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28 Settembre 2022
10:30

Morso in area cani: chi è responsabile?

Se un cane ne morde un altro o morde una persona nell'area cani, chi è il responsabile? La legge non fornisce una risposta univoca, vediamo alcuni casi.

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Articolo a cura dell' Avvocato Salvatore Cappai
Civilista, esperto in diritto degli animali
cane morso

Chi è responsabile se un cane ne morde un altro (o morde una persona) all’interno dell’area cani? Non è possibile fornire una sola risposta, che valga sempre.

In concreto le situazioni possono variare di molto e si può andare da casi in cui il pet mate risulti pienamente responsabile, ad altri in cui la sua responsabilità venga parzialmente o completamente esclusa. Di certo, il fatto di trovarsi all’interno di un’area dedicata ai cani non esonera il pet mate da un obbligo di custodia e costante controllo del proprio animale.

Responsabilità in caso di zuffa tra cani

In via generale – anche al di fuori delle apposite aree a loro destinate – le dinamiche di una rissa tra cani possono essere assai diverse. Come conseguenza si può avere una differente ripartizione delle responsabilità dei custodi.

Per fare due esempi molto semplici:

  • un cane lasciato libero di girare per strada ne aggredisce uno che invece è regolarmente tenuto al guinzaglio dal proprio pet mate. In questo caso è molto probabile che un giudice chiamato a valutare la faccenda attribuisca tutta la responsabilità al custode del cane che vagava libero;
  • in uno scontro tra due cani, entrambi lasciati liberi di girare senza guinzaglio, è invece ipotizzabile una ripartizione paritaria di responsabilità tra i pet mate.

Va detto che ogni caso è a sé stante e non si può fornire una risposta che valga sempre e comunque. Potrebbe aversi il caso in cui uno dei due custodi sia rimasto con il proprio cane e lo abbia controllato, cercando vanamente di separarlo dal rivale e l’altro invece se ne sia completamente disinteressato. In tale ipotesi la ripartizione delle colpe potrebbe essere diversa da un 50% per ciascuno.

Insomma, l’attribuzione di responsabilità è un’attività complessa che va effettuata tenendo conto di ogni aspetto del caso concreto, ma una cosa è certa: colui che custodisce un animale non ne deve mai perdere il controllo e deve evitare che questo causi danni ad altri animali o a terze persone, anche qualora non sia previsto l’obbligo di utilizzo del guinzaglio.

Responsabilità del pet mate in area cani

Innanzitutto chiariamo che per area cani (o di sgambamento, sgambatoio per cani) si intende uno spazio, solitamente verde o sterrato, dedicato al loro svago; all’interno i cani possono essere liberati (dal guinzaglio) per correre, giocare e socializzare tra loro. Solitamente enti e associazioni predispongono puntuali regolamenti per l’utilizzo di detti spazi: viene chiesto al custode di accedere all’area con il proprio cane e, comunque, di mantenerne un costante controllo; si richiede una regolarità di vaccinazioni e l’avvenuta iscrizione in anagrafe degli animali d’affezione; sono posti limiti a cani già valutati come pericolosi; si fissa un numero massimo di cani che possono eccedere contemporaneamente; e così via.

Tanto premesso, e precisata l’importanza di rispettare i regolamenti, occorre subito chiarire che quanto detto in via generale (si veda il paragrafo precedente) è altresì valido se un cane ne aggredisce un altro all’interno dell’area cani o se, come sovente capita, sempre all’interno della stessa area, morde una persona. Il fatto che i cani possano muoversi liberi da guinzaglio e museruola, infatti non libera i custodi da possibili responsabilità.

Un esempio paradigmatico di questa affermazione lo si trova in una recente sentenza della Corte di Cassazione (sentenza n. 31874 del 2019 della Cassazione Penale) con la quale una donna è stata condannata perché il proprio cane ha morso un bambino di cinque anni, accompagnato dalla nonna, all’interno di un’area cani. La donna, che poco prima del fatto lesivo si era allontanata dalla stessa area per sedersi in una panchina in compagnia di un altro cane di piccola taglia, ha cercato di difendersi sostenendo che quello spazio fosse dedicato proprio ai cani liberi e che il bambino non potesse accedere. Ha tentato di scaricare ogni colpa sulla nonna. La Corte ha confutato pesantemente questa tesi ed ha ritenuto la donna colpevole, principalmente per essersi disinteressata del proprio animale e aver omesso ogni forma di controllo (tanto che non ha neppure sentito le urla del bambino e della nonna al momento dell’aggressione). I giudici, peraltro, hanno anche dato rilevanza alla taglia del cane (un Pastore tedesco), evidenziando come la custodia e l’attenzione debbano essere anche commisurate alla potenziale pericolosità di un cane. Anche perché un conto è lasciare incustodito un Chihuahua e un altro lasciare da solo un cane di grossa taglia. Le possibilità che causino danni a terzi con un morso sono ben diverse.

In conclusione, si può dire che anche se un cane si trova all’interno di un’area a lui destinata, nella quale può stare senza guinzaglio e museruola, le attenzioni del pet mate devono essere sempre massime. Il fatto che possa vagare libero e che ci sia una recinzione che lo isoli dall’esterno non costituisce una ragione di esclusione di responsabilità (più o meno ampia a seconda del caso) in caso di aggressioni ad altri cani o a persone.

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Salvatore Cappai
Avvocato
Avvocato con la passione per la divulgazione. Mi occupo di diritto civile, con particolare riguardo ai campi della responsabilità civile, dell’assistenza alle imprese e del “diritto degli animali”. Mi sono avvicinato a quest’ultima materia circa dieci anni fa, quando ho incontrato Gaia, la mia cagnolina, che ha stravolto la mia visione sul mondo degli animali e sulla vita assieme a loro. La mia community social, nella quale da anni informo con semplicità su tematiche giuridiche, conta oltre 350.000 iscritti.
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