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17 Maggio 2022
9:00

Come comportarsi in area cani

L’area cani è uno spazio pubblico, per questo non dobbiamo consentire al nostro cane alcuni comportamenti. Vediamo quali.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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La maggior parte dei Comuni italiani vede oggi la presenza sul proprio territorio di aree per cani. Sono la risposta urbanistica ad una crescente richiesta di allargamento di spazi di cittadinanza per il cane nella società. Seppure abbiano l'obiettivo di soddisfare concretamente il diritto del cane alla libertà, purtroppo non vengono quasi mai progettate e  realizzate rispettando neanche i più elementari criteri etologici.

Fa eccezione Milano, dove negli ultimi anni sono state attuate politiche di sperimentazione, ad esempio realizzando aree cani “non convenzionali”, ovvero molto estese e senza recinzione. Zone di pertinenza segnalate con paletti di legno e cartellonistica a indicare percorsi e fasce orarie in cui poter passeggiare nel verde pubblico con il cane in libertà.

Non abbaiare, non è casa tua!

L’area cani è uno spazio pubblico e non deve appartenere a nessuno. Per questo non dobbiamo consentire al nostro cane di fare branco al suo interno ed unirsi all’abbaio degli altri per controllare gli accessi.

Essere accolti dal frastuono disincentiva chiunque dall’entrare con serenità e di conseguenza limita la fruizione pubblica dell’area. Nel caso specifico non dobbiamo ignorare l’abbaio di gruppo ritenendolo espressione della tendenza naturale del cane a difendere il territorio. L’area cani, infatti, non è un territorio ma un luogo di transito dove poter godere tutti, a turno, di un  momento di libertà, in condizioni di sicurezza.

No agli inseguimenti di gruppo

Quando entriamo in un’area cani non dobbiamo subito metterci al telefono e distrarci ma vigilare, seppure in modo rilassato, sui comportamenti del nostro animale e intervenire laddove necessario.

Vedendo i cani correre ed interagire fisicamente siamo quasi sempre portati a pensare che stiano giocando e che la cosa sia positiva. Tuttavia non è sempre così, anzi. Se, ad esempio, un’interazione avviene tra soggetti che si conoscono poco o che hanno tra loro differenze caratteriali è possibile che dietro questa apparenza ludica si nascondano strategie sociali raffinate in cui qualcuno voglia imporsi ed altri cerchino di evitare i conflitti.

Senza scendere nei dettagli seguiamo una regola semplice: vietiamo al nostro cane di partecipare a inseguimenti di gruppo. Intervenire sarà necessario proporzionalmente ai seguenti fattori:

  • se il cane inseguito è nuovo;
  • se il cane inseguito è appena entrato;
  • se il cane inseguito è di taglia più piccola rispetto agli inseguitori;
  • se il cane inseguito ha paura;
  • se la velocità di inseguimento è alta.

Non fare lo stalker!

I cani maschi che vivono in famiglia non crescono in un branco dove gli adulti si occupano di regolare i comportamenti ormonali. In un contesto di crescita carente di regole sociali intraspecifiche è facile vedere cani maschi assumere comportamenti fastidiosi di corteggiamento verso le femmine. Flirt insistenti e che aumentano nonostante gli stop ricevuti. Situazioni stressanti sia per il maschio che, nel vivere un picco ormonale, perde lucidità sia per la femmina che, non riuscendo ad uscire dalla situazione, va in ansia.

In questi momenti ritenuti erroneamente normali, all’interno delle aree cani si creano forti tensioni che spesso sfociano in risse come quando, ad esempio, si intromettono altri cani maschi. È necessario acquisire competenze comunicative efficaci con cui modulare o interrompere il nostro maschio prima che diventi uno stalker e combini qualche guaio.

Non dare cibo!

Sappiamo bene come il cane tenda a perdere il controllo davanti al cibo. Per questo non è comprensibile il motivo che spinge alcune persone a dare bocconcini, creando intorno a sé un folto capannello di cani in attesa.

Ai cani piace ricevere cibo dalle nostre mani ma dobbiamo essere consapevoli che stiamo innescando una situazione di competizione su una risorsa. Il potenziale di rischio aumenta quando a trovarsi spalla a spalla ci saranno cani che si conoscono poco o che magari hanno avuto screzi in precedenza. Essendo l’area cani una dimensione pubblica, è plausibile che ad essere attirati dalla promessa di bocconcini non saranno solo i cani direttamente invitati ma anche altri che si trovano nelle prossimità.

Per questo nulla è vietato in senso stretto ma è necessario fare sempre grande attenzione.

Non giocare con la pallina

È sbagliato giocare con la pallina all’interno di un’area cani. Esiste un evidente rischio competitivo. Inoltre, che senso ha coinvolgere il cane in un gioco a due con noi quando avrebbe modo di relazionarsi ai propri simili? Lo svolgimento di questo gioco, infatti, lo rende totalmente avulso da ogni interesse sociale. Concentrato ad inseguire la pallina, gli altri cani rappresentano solo dei potenziali competitori. Non è sbagliato il gioco in sé, ma è profondamente inadeguato in un contesto pensato per l’esplorazione in libertà e l’incontro sociale.

Area cani come zona di passaggio

Vale sempre la pena ricordare che l’area cani prima ancora che uno spazio è un servizio di cui usufruire in modo intelligente. La prima regola che si dovrebbe rispettare è quella di non rimanerci troppo a lungo. Dopo una decina di minuti anche l’area cani più grande avrà esaurito per il nostro cane la sua funzione.

L’area cani non dovrebbe essere pensata principalmente come luogo di incontro e di gioco ma come spazio in cui il cane possa perlustrare ed annusare in tutta libertà e sicurezza. Una zona di transito e non la meta principale dell’uscita.  Non un approdo in cui piazzare le tende e bivaccare come fanno in tanti, diventando di fatto i proprietari illegittimi di uno spazio pensato per tutti. L’area cani è solo una tappa all’interno di una passeggiata, più lunga, articolata e stimolante.

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David Morettini
Educatore e istruttore cinofilo CZ
Laureato in Filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Firenze, educatore e istruttore cinofilo. Sono docente SIUA e di altre scuole di formazione cinofila, e docente nei master universitari di istruzione cinofila e medicina comportamentale. La mia missione è quella di formare persone che sappiano lavorare nel pieno rispetto della dignità e dell’intelligenza del cane, tutelandone l’autonomia e non la dipendenza dall’essere umano.
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