Pastori Maremmani fronteggiano i lupi: il video in cui provano a ottenere gli avanzi delle loro prede

Lo zoologo e videomaker Paolo Forconi ha catturato le immagini di un incontro tra un gruppo di lupi e due Pastori Maremmani Abruzzesi che, prima di allontanarsi, affrontano i selvatici per provare a ottenere le loro prede. Abbiamo chiesto a Luisa Vielmi, tecnico di difesAttiva, di analizzare il comportamento dei cani.

21 Marzo 2023
11:14
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© Paolo Forconi

Da migliaia di anni selezioniamo i Pastori Maremmani Abruzzesi per renderli capaci di affrontare anche le situazioni più complesse e gli ambienti più impervi, in modo che possano proteggere le greggi di fronte a ogni difficoltà.

Oggi, questi grandi cani da guardiania hanno quindi orecchie molto piccole (per evitare i congelamenti), un mantello lungo e candido (in modo da potersi distinguere dai lupi e, allo stesso tempo, confondersi tra le pecore) e, soprattutto, un'identità tendenzialmente sicura, consapevole e indipendente, abbinata ad abilità comunicative sorprendenti che, spesso, gli permettono di farsi capire anche dalle altre specie.

Paolo Forconi, zoologo e videomaker, ha osservato e ripreso lo spettacolare confronto tra sei lupi e due Pastori Maremmani Abruzzesi che tentavano di ottenere gli avanzi delle prede dei primi. Il video è stato pubblicato sui social e, in poco tempo, ha riscosso un grande successo in termini di condivisioni.

«Non era la prima volta che vedevo questi due cani mettersi sulla traccia degli avanzi lasciati dai lupi – racconta Forconi a Kodami  – In questo caso, però, i lupi stavano dormendo appena oltre un crinale, si sono svegliati immediatamente e hanno affrontato i cani correndogli incontro. Uno dei due, però, ad un certo punto si è bloccato. Lo stesso hanno fatto anche i lupi, che poi sono tornati a dormire. La scena si è ripetuta e, infine, i cani stessi si sono sdraiati a riposare poco distante dai selvatici. Non erano affatto spaventati e hanno dimostrato di sapere bene come comportarsi per interfacciarsi e proteggersi dai lupi che, in questa zona dell'Appennino, sono particolarmente diffusi».

Il motivo del successo di questo video però secondo Forconi non è legato solo al valore etologico dell'interessante interazione tra cani e lupi, bensì anche a un'insieme di emozioni nascoste più profondamente negli interessi degli esseri umani: «I video che ritraggono oltre ai lupi anche i cani ottengono sempre molte condivisioni, perché le persone rimangono colpite da questa interazione a cui non si è abituati ad assistere».

L'esperta: «Il cane si mostra capace di reagire affrontando la situazione problematica»

Per analizzare il comportamento del cane è indispensabile, prima di tutto, definire con chiarezza il contesto all'interno del quale avviene l'incontro. A confermarlo a Kodami è Luisa Vielmi tecnico di difesAttiva, un'associazione composta da pastori che, tra le altre cose, si occupa da tempo di condividere le conoscenze sull'utilizzo dei cani da guardiania nella prevenzione delle predazioni.

«L'interazione che hanno avuto è piuttosto equilibrata – spiega l'esperta – Il cane si blocca e si dimostra capace di reagire a una situazione problematica affrontandola. Proprio questo elemento favorisce la riduzione del conflitto con i lupi, uno dei quali dimostra la tensione del momento alzando il labbro. Nella lettura delle immagini non dobbiamo dimenticare che, in alcuni ambienti del nostro Paese, le due specie individuano spesso i segnali olfattivi dell'altro e, potrebbero, quindi, imparare a conoscersi anche senza incontrarsi».

Secondo Vielmi, inoltre, se cani e lupi si fossero trovati in un contesto di guardia del gregge, tutto ciò sarebbe potuto avvenire diversamente: «Probabilmente, in presenza del bestiame, i cani avrebbero espresso una motivazione territoriale o protettiva che li avrebbe portati a disinteressarsi completamente della disponibilità di cibo lasciato dai lupi. Avrebbero pensato a proteggere gli animali – commenta l'esperta – Questi cani, infatti, sono profondamente collegati al bestiame di cui si occupano e, se lavorano come cani da protezione e si trovano nei pressi del gregge, difficilmente se ne allontanano con leggerezza».

«Il video ritrae un evento isolato, non la normalità»

Tutto ciò, però, non dipende solo dalla razza a cui un soggetto appartiene, ma anche dalla sua individualità, dalle condizioni in cui vive, dal lavoro che svolge e dall'ambiente che lo circonda. Fare la guardia alle mandrie di vacche, ad esempio, è un lavoro diverso rispetto al settore degli ovini. La gestione degli animali attuata dal singolo pastore, inoltre, può portare a comportamenti estremamente variegati, così come le esperienze pregresse affrontate da ogni cane e dal gruppo che lavora insieme.

Infine, è bene affrontare anche un'altra tematica importante, ovvero quella del benessere animale. In Italia vi sono contesti in cui i cani da guardiania sono obbligati a condizioni di vita non dignitose e, talvolta, vengono privati anche delle risorse alimentari, a tal punto da rischiare la vita e allontanarsi dal gregge per potersi nutrire. Allo stesso modo, bisogna anche valutare le condizioni in cui si trovano i lupi. Se vivono una difficoltà o se sono affamati possono arrivare a difendersi con una determinazione maggiore rispetto a quella che si vede nel video.

«È pericoloso interpretare quanto accaduto nel video senza interrogarsi anche sull'età dei cani, sul rapporto che hanno tra loro, sul carattere e temperamento che mostrano in altri contesti e, in particolare, quando sono al lavoro – sottolinea l'esperta – Il rischio è quello di semplificare il comportamento dei cani da pastore, convincendosi che si tratti di un evento diffuso mentre, a mio parere, il video ritrae un caso isolato. Offre una importante visione ma non un dato adattabile a tutte le realtà».

L'interazione tra lupi e cani infatti è fatta di complesse diversità e, in determinati contesti, potrebbe addirittura portare alla convivenza priva di conflitti. «Si tende a pensare che le due specie si scontrino sempre e comunque – conclude Luisa Vielmi – Eppure non è così. Lo conferma anche un recente studio condotto dall'Istituto per la promozione e la ricerca sugli animali da protezione, in Francia, secondo il quale, nel contesto pastorale, dove i cani sono i nostri più grandi alleati e hanno un'importanza enorme, in alcuni casi l'interazione potrebbe portare alla condivisione del territorio. Si tratta di un'eventualità, certo, ma il fatto che si realizzi o meno dipende dalle motivazioni che supportano i comportamenti di tutti i soggetti protagonisti».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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