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13 Settembre 2023
18:25

Rapaci riabilitati tornano a volare liberi a Reggio Emilia

Domani sera si terrà un evento per la liberazione di numerosi esemplari appartenenti a diverse specie di rapaci, accolti e tenuti in cura dal Cras “Rifugio Matildico”, in provincia di Reggio Emilia. Ivano Chiapponi, fondatore del centro, racconta a Kodami l’impegno del team che tutti i giorni cura gli animali.

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Domani sera a San Polo d’Enza, in provincia di Reggio Emilia, ci sarà la liberazione dei rapaci tenuti in cura e riabilitati dai veterinari e volontari del Cras (centro recupero animali selvatici) “Rifugio Matildico”. L’evento si svolgerà nei pressi del rifugio alle ore 19 e tutti i presenti potranno osservare gli uccelli prima che prendano il volo e alcuni potranno anche prendere parte all’emozionante momento della reimmissione in natura.

Ivano Chiapponi, fondatore del centro, racconta a Kodami l’impegno del team che tutti i giorni si prende cura degli animali: «Abbiamo centinaia di rapaci in cura al rifugio. Domani saranno liberati gufi, gheppi, civette, un falco pecchiaiolo e anche degli assioli, che sono un specie migratrice e siamo già al limite con le tempistiche. Prima dell’evento di domani ci sono già state altre liberazioni».

Il Cras “Rifugio Matildico” si impegna ogni giorno ad accogliere e curare gli animali in difficoltà, feriti o ammalati che vengono segnalati dai cittadini. «Tutti i giorni arrivano ospiti diversi. Non ci occupiamo solo dell’avifauna ma di tutta la fauna selvatica di qualsiasi dimensione, dal piccolo roditore fino ai cervi. Stimiamo che quest'anno supereremo i 5000 ospiti», racconta Chiapponi. «Siamo attrezzati per tutte le specie: abbiamo 18mila metri di terreno recintato, con voliere per i vari tipi di uccelli e la struttura è in continuo aggiornamento. Abbiamo allestito anche delle stanze di isolamento dopo i casi di peste suina e influenza aviaria».

Molti degli ospiti del centro sono anche cuccioli senza madre: «Spesso sono i piccoli [uccelli] ad essere trovati, specialmente quando tagliano le piante o fanno dei lavori di manutenzione ai tetti e trovano i nidi», continua Chiapponi. «Anche gli adulti sono vittime di incidenti e possono urtare in volo contro i rami, i fili della luce o più di frequente schiantarsi sui vetri delle finestre pensando di trovare uno spazio vuoto».

Gli animali sono poi accuditi e curati dai veterinari e volontari del rifugio fino a quando non sono di nuovo in grado sopravvivere autonomamente nel loro ambiente. Per questo, spiega Chiapponi, è importante non abituare gli ospiti al contatto umano e alterarne i comportamenti selvatici: «Se un animale viene portato qui quando è già grande non ci sono grossi problemi e dopo le cure può essere liberato tranquillamente. Il problema si pone con i piccoli dove è importante farsi vedere il meno possibile, anche in casi delicati come quelli dei cuccioli di capriolo che vanno allattati tutti i giorni. Per quanto riguarda gli uccelli alcune specie sono più semplici di altre: i granivori non hanno problemi, perché imparano autonomamente a cercare i semi, mentre è importante insegnare a cacciare ai predatori come i rapaci. Devono imparare a riconoscere e catturare una preda prima di essere reintrodotti».

L’evento della liberazione dei rapaci che si terrà domani è un’occasione importante per osservare da vicino questi affascinanti animali e contemporaneamente sensibilizzare il pubblico sui rischi che corre la fauna selvatica e sapere a chi rivolgersi in caso di avvistamento di un animale in difficoltà.

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Yuri Digiuseppe
Redattore
Classe '94, appassionato di animali e scienze sin da piccolissimo, sono un naturalista di formazione, specializzato in paleontologia e divulgazione. Mi è sempre venuto spontaneo spiegare agli altri le bellezze della natura e passare intere giornate ad osservare piante e animali di ogni tipo ovunque andassi, per poi tornare a casa e disegnarli. Vorrei contribuire ad avvicinare il pubblico all'ambiente ed essere parte di una ritrovata armonia uomo-natura, per il bene e la salvaguardia di ogni specie.
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