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11 Maggio 2021
10:50

Perché un cane abbaia ad altri cani?

Quante volte vi sarà capitato di assistere a questa scena: due cani che si incontrano per strada, magari ai due lati della strada, e cominciano ad abbaiare facendo scoppiare il finimondo. Ma perché lo fanno? E cosa succede se si incontrano? Ecco cosa bisogna osservare per capire perché il nostro cane abbaia ad altri cani e qual è il suo stato d'animo.

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Per chi vive in una qualsiasi città è una scena ricorrente: due cani, a spasso coi loro umani, si incrociano sul marciapiede o dai lati di una strada e, giunti ad una certa distanza, all’improvviso, scoppia il finimondo. Da che sembravano più o meno tranquilli, uno dei due oppure entrambi partono in un fragoroso abbaio spesso ripetuto, accompagnato da balzi, guinzagli che si tendono e persone che, a seconda delle dimensioni del loro amico, faticano più o meno per contenere la sua esuberanza. Una variante sul tema è poi la seguente: un umano e il suo cane passano davanti a un cancello o a una recinzione e improvvisamente l’abitante a quattro zampe di quel giardino arriva come un missile accompagnando sonoramente i malcapitati passanti per tutta la sua lunghezza. Ma perché un cane abbaia verso gli altri cani? Cosa sta comunicando? C’è rischio che litighi se lo faccio avvicinare?

Perché il cane abbaia agli altri cani?

Sembra quasi di assistere a quelle scene in cui, nel traffico cittadino, due automobilisti, per una mancata precedenza o per una manovra un po’ troppo disinvolta, da persone civili si trasformano all’improvviso in rozzi cavernicoli i quali, più che con parole di senso, comunicano a urli e gesti il proprio disappunto. E in effetti a volte ciò non è poi così lontano dalla realtà. Infatti, l’uso della voce non ci serve sempre e soltanto per veicolare dei contenuti ma, così come per gli altri animali, anche per esprimere le nostre emozioni. In questi casi ciò a cui bisogna guardare non è tanto la scelta dei termini, ma quelli che tecnicamente si definiscono para-verbale e co-verbale, ossia da un lato l’intensità e la modulazione della voce, dall’altro i gesti che ad essa si accompagnano. Senza considerare anche questi aspetti sarebbe molto difficile interpretare situazioni che invece sono chiarissime. Allo stesso modo, senza un’osservazione completa, sarebbe difficile capire lo stato d’animo di un cane che abbaia verso un suo simile. Infatti l’abbaio viene usato per esprimere emozioni e queste possono manifestarsi in una vasta gamma che può andare dalla gioia estrema fino all’allerta o anche alla paura.

Cosa fare quando il cane abbaia ad altri cani

Ma proviamo ad analizzare meglio e a dare qualche strumento di interpretazione. Dall’intensità dell'abbaio possiamo comprendere il grado di eccitazione. Questo aspetto è di grande importanza perché ha conseguenze sul comportamento e, in particolare, sulla capacità di riflettere prima di compiere un’azione. Più è intenso l’abbaio più sarà facile che ne seguano comportamenti impulsivi e che prevedono un approccio più irruento o anche l’uso della bocca. Se dunque due cani si stanno abbaiando in maniera continua e ripetuta non solo è assolutamente sconsigliabile farli avvicinare perché alto sarebbe il rischio che possano arrivare a litigare e perfino a mordersi, ma potrebbe essere pericoloso anche provare a mettersi nel mezzo. Nella concitazione del momento infatti c’è il rischio che anche una mano o una gamba possano diventare un involontario bersaglio. Altra cosa invece se l’abbaio è singolo e non ripetuto. In questo caso potrebbe essere un semplice avviso o un modo per segnalare un’allerta.

La differenza tra ringhio, uggiolio e pianto

Un ulteriore aspetto che può aiutarci a comprendere meglio lo stato d’animo del nostro amico riguarda poi la modulazione del suono. Le vocalizzazioni infatti possono assumere tonalità estremamente diverse che vanno dal ringhio fino all’uggiolio o al pianto. Se non è difficile immaginare che un cane sta dimostrando allerta o una vera e propria avversione quando ringhia oltre che abbaiare, più difficile invece distinguere pianti e uggiolii. La differenza più comune è che in genere il pianto, che indica paura, è quasi sempre successivo ad un approccio che viene considerato troppo brusco o invadente. Esso è in genere accompagnato da un tentativo più o meno repentino di prendere distanza. L’uggiolio invece può manifestarsi anche prima dell’avvicinamento e in genere indica una curiosità o un’aspettativa. È tipico, per esempio, quando si incontra un cane già conosciuto o un compagno abituale di giochi, oppure può capitare quando l’interlocutore viene riconosciuto appartenere all’altro sesso (insomma potrebbe essere una avance).

Importante osservare la postura del nostro cane e di quello che si incontra

Vi è poi un ulteriore aspetto da considerare, che più sopra abbiamo definito come co-verbale (ossia che è assieme al verbale). Le vocalizzazioni infatti sono sempre accompagnate da gesti e posture che le rafforzano e le chiariscono (un po’ come un gestaccio può affiancarsi e chiarire un’imprecazione). E così se all’abbaio si associano dei balzi, col peso in avanti è facile che si tratti di una minaccia, se invece il corpo è portato all’indietro può esservi paura, mentre l’uggiolio o l’abbaio di curiosità sono in genere associati a una posizione più statica e precedono un avvicinamento più tranquillo.

E tanto poi dipende anche da noi e dall’uso che facciamo del guinzaglio

Naturalmente queste sono solo indicazioni di massima perché il comportamento dei nostri amici è molto più complesso e può di molto variare sia in base al contesto che alla razza e alle caratteristiche del singolo soggetto. Il consiglio è sempre quello di consultare un educatore o un istruttore per approfondire meglio i comportamenti del proprio cane. La formazione di queste figure prevede infatti dalle 200 alle 400 ore a cui si aggiunge l’esperienza con tanti casi diversi.

Vi è poi un ulteriore motivo per consultare una di queste figure: molto spesso l’abbaio del nostro cane e il suo comportamento possono essere molto influenzati dal fatto di essere legato al guinzaglio. Questo strumento da una parte porta il cane a doversi adeguare alle distanze e alle traiettorie scelte dal suo umano anche là dove, se potesse, ne prediligerebbe altre, specie nell’approccio con cani estranei; dall’altra, attraverso più o meno volontarie tensioni, può trasmettere molte informazioni all’interno della coppia e con esse anche le più diverse emozioni, tra cui anche paura, ansia o nervosismo.

Meglio dunque non affidarsi al fai da te e ricordiamoci che chiarire un dubbio quasi sempre costa molto meno che risolvere un problema. In ogni senso.

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Francesco Cerquetti
Esperto in etologia applicata e benessere animale
Laureato in Filosofia a partire dal 2005 ho cominciato ad appassionarmi di cinofilia approcciando il mondo dei canili. Ho conseguito il Master in Etologia Applicata e Benessere animale, il titolo di Educatore Cinofilo e negli IAA.
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