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Tutte le misure che riguardano gli animali approvate nella Legge di Bilancio 2023

La Legge di Bilancio 2023 è stata approvata. Vediamo quali sono le voci di spesa che riguardano gli animali.

30 Dicembre 2022
17:23
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La Legge di Bilancio 2023 è stata approvata dal Parlamento e ha un valore complessivo pari a 35 miliardi di euro. La manovra finanziaria rappresenta uno dei momenti più importanti per il Paese, dato che attraverso le voci di spesa è possibile comprendere quale sarà l'orientamento economico e politico dell'anno che sta per cominciare. Per il 2023 il valore complessivo è pari a 35 miliardi di euro.

Il provvedimento è stato approvato prima alla Camera dei Deputati con 197 voti a favore, 129 voti contrari e 2 astenuti; e successivamente al Senato con voto di fiducia, una prassi molto criticata dai partiti all'opposizione dato che nei fatti non permette a entrambe le Camere di condurre l'esame e la discussione sugli emendamenti.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è detta soddisfatta della prima manovra economica del suo Governo: «La considero una missione compiuta. Scritta in tempi record e in una situazione di contesto eccezionale non positivo, il bilancio che abbiamo presentato rispetta gli impegni presi con gli elettori e ha maturato prima la fiducia dei mercati e delle istituzioni europee e ora ancora più importante, quella del Parlamento».

In realtà, proprio rispetto a quanto scritto nel programma del suo partito e del resto della maggioranza (Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia) questa Legge di Bilancio è totalmente carente sul fronte degli animali. Nel corso dell'esame condotto dalla Commissione di Bilancio della Camera sono stati infatti eliminati gli emendamenti volti alla tutela degli animali. È stato escluso il Fondo per contrastare i combattimenti, che prevedeva lo stanziamento di 350mila euro per il recupero dei cani finiti nelle mani della criminalità e di 150mila euro per la promozione di percorsi di formazione specialistica del personale del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dell'Arma dei Carabinieri. Espunto anche il bonus animali domestici che nelle prime versioni doveva essere corrisposto in base all'Isee del richiedente fino a un massimo di 900 euro.

Alcune misure che però riguardano gli animali ci sono, come il discusso "emendamento Far West". Vediamo quali sono le novità e che impatto avranno sulla relazione tra persone e animali.

Fondo per gli animali sequestrati

Tra le voci di spesa più significative della nuova Legge di Bilancio c'è quella relativa all'istituzione di un fondo per il Centro nazionale di accoglienza degli animali confiscati e sequestrati. Nello specifico, il fondo rientrerà nello stato di previsione del Ministero della Difesa e avrà una dotazione pari a 2,65 milioni di euro annui.

Il Centro è stato istituito presso il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri e dovrà essere dotato di:

  • Apposite strutture di ricovero per gli animali;
  • Personale specializzato.

Per fare fronte alla mole di lavoro, l'Arma dei carabinieri è stata autorizzata ad assumere personale operaio a tempo determinato con contratti di durata massima di trentasei mesi, anche discontinui, nel limite di spesa di 350.000 euro annui.

Fondo per il recupero della fauna selvatica

La Legge di Bilancio ha rifinanziato il Fondo per il recupero della fauna selvatica, nella misura di 1 milione di euro per l’anno 2023. L'obiettivo è assicurare la cura e il recupero della fauna selvatica oggetto di traffici illeciti o sequestri, come disposto dalla normativa Cites.

Il Fondo era stato istituito nel 2021 dall’allora Ministero dell’Ambiente, Sergio Costa con l'intenzione di sollevare da una responsabilità prettamente statale i tanti operatori del Terzo settore impegnati nella salvaguardia degli animali selvatici.

Del rifinanziamento però non ha parlato il ministro in carica, Gilberto Pichetto, che nella nota ufficiale seguita all'approvazione della Manovra si è soffermato su dissesto idrogeologico, consumo di suolo e conoscenza del territorio: «Tante le misure legate al lavoro del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica. In campo ambientale abbiamo investito su alcuni settori di fondamentale importanza, confermando le misure di decarbonizzazione, così da permettere un recupero di risorse da poter destinare agli interventi sul caro energia».

Un'abdicazione comunicativa rispetto alla tutela della fauna selvatica che invece dovrebbe essere una delle competenze principali del Ministero dell'Ambiente.

Controllo e contenimento della fauna selvatica

cinghiali Parco Volture

È forse il provvedimento più noto della Legge di Bilancio, l'emendamento Far West che va a modificare la disciplina vigente in materia di controllo e contenimento della fauna selvatica regolata dalla legge 11 febbraio 1992, n. 157 "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio".

L'emendamento è stato presentato dal deputato di Fratelli d'Italia, Tommaso Foti, e prevede la possibilità di sparare agli animali anche in aree protette e urbane. Sarà possibile perché il testo considera questa pratica non come caccia, quindi attività sportiva, ma come attività di gestione e contenimento dei selvatici:

Le attività di contenimento disposte nell'ambito del Piano non costituiscono esercizio di attività venatoria e sono attuate anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane, nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto.

Il provvedimento ha incontrato il favore delle maggiori associazioni venatorie: «Il controllo faunistico non è caccia – ha detto Maurizio Zipponi, presidente del Comitato nazionale caccia e natura – E il coinvolgimento dei cacciatori abilitati, peraltro già autorizzato in alcune regioni, è funzionale soltanto a rendere più efficaci le operazioni».

La misura ha incontrato il favore del neoministro dell'Agricoltura e Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, il quale più volte si era espresso tal senso segnalando la «eccessiva proliferazione di lupi e cinghiali» e chiedendo di reclutare i cacciatori per attuare il contenimento faunistico.

L'emendamento bypassa il principio secondo cui l'abbattimento deve essere effettuato in maniera selettiva, cioè attraverso la preventiva individuazione degli animali da abbattere per evitare di produrre squilibri che portano al paradosso di aumentare la prolificità di alcune specie come i cinghiali. Come ha più volte sottolineato il direttore generale dell'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Umbria e delle Marche (Izsum), Vincenzo Caputo, il quale aveva scoraggiato già il precedente Parlamento dall'adottare la caccia come metodo di contenimento delle specie selvatiche. Un appello rimasto inascoltato da Giorgia Meloni.

Ora il timore delle associazioni di protezione animale e ambientale, come il Wwf, è che si arrivi a sparare in centro città: «Dalla lettura della norma nulla esclude la possibilità che cacciatori effettuino attività di controllo che preveda l’abbattimento di specie animali selvatiche anche nel pieno centro delle città, in qualsiasi giorno della settimana e in ogni ora del giorno o della notte. I dati dei morti e feriti a causa dell’attività venatoria confermano che la caccia al cinghiale è quella più pericolosa per la pubblica incolumità, sia per il tipo di armi e munizioni utilizzate, sia per la modalità di svolgimento più comune, la braccata, che può coinvolgere anche centinaia di soggetti armati e che costringe i cinghiali a scappare terrorizzati in tutte le direzioni (anche verso strade e centri abitati) rincorsi da decine di cani».

Altro cambiamento viene introdotto rispetto ai motivi per cui si potranno attuare gli abbattimenti. Tra le causa che innescano il controllo faunistico si aggiunge infatti la tutela della sicurezza stradale. Potranno essere abbattuti animali ritenuti pericolosi per la sicurezza stradale.

Per la tutela della biodiversità, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali e ittiche e per la tutela della pubblica incolumità e della sicurezza stradale.

Allevamenti e filiera zootecnica

Gli animali tornano poi nelle misure a sostegno della filiera zootecnica attraverso sgravi fiscali per l’acquisto del carburante per le attività agricole e della pesca:

Tale agevolazione è, altresì, estesa per lo stesso periodo, per le sole imprese esercenti attività agricola e della pesca, anche alla spesa sostenuta per l'acquisto del gasolio e della benzina utilizzati per il riscaldamento delle serre e dei fabbricati produttivi adibiti all’allevamento degli animali.

A questo scopo, in un altro paragrafo, è stato previsto un Fondo sulla biodiversità agricola con una dotazione di 500.000 euro per l’anno 2023, volto a tutelare la biodiversità di interesse agricolo e alimentare e per supporto dell’Osservatorio nazionale sul paesaggio rurale (Onpr).

Nello specifico, il provvedimento definisce «risorse genetiche di interesse alimentare ed agrario» il materiale genetico di origine vegetale, animale e microbica, avente un valore effettivo o potenziale per l'alimentazione e per l'agricoltura.

A questo scopo sono stabiliti i princìpi per l'istituzione di un sistema nazionale di tutela e di valorizzazione della biodiversità costituito da un'Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, e dalla Rete nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, dalle strutture locali, regionali e nazionali per la conservazione del germoplasma ex situ e dagli agricoltori e dagli allevatori custodi.

Un capitolo a parte è stato destinato alla Sovranità alimentare, delega introdotta dal Governo Meloni e rientrante nelle competenze del ministero dell'Agricoltura. Nella Legge di Bilancio 2023 è stato istituito il Fondo per la sovranità alimentare, con una dotazione di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024, 2025 e 2026 allo scopo di rafforzare il sistema agricolo e agroalimentare nazionale.

Ritornano qui gli animali ancora una volta intesi come risorsa alimentare e parte del Made in Italy agroalimentare. Nessuna risorsa economica è stata destinata invece alla conversione degli allevamenti intensivi in strutture cage-free, nonostante l'appello della coalizione internazionale End The Cage Age.

Risorse sono state stanziate invece per l'abbattimento degli animali della filiera bufalina affetti da brucellosi. Presso il Ministero dell'Agricoltura è stato istituito un apposito Fondo per il ristoro delle aziende della filiera bufalina danneggiate a seguito della diffusione della brucellosi, in particolare nella regione Campania, nonché per far fronte al ripopolamento degli allevamenti. La dotazione finanziaria prevista è pari a 2 milioni di euro per l’anno 2023.

One Health e Antimicrobico-Resistenza

All'interno della Legge di Bilancio 2023 nel capitolo dedicato al Piano nazionale di contrasto all’Antibiotico-Resistenza sono stati destinati 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025.

La ripartizione sarà calcolata sulla base dei criteri da definirsi in sede di Conferenza Stato-Regioni, e si tratta di risorse a valere sul Fondo sanitario nazionale, in particolare sugli importi destinati alla realizzazione di specifici obiettivi del Piano sanitario nazionale.

L’antibiotico resistenza, cioè la capacità dei microrganismi di resistere a molecole potenzialmente in grado di ucciderli o arrestarne la crescita, è un problema riconosciuto a livello globale che non sembra volersi arrestare e che coinvolge le aree di sanità umana e animale. L'uso massiccio e improprio degli antibiotici avviene infatti in ambito umano, veterinario e zootecnico.

Una condizione che rende vano ogni approccio One Health, ossia il modello sanitario basato sul riconoscimento che la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema siano legate indissolubilmente.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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