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23 Aprile 2022
17:00

L’uomo sta interrompendo il rapporto tra dieta e dimensioni dei vertebrati portandoli all’estinzione

Dimensioni del corpo e dieta vanno di pari passo nei vertebrati. Gli animali esclusivamente erbivori o carnivori sono generalmente più grossi di tutti quelli che seguono altre diete. Un modello che dura da milioni di anni che, tuttavia, l'uomo sta interrompendo per la prima volta.

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La dieta e le dimensioni dei vertebrati sono indissolubilmente interconnesse tra loro. Tutti gli animali che sono esclusivamente carnivori oppure erbivori sono infatti generalmente molto più grossi di quelli onnivori o di quelli che si nutrono solamente di invertebrati. Questa modello ecologico che lega dieta dieta e massa corporea va avanti da circa 66 milioni di anni, ma secondo un nuovo studio pubblicato su Nature Ecology and Evolution l'uomo e le sue attività lo stanno interrompendo portando sempre più specie di grandi dimensioni all'estinzione.

Gli scienziati descrivono questa relazione tra dieta e dimensioni corporee come un modello con una struttura a forma di U. Le parti più alte della U, i vertici, rappresentano da un lato i grossi erbivori e dall'altro le loro controparti carnivore. Tutti gli altri vertebrati invece, quelli più piccoli, sono invece nella parte centrale, quella più bassa, dove si trovano onnivori e invertivori, quelli che mangiano solo insetti o altri invertebrati.

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Esiste un legame forte tra dieta carnivora ed erbivora, come quella di questo rinoceronte indiano, e le grosse dimensioni nei mammiferi terrestri

Secondo i ricercatori, questa caratteristica conformazione nella struttura delle dimensioni degli animali moderni, è alla base di ogni ecosistema dal Paleocene, cioè da almeno 66 milioni di anni, quando si sono estinti i giganteschi dinosauri, che lasciando vuote le loro nicchie ecologiche hanno permesso ai mammiferi di occuparle, potendo evolvere così forme sempre più grosse.

Il legame tra dieta e dimensioni corporee dipende dal fatto che i cibi a base vegetale sono relativamente poveri di nutrimenti, questo significa che gli erbivori di grosse dimensioni sono avvantaggiati da un punto di vista evoluzionistico perché possono mangiare di più e cercare più facilmente cibo, che tra l'altro è disponibile praticamente sempre e in grosse quantità.

D'altra parte, per potersi riempire la pancia, anche i carnivori devono stare al passo con gli erbivori ed essere più grossi possibile se vogliono catturare una preda. Altrimenti non potrebbero abbattere alcuna preda. È stata questa una delle pressioni selettiva che ha invece favorito l'evoluzione dei grossi carnivori.

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L’uomo sta sistematicamente portando all’estinzione i mammiferi più grossi, rischiando di compromettere gli ecosistemi e interrompendo modelli ecologici che durano da milioni di anni

Questa tendenza evoluzionistica è stata molto costante nel tempo, quasi una sorta legge ferrea, soprattutto nei mammiferi terrestri. Purtroppo però, l'uomo sta sistematicamente eliminando dalla faccia della Terra tutti i carnivori e gli erbivori più grossi, interrompendo così un modello ecologico duraturo che resiste da milioni di anni.

I ricercatori avvertono che le conseguenze di tutto ciò sono imprevedibili e potrebbero essere molto pericolose. Non sappiamo cosa succederà all'interno degli ecosistemi una volta spariti questi animali, perché una cosa del genere non è mai successa prima della comparsa dell'uomo.

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Le conseguenze dell’eliminazione dei grandi mammiferi dagli ecosistemi sono imprevedibili e molto rischiose

Questo studio, il più completo finora mai realizzato sul rapporto tra dieta e dimensioni corporee nei vertebrati, rappresenta quindi anche un importante monito per l'umanità. L'interruzione definitiva di questo modello a U, analizzando le estinzioni recenti nei mammiferi, potrebbe purtroppo già concretizzarsi entro questo secolo. Diversi studi, tra l'altro, hanno più volte messo in correlazione con le attività umane l'estinzione della megafauna, il termine con cui si descrivono collettivamente gli animali di grosse dimensioni.

Le azioni di conservazioni per prevenire il declino dei grandi mammiferi dovranno perciò intensificarsi, altrimenti si rischia di compromettere definitivamente il funzionamento degli ecosistemi della Terra, alterando la composizione della biomassa e il modo in cui l'energia passa da un livello all'altro della catena alimentare. Con conseguenze nefaste per la nostra stessa sopravvivenza.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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