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30 Novembre 2022
17:06

«Senza gabbie è possibile, per tutti gli animali». Il nuovo report di End The Cage Age

La coalizione italiana End The Cage Age ha presentato un nuovo report realizzato da CRPA sulla valutazione dell'impatto economico di una transizione "cage-free" per gli allevamenti di conigli e quaglie.

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«Una transizione verso allevamenti senza gabbie per tutti gli animali è fattibile, oltre che doverosa». È questa l'analisi di Animal Equality, CIWF Italia, Essere Animali e Humane Society International/Europe, alcune delle associazioni riunite sotto la coalizione italiana End The Cage Age che hanno recentemente presentato un nuovo report sulla valutazione dell'impatto economico dell'eliminazione delle gabbie negli allevamenti di conigli da ingrasso e quelli di quaglie realizzato dal CRPA, Centro Ricerche Produzioni Animali.

In Europa, ogni anno, sono oltre 300 milioni gli animali tra galline, scrofe, vitelli, conigli, quaglie e anatre che vengono ancora allevati in gabbia, per tutta o per una parte significativa della loro vita. Oltre 40 milioni di questi animali si trovano solamente in Italia. Alcuni di questi, come i conigli e le quaglie, non godono nemmeno di normative specie-specifiche europee o nazionali a tutela del loro benessere, come emerso anche dalle terribili immagini diffuse recentemente dalla stessa coalizione su due allevamenti intensivi di quaglie presenti in Lombardia e Veneto.

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In natura, le quaglie vivono e nidificano a terra, tra i prati

Questi e tanti altri argomenti, sono stati gli argomenti al centro del convegno per la presentazione del report tenutosi il 29 novembre a Roma. Da quanto emerge dal report, per quanto riguarda i conigli, le gabbie bicellulari, che non danno alcuna garanzia in termini di benessere animale, potrebbero essere facilmente sostituite dai sistemi park, ovvero in recinti sopraelevati e privi di copertura in cui gli animali sono in grado di esprimere alcuni dei loro comportamenti naturali più basilari, come saltare e nascondersi.

Per le quaglie, invece, le gabbie in cui sono stipate decine di animali potrebbero essere sostituite da sistemi "free-to-fly", che consento agli uccelli di volare e vivere una vita molto più vicina alle condizioni naturali. Sempre secondo lo studio, nelle quattro regioni che allevano l'80% dei conigli "da ingrasso" (Veneto, Piemonte, Lombardia e Friuli Venezia-Giulia) il costo totale di investimento per effettuare questa transizione, ammonterebbe a €152 milioni. Mentre per le quaglie dell'intero territorio italiano, invece, a €1,7 milioni per quelle produttrici di uova e €810.000 per quelle allevate per la loro carne.

Con questi sistemi "cage-free" è possibile quindi migliorare notevolmente la qualità della vita di questi animali con costi sostenibili, in particolare dai punti di vista della socializzazione, della libertà di movimento e della maggiore stimolazione sensoriale, fornendo così maggiori possibilità agli individui di mettere in atto comportamenti più vicini a quelli naturali e riducendo allo stesso tempo stereotipie e altri disturbi comportamentali causati dalle pessime condizioni di cattività.

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La coalizione ha presentato un report con le valutazione economiche di una transizione "cage–free" per conigli e gabbie

In virtù di questa approfondita analisi, la coalizione ha perciò rinnovato l'appello al Governo italiano a dare quanto prima il proprio fondamentale contributo a sostegno del divieto legislativo delle gabbie a livello europeo tramite politiche economiche mirate e una transizione "cage-free" in ambito nazionale. In risposta all'Iniziativa dei Cittadini Europei End the Cage Age, lo scorso 30 giugno 2021, infatti, la Commissione Europea si è impegnata a vietare definitivamente l'uso delle gabbie negli allevamenti entro il 2027.

Entro il 2023 , dovrà quindi essere presentata una proposta legislativa per avviare la transizione e la graduale dismissione. Un risultato molto importante ottenuto grazie alle 1,4 milioni di persone che hanno aderito firmando all'Iniziativa dei cittadini europei (ICE) End the Cage Age lanciata nel 2018, la prima riguardante le condizioni degli animali negli allevamenti intensivi a raggiungere il Parlamento Europeo e che ha coinvolto oltre 170 associazioni in 28 paesi.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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