i cani sono molti, con il tempo verrà ammortizzato grazie alla riduzione delle predazioni. Mi riferisco piuttosto a tutto ciò che serve per creare una relazione – conclude Vielmi – Chi lavora con coscienza, infatti, crea rapporto vero e profondo di condivisione con i propri cani che, come Tumbler, diventano sia compagni che aiutanti».

Anche lo zoologo e videomaker Paolo Forconi, alcuni mesi prima, aveva catturato le immagini di un incontro tra un gruppo di lupi e due Pastori Maremmani Abruzzesi. In quella situazione, però, i cani non erano al lavoro, ma stavano provando ad affrontare i selvatici per ottenere la loro preda.

«Il contesto era completamente diverso – spiega Vielmi – Tra loro c'era una risorsa alimentare disponibile sul territorio. Veniva monitorata dai lupi, ma poi sono arrivati i cani. Tumbler, invece, non è stato spinto dal desiderio di accedere ad una risorsa alimentare, ma dalla profonda territorialità che, di fatto, abbiamo chiesto a queste tipologie di cani di sviluppare attraverso la selezione effettuata nei secoli».

Kodami ha raccontato questa razza dalla storia straordinaria in un video con l'istruttore cinofilo e membro del nostro comitato scientifico, Luca Spennacchio.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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