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21 Ottobre 2023
14:00

Perché il mio cane è indifferente all’abbaio degli altri cani, ma reagisce ai rumori urbani?

Può capitate che cane resti indifferente all'abbaio degli altri cani, ma reagisca ai rumori urbani, come ad esempio il passaggio di un'automobile, il campanello di una bicicletta o un clacson. I motivi sono soggettivi, ma fattori da non sottovalutare sono la conoscenza dell'ambiente urbano e l'abitudine a interagire con i propri simili.

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Trascorrendo le giornate insieme ai nostri cani ci saremo certamente accorti che alcuni rumori generano in loro reazioni di allerta, mentre altri li lasciano completamente indifferenti. Talvolta ad esempio, un cane resta indifferente all'abbaio degli altri cani, ma reagisce ai rumori urbani, come ad esempio il passaggio di un'automobile, il campanello di una bicicletta, una saracinesca che si abbassa, oppure il rumore prodotto dai camion, che può essere associato anche alle vibrazioni dei motori e del rotolamento pesante delle gomme sulla strada.

Per capire come mai, bisogna tenere presente che questi comportamenti sono profondamente soggettivi e che i cani hanno una percezione dei suoni differente dalla nostra, che li porta a sentire una gamma di rumori per noi impercettibili. Vi sono inoltre altri due fattori da non sottovalutare, ovvero la conoscenza (o meno) dell'ambiente urbano e l'abitudine (o meno) e il piacere nell'interagire con i propri simili in un determinato momento. Non dobbiamo però generalizzare, perché ogni individuo è a sé stante e le sue reazioni sono quindi spesso imprevedibili.

Infine, per rispondere in maniera precisa a questa domanda, è bene sottolineare che i suoni urbani e gli abbai non possono essere paragonati. Gli abbai hanno infatti anche un significato comunicativo e, per questo motivo, possono portare a un'infinità di reazioni diverse. Queste reazioni sono legate a fattori che poco hanno a che fare con la loro percezione dei suoni e molto di più, invece, con l'abitudine e l'interessa ad interfacciarsi con altri cani.

Come percepiscono i suoni i cani?

Dal punto di vista anatomico l'apparato uditivo del cane mostra evidenti differenze rispetto al nostro: la dimensione e la possibilità di muovere le orecchie sono gli aspetti più evidenti, ma a guardarlo più da vicino, il padiglione auricolare del cane è dotato di un gran numero di corrugazioni, che hanno la funzione di amplificare la ricezione dei rumori e direzionarli verso l'orecchio interno.

Vi è poi un'importante differenza legata alle frequenze. I cani, infatti, sono capaci di rilevare suoni dai 20 Hz fino ai 35.000/40.000 Hz, rispetto ai 20.000 Hz massimi a cui arriva l'orecchio umano. Ciò significa che quando notiamo in lui una reazione improvvisa, potrebbe aver sentito un suono che a noi è precluso e, comunemente, questi rumori prendono il nome di ultrasuoni.

Di fronte a suoni nuovi, oppure a rumori di cui il cane non comprende l'origine, potrebbe immobilizzarsi, piegare la testa, alzare le orecchie o mostrare altre posture tipiche dell'attenzione: muscoli tesi, collo allungato, coda ritta e ferma. Se invece i rumori lo portano a vivere condizioni di vera e propria paura, il cane potrebbe cominciare a tremare, oppure a sbavare, ad abbaiare a qualunque cosa si muova, oppure a tirare al guinzaglio nel tentativo di allontanarsi quanto prima dalla situazione di disagio. In questi casi, è bene ricordarlo, è importante rivolgersi ad un istruttore cinofilo che sia in grado di riconoscere i disturbi alla base dei disagi e guidare il cane e l'intera famiglia verso una condizione di maggiore tranquillità.

Perché alcuni suoni lasciano indifferenti i cani e altri li fanno reagire?

La risposa a questa domanda è in realtà più semplice di ciò che potrebbe sembrare: il motivo per cui alcuni suoni lasciano indifferenti i cani e altri li fanno reagire è legato al significato che il singolo soggetto ha assegnato a un determinato rumore. Se un suono è nuovo, è più facile che attiri l'attenzione, mentre se è un suono è già conosciuto, potrebbe lasciare indifferente il soggetto, a meno che non si tratti di un segnale abbinato a qualcosa di gradito o non gradito.

Come sempre, inoltre, non dobbiamo sottovalutare il valore che possono avere le emozioni anche nella reazione alla percezione dei rumori. Ciò che si prova nel momento in cui si sente un suono, infatti, potrebbe condizionare la reazione che si avrà in futuro, quando ci si troverà in una condizione simile. Se il cane si è spaventato quando ha sentito un clacson, un campanello improvviso, oppure la sirena di un'auto della polizia, è facile che, risentendolo in futuro, torni a reagire in maniera simile.

Se il suono, però, non ha causato alcuna reazione negativa e non ha avuto conseguenze, è probabile che il soggetto si abitui rapidamente alla sua esistenza e, in un secondo momento, lo viva con indifferenza.

La sensibilità dei cani nei confronti degli ambienti urbani è un argomento molto vasto, che può dipendere da un'enorme varietà di fattori individuali sia innati che legati alle esperienze vissute. Per provare a darsi una spiegazione, però, si può analizzare il rapporto che il soggetto ha con questi ambienti: se la città rappresenta un posto sconosciuto, ricco di stimoli improvvisi e spaventosi, infatti, è più facile che anche i suoni che la contraddistinguono vengano vissuti con preoccupazione.

Il cane potrebbe inoltre essere particolarmente sensibile a determinati suoni urbani perché in passato lo hanno allertato, oppure perché generano una reazione (positiva o negativa) nel pet mate al fianco del quale passeggia, oppure ancora perché, più semplicemente, non li ha mai sentiti prima di quel momento.

Ciò non ha però niente a che fare con l'indifferenza nei confronti degli abbai dei propri simili. La comunicazione verbale intraspecifica, infatti, non va accomunata ai suoni dell'ambiente urbano, perché riguarda un'interazione attiva tra simili e la scelta di non reagire è quindi (ancora una volta) legata ad aspetti profondamente individuali e abbinati al singolo momento in cui ciò avviene: un cane che non reagisce ad un abbaio in un determinato contesto, infatti, non è scontato che si comporti allo stesso modo incontrando il cane in un ambiente differente.

Infine, è importante ragionare sul fatto che anche se il cane dà l'impressione di ignorare un suo simile che abbaia, non significa che questa scelta sia effettivamente legata all'indifferenza. Spesso, infatti, "fare finta di niente" potrebbe anche essere utile, ad esempio, per portare l'altro a cambiare strategia comunicativa, oppure per fargli capire che non si hanno intenzioni minacciose nei suoi confronti.

Come gestire la sensibilità del cane ai rumori urbani

Come abbiamo visto, la sensibilità potrebbe essere determinata da una mancanza di conoscenza del contesto urbano. In questo caso il consiglio è quello di addentrarsi nelle città con gradualità, lasciando il tempo necessario al cane per comprenderne i meccanismi, i suoni, gli odori e i movimenti, che a loro volta fanno parte dell'universo percettivo del soggetto. Si può provare ad avvicinarsi ad un piccolo centro urbano, per poi addentrarsi in spazi via via più rumorosi. Se in questo percorso ha l'opportunità di essere accompagnato da un umano affidabile, che dà attenzione alle sue emozioni, presto la sensibilità verrà superata e molti rumori della città verranno ignorati.

La cosa è diversa se si tratta di un cane che conosce già questi ambienti e li vive con preoccupazione, ansia o paura. In questo caso è importante rivolgersi a un istruttore cinofilo che possa aiutare, anche attraverso la relazione con il pet mate a ricostruire in maniera nuova la propria immagine della città e dei suoi rumori, per iniziare a viverli con più consapevolezza e sicurezza.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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