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26 Ottobre 2021
12:50

La tartaruga dalle orecchie arancioni (Trachemys scripta troostii)

La tartaruga dalle orecchie arancioni (Trachemys scripta troostii), chiamata anche "scivolatrice del Cumberland" (Cumberland slider), per via del luogo in cui avvenne il primo ritrovamento, ovvero le rive del fiume Cumberland, negli Stati Uniti, è un rettile appartenente alla famiglia degli emididi. Questa specie deve il suo nome italiano alle macchie poste ai lati delle membrane timpaniche, di colore giallo tendente all'arancione. A partire dagli anni 70, è stata commercializzata in molti paesi ed acquistata come animale da compagnia. La liberazione all'intero di ecosistemi diversi da quello nativo, l'hanno resa una specie alloctona in alcune zone del mondo, tra cui l'Europa, dove al giorno d'oggi chi ne possiede un esemplare è obbligato a dichiararlo.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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La tartaruga dalle orecchie arancioni (Trachemys scripta troostii) è un rettile appartenente alla famiglia degli emididi, anche noto con il nome "scivolatrice del Cumberland" (Cumberland slider), per via del luogo in cui avvenne il primo ritrovamento di un individuo di questa specie, ovvero le rive del fiume Cumberland, negli Stati Uniti centro orientali. Questa specie deve il suo nome italiano alle macchie poste ai lati delle membrane timpaniche, le quali, a differenza delle altre due sottospecie di Trachemys (T.s. scripta e T.s. elegans) sono di colore giallo tendente all'arancione.

Come è fatta la tartaruga dalle orecchie arancioni

La tartaruga dalle orecchie arancioni cambia colore con l'età: quando l'individuo è giovane infatti, il colore del carapace è verde acceso, per poi scurirsi con il passare de tempo fino a divenire marrone e, in alcuni casi, addirittura nero. Sempre con l'età, i maschi perdono anche le caratteristiche striature colorate presenti sugli scudi. La tartaruga dalle orecchie arancioni è molto simile alla sottospecie T.s. scripta, ma presenta una striatura stretta di colore arancio-giallo dietro gli occhi, che nelle altre sottospecie è di altri colori. Le striature sugli arti, sulla testa e sul collo, inoltre sono gialle e marroni, ma in numero inferiore rispetto a T.s. scripta e T.s. elegans.

Il piastrone, ovvero la parte inferiore del carapace, è di colore giallo e presenta evidenti macchie scure, le quali aumentano di dimensione con l'età.

Le dimensioni di un individuo adulto vanno dai 10 ai 29 centimetri ma i maschi rimangono sempre più piccoli delle femmine, permettendo così di determinarne facilmente il sesso. Il dimorfismo sessuale di questa specie è evidente anche per via della dimensione della coda (più grande nei maschi) e degli artigli anteriori (più evidenti sempre nei maschi), mentre gli artigli posteriori, utilizzati per scavare i nidi, sono più lunghi nelle femmine.

Habitat e distribuzione

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Secondo quanto riportato sul sito della Global Biodiversity Information Facility questo rettile originario degli Stati Uniti, e più nello specifico del Tennessee e del West Virginia, è oggi diffuso in Europa (in particolare in Belgio, in Spagna e in Europa Nord orientale), in Canada, in Messico e in Corea del Sud. Anche all'interno degli Stati Uniti inoltre, sono avvenuti avvistamenti in luoghi distanti dall'habitat originale, in particolare nello stato del Nebraska.

Le tartarughe dalle orecchie arancioni sono, insieme a quelle dalle orecchie gialle e dalle orecchie rosse, specie di tartarughe palustri americane, questo significa che i loro habitat ideali sono caratterizzati dalla presenza di zone umide dove avere a disposizione molte ore di sole (come tutti gli animali a sangue freddo), ma anche ambienti acquatici dove poter nuotare e nutrirsi delle specie di acqua dolce.

Cosa mangia la tartaruga dalle orecchie arancioni

Questa specie ha un comportamento alimentare che cambia con l'età. Mentre gli individui giovani si nutrono prevalentemente di carne, maturando diventano onnivore e aumentano la quantità di alimenti di origine vegetale. Durante l'intera durata della vita passano quindi da preferire una dieta a base di ragni, cavallette, girini, pesci, lumache, uova di pesce e piccoli anfibi, a nutrimenti vegetali come foglie, fiori, alghe e semi. In ogni caso, questa specie è in grado di trovare nutrimento sia in acqua che sulla terra ferma. Secondo quanto riportato sul sito del Museo di Zoologia dell'Università del Michigan, vi è un'ulteriore differenza tra l'alimentazione dei maschi e quella delle femmine. Mentre i primi mangiano più materiale vegetale, le femmine consumano più invertebrati e si concentrano particolarmente sull'alimentazione carnivora durante i periodi della nidificazione, probabilmente per via della necessità di calcio in questo particolare periodo della vita.

Riproduzione

La vita delle tartarughe dalle orecchie arancioni ha inizio con la schiusa delle uova, le quali sono ovali e hanno dimensioni variabili in base alla dimensione della femmina che depone. Il sesso degli individui è determinato dalla temperatura ambientale: quando l'uovo viene deposto a meno di 28 °C, i piccoli saranno maschi, mentre oltre i 29,6 °C saranno tutte femmine. Le temperature all'interno di questo intervallo svilupperanno individui di entrambi i sessi. Il periodo di incubazione va dai 69 ai 95 giorni e anche in questo caso a determinare la durata è la temperatura ambientale: le tartarughe palustri americane infatti, sono in grado di posticipare la schiusa in caso non vi siano le condizioni adatte alla nascita.

Nelle zone climatiche in cui le temperature sono simili agli habitat naturali di questa specie, il periodo della riproduzione va da aprile ad ottobre e in condizioni ideali, l'accoppiamento può avvenire fino a dicembre. Mentre i maschi raggiungono la maturità sessuale tra i 2 e i 5 anni, le femmine necessitano invece di 5 – 8 anni. Ogni femmina può deporre fino a 4 volte l'anno dalle 6 alle 11 uova (in alcuni casi possono arrivare anche a 20). Il nido, che viene scavato dalla femmina ad un massimo di un chilometro e mezzo dal proprio habitat permanente, è posto generalmente in luoghi assolati, dove le temperature sono quindi più alte.

Come vive la tartaruga dalle orecchie arancioni

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La comunicazione intraspecifica delle tartarughe dalle orecchie arancioni è basata principalmente sulla vista e sul tatto e infatti, proprio attraverso il contatto, le tartarughe scelgono il compagno con cui accoppiarsi. Durante il corteggiamento il maschio morde e insegue le femmine, oltre a produrre vibrazioni nello specchio d'acqua con l'ausilio degli artigli anteriori, in direzione degli occhi delle femmine, le quali riconosceranno così le intenzioni del proprio simile.

All'interno del proprio ambiente naturale, le tartarughe dalle orecchie arancioni rischiano di venire predate da alcuni uccelli, ma anche dalle volpi (Vulpes vulpes) e dagli armadilli. Un ulteriore rischio per la sopravvivenza della specie all'interno del suo habitat è il traffico stradale, che ne causa ogni anno numerose morti. Le moffette (Mephitis mephitis) infine sono state osservate mentre si nutrivano di uova di tartaruga.

La durata della vita di questo rettile può raggiungere i 30 anni in natura, mentre in cattività, dove la temperatura è controllata e non vi sono predatori, può arrivare addirittura a 40 anni.

La tartaruga dalle orecchie arancioni e l'uomo

Le tartarughe dalle orecchie arancioni, come quelle dalle orecchie gialle e rosse, venivano considerate soprattutto a partire dagli anni 70, animali da compagnia. Per questo motivo negli ultimi 40 anni ne è aumentato il numero in tutti i paesi dell'Unione Europea. Inizialmente sono animali piccoli che danno l'impressione di non richiedere particolari cure. Si tratta però di una convinzione errata, in quanto il mantenimento in ambiente artificiale implica costante impegno per il mantenimento del benessere di questa specie che ha bisogno, tra le altre cose, di una dieta varia, un ambiente con temperature controllate e la possibilità di usufruire di sufficienti ore di sole. Queste tartarughe inoltre, soffrono spesso di infiammazioni agli occhi, ma anche di disturbi dell'alimentazione, soprattutto nel caso in cui non vi siano le condizioni di vita per garantire il sufficiente benessere.

Sempre più spesso quindi, una volta che le tartarughe raggiungono le dimensioni tipiche degli individui adulti, i proprietari abbandonano questi animali nell'ambiente, causando così numerosi problemi agli ecosistemi.

Le tartarughe T. s. sono oggi considerate specie alloctone pericolose per il mantenimento dell'equilibrio degli ecosistemi, questo perché competono con l'unica specie
di testuggine palustre che abbiamo in Europa, la meno variopinta e leggermente più piccola Testuggine palustre europea (Emys orbicularis). Secondo quanto riportato dalla LIPU, infatti, oltre ai cambiamenti climatici e alla bonifica delle aree umide in cui la specie autoctona è diffusa, l'altra causa che ne sta determinando la scomparsa è proprio la presenza delle tartarughe americane, decisamente più flessibili dal punto di vista dell'adattamento ambientale e alimentare.

La crescente diffusione nell’ambiente delle tartarughe (in particolare della sottospecie T.s. elegans) e i conseguenti danni e rischi sulla fauna autoctona, hanno spinto numerosi paesi a vietarne il trasporto, il commercio e la detenzione. Il Regolamento n. 2551/97 del 15/12/97 della Commissione della Comunità Europea ne ha sospeso l'introduzione e successivamente, nel 2000, è stata introdotta un'ulteriore modifica con il Regolamento europeo n. 2724/2000 che ha inserito la specie nell'allegato B del Regolamento CE 338/97 il quale ne vieta definitivamente l’importazione, anche di esemplari ibridi.

Questi regolamenti però, riguardano solo la sottospecie T.s. elegans e proprio per questo motivo a partire dagli anni successivi, una volta interrotto il commercio della specie, è aumentato di conseguenza il numero di T.s. scripta e T.s. troosti venduti e detenuti nei paesi europei. Con l'obiettivo di ridurre il rischio di rilascio (consapevole o involontario) di queste specie in natura, il Decreto Legislativo 230/2017, ha introdotto all'articolo 26 l’obbligo di denuncia del possesso di individui di Trachemys scripta comprese anche le due sottospecie.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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