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24 Gennaio 2022
14:46

La Turchia accalappia i suoi cani liberi: sparita anche Zeytin, protagonista del film “Stray”

In Turchia, dopo la decisione del presidente Erdoğan, i Comuni stanno accalappiando i randagi, da sempre un simbolo della città. Tra loro anche Zeytin, uno dei cani protagonisti del film "Stray"

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Recep Tayyip Erdoğan, il presidente della Turchia, ha incaricato tutti Comuni di rimuovere dalle strade gli animali randagi che «rappresentano una minaccia per la sicurezza pubblica» per trasferirli nei canili. La decisione, secondo quanto riportato dallo stesso presidente, è avvenuta a seguito di un caso di aggressione da parte di un Pitbull a una bambina in una zona del sud est del Paese.

La scelta di Erdoğan è di quelle che non passano inosservate e anzi colpiscono duramente la sensibilità dell'opinione pubblica, soprattutto a Istanbul, città che è da tempo simbolo della possibilità di una serena convivenza tra i cani liberi e esseri umani. Dalle parole, ora, lo Stato è passato ai fatti e sono sempre di più le segnalazioni dei cittadini che hanno visto accalappiare cani che vivevano nei paesi e nelle città della Turchia.

Nonostante le proteste che sono andate avanti nell'ultimo mese da parte di attivisti ma anche di normali cittadini che sostengono quanto la scelta del Presidente sia fatale per gli animali randagi, citando soprattutto la mancanza di rifugi adeguati, sono sempre di più gli animali che stanno sparendo dalle strade.

Che fine ha fatto Zeytin, il cane protagonista del film "Stray"?

Tra questi c'è anche Zeytin, una delle protagoniste del film di Elizabeth Lo "Stray", un bellissimo e commovente lungometraggio che racconta proprio la vita condivisa tra tre cani di strada e uomini e donne che incrociano durante le loro giornate. Ne avevamo parlato e scritto proprio su Kodami, intervistando la regista che così aveva descritto la personalità di Zeytin: «E' fieramente indipendente, intraprende avventure notturne per la città. In lei ho visto un personaggio che poteva avvolgerci completamente nella sua volontà non umana: la sua forza vitale era perfetta per una storia sui randagi che, a differenza degli animali domestici, non sono definiti solo dal loro rapporto con gli umani».

Stray è proprio l'emblema della convivenza possibile e concreta tra cani e umani a Istanbul: è un documentario che mette in evidenza l‘individualità di ogni cane e il loro ruolo in un ecosistema in cui si può vivere in serenità: «Ho incontrato per la prima volta Zeytin mentre mi superava di corsa in un trafficato tunnel sotterraneo a Istanbul. Incuriosita dalla sua determinazione, l'ho seguita. Così abbiamo incontrato Nazar, un altro cane di strada – aveva spiegato la regista a Kodami – Entrambe erano sulla scia di un gruppo di giovani siriani (Jamil, Halil e Ali) che vivevano per le strade come rifugiati in Turchia. Ho iniziato a seguirli per mesi mentre trovavano rifugio in cantieri e marciapiedi tranquilli insieme. Nonostante la difficoltà delle circostanze in cui si trovavano, i cani e i ragazzi hanno formato una vera famiglia. Il calore e l'amore che emanavano dal loro legame interdipendente mi hanno commosso profondamente. Senza la compagnia dei cani, i ragazzi siriani si sarebbero sentiti alla deriva in una città che non era la loro. E forse è stato lo stesso per Zeytin e Nazar».

Ora di Zeytin però non si sa più nulla, tanto che Elizabeth Lo ha postato un appello sulla sua pagina Instagram: «I cani randagi sono stati a lungo usati come capri espiatori durante i periodi di turbolenza. Nonostante il profondo amore della popolazione turca per loro, ho sempre temuto che il loro status legale protetto in Turchia fosse debole. Ma pensavo che sarebbero passati anni prima che il governo si rivolgesse di nuovo a loro. Poche settimane fa, il presidente Erdogan ha ordinato a tutte le città, inclusa Istanbul, di accalappiare i cani randagi. E lo fanno di notte. Zeytin – il cane di strada che ci guida attraverso Istanbul in @straydocfilm – non si vedeva da un po'. Sono venuta a Istanbul per trovarla. Se vivi a Istanbul intorno a Piazza Taksim / Karaköy / Cihangir e riconosci Zeytin o Nazar, per favore DM o whatspp me (il direttore di Stray) al + 1-917-291-0538».

Il rapporto di Elizabeth Lo con Zeytin è tutto nelle parole che ci aveva concesso quando all'uscita del documentario si era lasciata andare nel raccontare la profondità delle emozioni condivise con lei e gli altri cani liberi di Istanbul: «Mi sono affidata a Zeytin: è stata la mia guida per la città. Lei è cresciuta lì e sa benissimo come muoversi per le sue strade, i suoi semafori, le sue auto e le sue persone. Mi sono fidata pienamente di lei, con misurata cautela ovviamente. Se avessi sentito che avremmo potuto essere veramente in pericolo sarei intervenuta ma con Zeytin non ho mai percepito alcun rischio».

E ora quel rischio si è tramutato in una realtà che ha le fattezze di esseri umani che eseguono degli ordini e non certo di una città che quel cane, come tanti suoi simili, conosceva profondamente e viveva senza dare alcun fastidio agli altri esseri viventi che vi abitano. Sono migliaia, anche questa volta, le persone che si stanno battendo perché il governo fermi questo vero e proprio massacro e l'hashtag che sta facendo da eco a quanto accade nelle strade del paese è #SokakHayvanlarıSahipsizDeğil.

Un nuovo elenco di razze pericolose e il caso della bambina aggredita in strada da un cane di proprietà

Il discorso di Erdoğan è arrivato il giorno di Natale. Parlando da Ankara il presidente turco ha ricordato il caso della bambina di quattro anni che era stata ferita da un cane che era di proprietà ma era in giro, insieme anche a un altro Pitbull sempre della stessa persona, senza guinzaglio.

Il discorso del presidente turco in realtà è sembrato particolarmente politico: i cani sono in realtà un bersaglio pretestuoso per colpire quelli che ha definito i "turchi bianchi", termine che viene usato nel paese con tono dispregiativo per indicare persone laiche, in gran parte occidentali e per lo più di sinistra. Erdoğan ha detto: «Si preoccupino dei loro animali domestici».

Il 14 gennaio 2022, intanto, in Turchia è anche entrata in vigore una nuova regolamentazione a livello nazionale contro alcune razze canine che ora sono classificate come pericolose. Un elenco identifica le tipologie e questi soggetti devono essere sterilizzati e registrati presso le autorità o i loro umani di riferimento saranno soggetti a multe e i loro animali prelevati con la forza. Tra le razze, come già accaduto in altre parti del mondo (anche in Italia si è provato a farlo), ci sono Dogo Argentino, Fila Brasileiro, Tosa Inu, American Staffordshire terrier e American bully.

Il nuovo regolamento fa parte di un più ampio disegno di legge sui diritti degli animali attuato lo scorso anno e prevede anche multe per coloro che abbandonano i cani invece di consegnarli ai rifugi. Tutti i "cani pericolosi" devono essere sterilizzati secondo questa legge presso le cliniche veterinarie, registrati e dotati di microchip.

Il primo effetto di questo nuovo approccio ha però portato molte persone ad abbandonare gli animali nei canili a fronte di spese che non vogliono sostenere. E i rifugi, ora, non reggono la quantità di soggetti che stanno arrivando o per cessioni di proprietà o per la politica di accalappiamento dei randagi.

Le persone che hanno queste tipologie di cani, inoltre, sono per legge tenuti a tenerli al guinzaglio, a mettergli la museruola quando necessario per prevenire attacchi a persone e altri animali e sono loro vietati gli spazi pubblici come i parchi giochi.

La Turchia tra tutela degli animali come esseri senzienti e leggi ambivalenti

La Turchia ha adottato il suo primo disegno di legge sulla protezione degli animali nel 2004. E' un paese all'avanguardia nel dare seguito a livello nazionale al cosiddetto "metodo CNVR" ("catch, neuter, vaccinate, return" ovvero "cattura, sterilizzazione, vaccinazione e re immissione sul territorio"). Il disegno di legge vietava l'uccisione dei randagi a meno che "nei casi specificati nell'Animal Health and Inspection Act 3285". L'eutanasia era vietata a meno che i cani non soffrissero di "malattie e condizioni incurabili come la malattia terminale".

I Comuni hanno così, fino ad oggi, avuto il compito di prendersi cura dei cani di strada portandoli in rifugi gestiti dalla comunità dove venivano appunto sterilizzati, vaccinati,  chippati e con un "tag" sulle orecchie che rappresenta anche il loro un numero di identificazione per il tracciamento.

Nel 2012 ecco che arriva però il primo tentativo da parte del Partito Giustizia e Sviluppo al potere con una proposta "per rimuovere gli animali randagi dalle strade e collocarli nei santuari fuori città". Risultato? Migliaia di persone marciarono per il centro di Istanbul con cartelli che dicevano di lasciare in pace gli animali. La protesta di quell'ottobre fu la più grande a sostegno del benessere degli animali che la Turchia avesse mai visto. Per molti la proposta ricordava le politiche del 1910 quando il sultano Mehmed V inviò migliaia di cani randagi da Istanbul in un'isola vicina a morire di fame nel tentativo di "occidentalizzare" la città poco prima della caduta dell'Impero Ottomano.

Nel 2018, dopo aver ottenuto una vittoria alle elezioni presidenziali, Erdoğan aveva promesso di rafforzare le leggi sulla protezione degli animali. E, come scritto sopra, nel 2021 è arrivato il disegno di legge che il parlamento turco ha approvato. Ci sono sicuramente dei lati positivi, come  il divieto di vendita di cani e gatti nei negozi di animali e la loro classificazione come "esseri viventi" piuttosto che come merci. L'atto ha anche reso l'abuso di animali punibile fino a quattro anni di carcere. Il 7 dicembre 2021, il disegno di legge sulla protezione degli animali è stato poi modificato, richiedendo alle persone che hanno razze classificate come "pericolose" di sterilizzarle e registrarle presso le autorità prima del 14 gennaio 2022.

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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