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12 Ottobre 2021
11:30

La tartaruga dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans)

La tartaruga dalle orecchie rosse è arrivata in Italia a partire dagli anni 70 come animale da compagnia. In origine questo rettile onnivoro, viveva sulle sponde del Mississipi, ma oggi è diffusa in tutto il mondo e la sua grande abilità adattativa l'ha resa una delle più pericolose specie alloctone presenti nel nostro paese.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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La tartaruga dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans) è una delle tre sottospecie di testuggine palustre americana, le quali sono tutte appartenenti alla famiglia degli Emedidi, ovvero una famiglia di rettili dell'ordine dei Testudines. Il nome comune di questo rettile è determinato dalle striature di colore rosso acceso presenti ai lati della testa.

Come è fatta la tartaruga dalle orecchie rosse

La tartaruga dalle orecchie rosse ha un carapace di color verde brillante che però, con il passare del tempo tende a scurirsi fino a diventare quasi nero. Il piastrone invece, ovvero la parte inferiore del corpo di questo rettile, è di color giallo intenso, presenta alcune macchie scure ed è unito al carapace da un ponte osseo. La testa è caratterizzata da alcune striature gialle che corrono lungo il collo e dalle evidenti strisce rosse (da cui deriva il nome) che passano sopra agli occhi e che, con l'età, tendono a scurirsi.

Questa tartaruga di origine americana ha dimensioni variabili in base alle condizioni di vita e del sesso. Le femmine di questa specie infatti raggiungono addirittura i 28 centimetri di lunghezza, mentre i maschi rimangono visibilmente più piccoli. Le unghie dei maschi inoltre sono molto lunghe e la coda ha una base più larga rispetto a quella delle femmine. Il piastrone, inoltre, nei maschi è concavo, in modo da facilitare l'accoppiamento. Di contro le femmine hanno il piastrone piatto. La coda è sottile e le unghie sono poco pronunciate. Il dimorfismo sessuale è particolarmente evidente soprattutto con l'arrivo della maturità sessuale che per le femmine arriva intorno ai 3 anni di età (quando raggiungono circa i 18 centimetri), mentre i maschi sono da considerarsi maturi fin dai 10 centimetri di dimensione

Habitat e distribuzione

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La tartaruga dalle orecchie rosse è originaria del bacino del fiume Missisipi, nel Sud degli Stati Uniti e delle acque dei suoi affluenti negli stati dell'Alabama, Oklahoma, Arkansas, Kansas, Tennessee e Missouri. Queste tartarughe sono ottime nuotatrici e infatti sono amanti degli stagni e dei fiumi. Abitano un'ampia varietà di ambienti, prediligendo però i corsi d'acqua dotati di terreni melmosi e ricchi di piante acquatiche. Sono animali diurni che amano trascorrere il tempo al sole su oggetti semisommersi. Questo comportamento è tipico dei rettili e ha la funzione di termoregolare la temperatura del corpo, aiutandole a raggiungere il calore ideale. Nelle ore più calde della giornata infatti, la tartaruga dalle orecchie rosse tende invece a immergersi.

Secondo quanto riportato dall' Unione Mondiale per la Conservazione della Natura(IUCN)  le tartarughe dalle orecchie rosse sono state introdotte per mano dell'uomo in Italia a partire dagli anni 70 e attualmente popolazioni naturalizzate sono presenti in molte regioni, comprese le isole maggiori. Le popolazioni più numerose si trovano in Toscana e Lazio, mentre la distribuzione al Sud risulta essere più localizzata.

A livello europeo, questa specie è diffusa in tutto il continente e infatti, sono molti gli studi che ne approfondiscono le abilità di adattamento climatico e alimentare. Secondo quanto osservato in Slovenia grazie ad uno studio pubblicato nel 2016, sarà indispensabile un intervento di gestione della specie, affinché non prenda il sopravvento sulle altre tartarughe presente nei climi temperati di tutta Europa.

La vita della tartaruga dalle orecchie rosse

Questa tartarughe sono onnivore e, mentre gli individui giovani sono quasi unicamente carnivori, da adulte aumentano la percentuale di cibo di origine vegetale. In generale in natura si nutrono di pesci, insetti, vermi, piccoli mammiferi, carogne, alghe e piante acquatiche anche sommerse. Proprio per questo motivo, se vivono in cattività necessitano di un'alimentazione altrettanto varia.

Laddove sia necessario, questo rettile, riduce di molto le sue attività nei mesi più freddi e con meno ore di luce, scavando una buca dove potersi proteggere ed entrare in uno stato di ibernazione.

La durata della vita di questo animale può raggiungere anche i 40 anni, anche se generalmente non supera i 30 – 35. Per quanto riguarda la cattività, non sono mai state osservate tartarughe in grado di sopravvivere più a lungo.

Riproduzione

Una volta raggiunta la maturità sessuale, le tartarughe dalle orecchie rosse iniziano i rituali di corteggiamento. Il maschio fa vibrare le zampe anteriori frontalmente rispetto alla compagna, per poi dare inizio al vero e proprio accoppiamento che dura circa dieci minuti. A un mese dalla fecondazione, la femmina depone le uova (da 5 a 20, a seconda delle condizioni di vita dell'animale e della sua età riproduttiva) all'interno di un luogo dove aveva preventivamente smosso il terreno, indispensabilmente umido, della dimensione di circa 20 centimetri quadrati. Uno dei fattori che determina l'adattabilità di questa specie a molte aree climatiche è il fatto che la schiusa avviene dai 2 ai 4 mesi dalla deposizione, in base alle temperature esterne. Se dovesse fare più freddo infatti, le uova non si schiuderebbero, evitando quindi un alto tasso di mortalità dei piccoli. Ed è sempre la temperatura ambientale, in questo caso riguardante le prime settimane successive alla deposizione, a determinarne anche il sesso dei giovani nati. Una femmina adulta e in salute può deporre anche tre volte l'anno in base alle condizioni ambientali circostanti.

Perché è considerata una specie esotica dannosa per l'ecosistema?

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Negli anni 70 e 80, le tartarughe dalle orecchie rosse venivano spesso adottate come animale domestico e acquistate con facilità attraverso diversi canali. Molti proprietari, però, stupiti dalle dimensioni raggiunte da questi rettili, hanno cominciato a liberarli negli ambienti limitrofi, causando però enormi problemi agli ecosistemi. Essendo onnivore ed estremamente opportuniste, la loro introduzione in natura ha messo a repentaglio la sopravvivenza di specie autoctone più selettive dal punto di vista alimentare (soprattutto pesci e anfibi, ma anche alcune specie di vegetali) a cui venivano sottratti gli alimenti indispensabili per il sostentamento.

Un ulteriore fattore che ha reso questa tartaruga tra le più pericolose specie alloctone, son le interazioni competitive che essa instaura con la tartaruga palustre europea (Emys orbicularis) e con la tartaruga paulstre del pacifico (Clemmys marmorata) come descritto nel Global Invasive Species Database, e a causa delle quali le tartarughe autoctone stanno scomparendo.

Secondo la Food and Drug Administration statunitense, questa tartaruga palustre è inoltre un potenziale vettore di Salmonellosi e infatti fin dal 1975 è stata vietata la vendita di carapaci che, secondo uno studio pubblicato nel 2006, rappresentano un rischio soprattutto per i bambini che, dopo aver giocato con l'oggetto potrebbero mettere le mani in bocca. Per quanto riguarda l’Europa, la possibile contaminazione da batteri del genere Salmonella da parte di questa specie è un evento segnalato molto raramente.

La tartaruga dalle orecchie rosse e l'uomo in Italia

ISPRA, in collaborazione con la Societas Herpetologica Italica (SHI), nel maggio 2018 ha pubblicato le Linee guida per la corretta detenzione degli animali da compagnia appartenenti a specie esotiche invasive, con l'obiettivo di ridurre al minimo e mitigare l'impatto che queste specie possono avere per la salute umana e per il benessere dell'ambiente. Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) inoltre, riporta le attuali norme in atto riguardo questa specie che, a partire dal 2018 è indispensabile denunciare (decreto legislativo n° 230  del 15 dicembre 2017 entrato in vigore il 14 febbraio 2018). Lo stesso decreto inoltre ne vieta la commercializzazione, l’introduzione sul territorio nazionale, e il rilascio in natura. La denuncia va fatta entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge per evitare sanzioni che, secondo quanto riportato sul piano di gestione pubblicato dal Ministero dell'Ambiente, possono raggiungere anche i 20 mila euro.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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