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1 Gennaio 2022
11:00

Il gheppio comune (Falco tinnunculus)

Il gheppio comune è un rapace diffuso nel nostro paese, riconoscibile per il caratteristico volo chiamato "spirito santo". La sua grande capacità di adattamento gli permette di sopravvivere in un'ampia varietà di ambienti.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il gheppio comune (Falco tinnunculus) è un rapace della famiglia falconidae diffuso in Europa, Africa e Asia e particolarmente famoso per la sua caratteristica tecnica di volo, chiamata "spirito santo". Quando la mette in pratica, il gheppio riesce a rimanere immobile nell'aria formando una figura che ricorda appunto l'iconografia classica della colomba ad ali aperte.

Come riconoscere un gheppio

Il gheppio comune è una specie di dimensioni più ridotte rispetto alla media dei rapaci. Gli adulti, infatti, hanno un peso corporeo che varia dai 150 ai 190 grammi e un'apertura alare che generalmente non supera i 70 -80 centimetri. La forma del corpo è slanciata e le ali sono relativamente strette, lunghe e appuntite. Il piumaggio del gheppio varia dal grigio al marrone, ma il dorso è generalmente più scuro rispetto alla parte anteriore del corpo. Le ali, invece, hanno una zona nera vicino alla punta e sono più pallide nella parte inferiore. La coda è lunga e arrotondata e presenta una banda terminale completamente nera.

Il dimorfismo sessuale è evidente, in primo luogo per via delle maggiori dimensioni delle femmine e, poi, per il fatto che i  maschi hanno spesso la coda e il capo di colore grigio – blu, mentre le femmine, secondo quanto decritto dalla IUCN, hanno colori meno brillanti e più tendenti al bruno – rossastro. Entrambi i sessi mostrano però una macchia scura sotto gli occhi, i quali sono gialli e leggermente infossati.

Il becco è breve e adunco. Ha una parte gialla, ma termina con la punta di colore grigio brunastro. Le zampe sono gialle, con lunghi artigli scuri ed uncinati.

I piccoli hanno colori molto chiari (dal bianco al marrone) e crescendo sviluppano un piumaggio dai colori simili a quelli degli adulti. Inizialmente assomigliano maggiormente alle femmine, ma hanno piume più arruffate.

Questa specie potrebbe venire scambiata con lo sparviere eurasiatico (Accipiter nisus): ciò che permette di distinguerli sono le ali più appuntite del gheppio.

Infine è possibile riconoscere il gheppio anche attraverso alcune delle sue numerose vocalizzazioni. Una in particolare viene descritte talvolta come simile ad un kee-kee-kee. Questo particolare verso viene emesso soprattutto quando vi è una minaccia per i piccoli.

La vita del gheppio

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Il gheppio è un uccello sia migratore stanziale che, durante la stagione del corteggiamento e degli accoppiamenti (febbraio/aprile), si esibisce in dimostrazioni di abilità nel volo e in una grande varietà di richiami. Proprio da una delle sue vocalizzazioni, che assomiglia al tintinnio di una campana, deriva  il nome latino Falco tinnunculus. Le coppie riproduttrici durano nel tempo e durante la stagione degli accoppiamenti, che va da febbraio ad aprile, sono osservabili spesso insieme mentre volano a grandi altezze o si cimentano in improvvise picchiate verso il nido.

Fino al momento della deposizione delle uova, i maschi si occupano di procurare il cibo per le femmine, le quali diventano sempre più sedentarie e rimangono nel proprio nido. Il numero di uova deposte nell'unica cova annuale va da un minimo di 3 a un massimo di 7. Si schiudono dopo circa 26-34 giorni di cova, la quale viene svolta unicamente dalla femmina. L'involo avviene dopo circa un mese, ma i giovani rimangono dipendenti dai genitori finché non saranno in grado di cacciare autonomamente: circa 7 o 8 settimane. Con l'arrivo della successiva stagione degli accoppiamenti, i giovani gheppi avranno già raggiunto la maturità sessuale, ma difficilmente riescono a riprodursi il primo anno. La durata media della loro vita, secondo quanto riportato sul sito del Michigan Museum of Zoology, è di circa 16 anni.

I gheppi sono riconoscibili per il loro comportamento durante la caccia, quando volano a circa 10 -20 metri di altitudini in cerca delle prede,  visibili grazie alla loro vista estremamente acuta. Spesso scelgono luoghi come i bordi delle strade o altre zone dove siano presenti pali e lampioni che forniscano la possibilità di osservare il mondo dall'altro senza librarsi in volo. Se il loro territorio di caccia viene minacciato da altri rivali, possono diventare anche molto aggressivi.

Habitat e distribuzione

L'areale di diffusione di questa specie è molto vasto e tocca tutti i continenti fatta esclusione dell'Antartico e dell'Oceania. Il numero di individui maturi nel nostro paese, secondo quanto riportato dalla IUCN, raggiunge i 16-24 mila individui. Si tratta di un animale che si adatta con semplicità ad un gran numero di condizioni ambientali, a partire dal livello del mare fino a raggiungere, in alcune parti del mondo, anche i 3500 metri di altitudine. Non è inusuale osservarlo in prossimità di zone agricole e all'interno di centri urbani anche di medie dimensioni. Generalmente, però, preferiscono i campi aperti ed erbosi e i terreni agricoli i quali offrono spazi aperti che permettono di avere una visuale migliore per cacciare. Non disdegnano, infine, le zone boschive e paludose, a patto che vi sia un'ampia disponibilità alimentare.

Cosa mangia il gheppio

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Il gheppio comune si nutre principalmente di piccoli mammiferi, come ad esempio le arvicole ed i topi. In alcuni ambienti caccia anfibi, rettili o altri uccelli. Se l'ambiente lo permette, inoltre, preleva anche scarti di carne lasciati a disposizione da altri animali o dall'uomo. In uno  studio condotto durante la stagione riproduttiva del 2012 nella Riserva Naturale di Decima-Malafede (Lazio), i ricercatori hanno rilevato una dieta basata per il 46% su uccelli, mentre la restante parte è suddivisa in mammiferi (27,0%), rettili (19%) e insetti (7,6%). Secondo questo risultato, gli individui osservati nell'area del Mar Mediterraneo risultano nutrirsi di una quantità più ampia di specie rispetto agli individui delle zone a clima continentale, dove i micro-mammiferi rappresentano le prede più comuni.

Il carattere opportunistico del gheppio gli permette di sfruttare le risorse più abbondanti all'interno del proprio territorio di caccia. Per quanto riguarda il nutrimento dei pulli, i genitori tendono a procurarsi per loro prede di minori dimensioni, le quali sono rappresentate generalmente da insetti e piccoli rettili.

Un ulteriore studio condotto nella zona di Alicante, in Spagna, tra il 2012 e il 2014 ha rilevato per la prima volta il consumo, da parte del gheppio comune, del coleottero invasivo chiamato comunemente punteruolo rosso delle palme (Rhynchophorus ferrugineus).

Il gheppio e l'uomo

Il gheppio comune è una specie  classificata come LC (Minor Preoccupazione) nella Lista Rossa 2018 dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN). Nonostante la diffusione e l'abbondanza di questo rapace, è importante ricordare che negli anni 50 e 60 sono avvenuti numerosi declini dovuti all'eccesso di utilizzo di pesticidi. La specie risente inoltre dell'intensificazione delle pratiche agricole e dei cambiamenti nelle colture.

Nei suoi confronti sono previste misure speciali di conservazione per quanto riguarda l'habitat, nei confronti della quale sono richiesti accordi internazionali per la sua conservazione e per la gestione nella Convenzione di Bonn. Viene inoltre considerata rigorosamente protetta dalla Convenzione di Berna e particolarmente protetta anche in Italia, grazie alla Legge 11 febbraio 1992, n. 157, art. 2.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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