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14 Aprile 2021
11:22

Il quokka (Setonix brachyurus)

Il quokka è un marsupiale di origine australiana, famoso con il soprannome "l'animale più felice del mondo", ma il motivo è solo l'espressione che ricorda agli esseri umani un sorriso. Il suo habitat naturale è a rischio e il governo Australiano ha messo in atto piani di tutela dell'animale, considerato vulnerabile dall'IUCN.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il quokka (Setonix brachyurus) è un mammifero marsupiale della famiglia dei macropodidi, di cui fanno parte il canguro rosso e il canguro grigio, ed è l'unico membro del genere Setonix. Il nome deriva dall'antica lingua indigena australiana Noongar e la pronuncia assomiglia ad un "Quak –a". Questo mammifero, famoso per l'espressione che ricorda un sorriso, vive unicamente nelle zone paludose del sud-ovest dell'Australia Occidentale e nelle isole Rottnest e Bald. Gli esploratori europei che hanno incontrato per primi questo animale ne hanno fornito descrizioni discordanti. Chi ha visto nel quokka un grande gatto, chi  lo ha accomunato ad un topo. E proprio ispirandosi a quest'ultima somiglianza  Willem de Vlamingh, esploratore olandese, ha dato il nome all'isola di Rottnest, in cui ha incontrato per la prima volta il quokka. "Ratt" in olandese significa infatti "ratto".

Caratteristiche del quokka

Le sue dimensioni vanno dai 40 ai 50 cm e il peso non supera i 5kg. Presenta un evidente dimorfismo, dato che le femmine non superano i 3,5 kg. Il pelo è quasi sempre marrone e può cambiare leggermente tonalità in base alla zona di avvistamento. Ha il muso appuntito, le orecchie tonde e piccole zampe. La coda può raggiungere i 25 centimetri di lunghezza. La vita di un quokka dura circa 12-15 anni. Il quokka ha abitudini serali e notturne, in questo modo può proteggersi più facilmente dai predatori presenti nel suo habitat, come la volpe rossa e il gatto, entrambi importati in Australia dagli esseri umani. A renderlo particolarmente famoso negli ultimi decenni è stata la forma del suo muso e della bocca, che ricorda quella di un essere umano mentre sorride.

La nascita di questi animali avviene in periodi diversi sulla terraferma rispetto alle isole. Sulla terraferma infatti, si riproducono tutto l'anno, mentre sulle isole di Rottnest e Bald, la stagione va da febbraio ad aprile. I piccoli quokka pesano appena 0,4 grammi alla nascita e resteranno all'interno del marsupio della mamma per una media di 180 giorni. La maturità viene raggiunta intorno ai 300 giorni con variabili tra i maschi e le femmine, le quali maturano prima.

Cosa mangia il quokka

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Il quokka è un animale erbivoro: si nutre di foglie, radici, erbacce, e piante presenti all'interno del suo habitat ideale. La dieta è resa particolarmente complicata dagli incendi degli ultimi anni, che hanno ridotto di molto le zone australiane adatte all'alimentazione del quokka. Questo marsupiale, inoltre, non è adatto all'alimentazione umana, e per questo motivo viene spesso ripetuto a tutti i visitatori delle aree in cui si può incontrare questo animale di evitare di nutrire il quokka che, come tutti gli animali selvatici, deve procurarsi il cibo in autonomia e non per mano dell'uomo.

Distribuzione e habitat

Come abbiamo visto, l'areale di distribuzione di questo animale è molto ristretta e anche questo mette a rischio la sua sopravvivenza: la punta Sud Occidentale dell'Australia e poche isole al largo della stessa zona sono i luoghi in cui viene ancora avvistato, anche se accade sempre più raramente. Secondo uno studio pubblicato nel 2005 sul Journal of Mammalogy, sulla terra ferma il quokka preferisce le zone forestali ricche di nascondigli nel sottobosco, mentre nelle isole sembra apprezzare anche le zone prive di grandi arbusti, questo probabilmente grazie all'assenza di gatti e volpi. Il governo australiano ha messo in atto piani di tutela dell'habitat di questo animale che, a causa del progresso dell'agricoltura, dell'industria, e della deforestazione, sta perdendo i luoghi ideali per la sua sopravvivenza.

Interazione con l'uomo e conservazione

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Da quando esistono i selfie, il quokka è sicuramente uno degli animali preferiti da immortalare, questo grazie alla sua espressione del muso che gli ha fatto guadagnare il soprannome di "animale più felice del mondo", sebbene si tratti unicamente di una questione morfologica e non emozionale. Il quokka è facilmente fotografabile perché non manifesta comportamenti aggressivi nei confronti dell'uomo, anzi alcuni individui  talvolta si avvicinano ai turisti curiosi che raggiungono le isole appositamente per avvistare questi curiosi animali. Il governo australiano ha deciso di fissare una sanzione di circa 60€ a chiunque manipoli o entri in contatto con l'animale, nella speranza di favorire un comportamento più consapevole da parte dei visitatori, riducendo il rischio di estinzione che è alto:  la IUCN lo classifica, infatti, nella categoria VU, ovvero vulnerabile.

Un ulteriore grave problema per la sopravvivenza di questa specie è da considerarsi la presenza dei gatti (importati dall'uomo) e dei maiali ferali, che predano i piccoli quokka selvatici. Inoltre, a poter tradire il quokka è anche la sua dieta che, come abbiamo visto, è a base di erbe, radici e piante. In questa zona di mondo, le piante possono essere affette da una malattia chiamata Phytophthora, la quale, uccidendo la vegetazione indispensabile per la sopravvivenza della specie, riduce ulteriormente l'habitat dei piccoli marsupiali.

Bufale sul quokka

Sul web si parla molto di questo animale e non tutte le notizie che lo riguardano hanno un fondamento scientifico. Una su tutte è la convinzione diffusa che il quokka lanci i suoi cuccioli per difendersi dai predatori. In realtà da uno studio sulla mortalità e la sopravvivenza del quokka, condotto dalla School of Biological, Earth and Environmental Science dell'università del New South Wales, emerge che il quokka non lancia i cuccioli, che vengono semplicemente espulsi dal marsupio. Ancora oggi inoltre, non è certo che si tratti di un comportamento volontario, in quanto il piccolo potrebbe fuoriuscire accidentalmente durante la fuga. Se venisse invece confermato come comportamento volontario, si tratterebbe di una strategia di sopravvivenza che porterebbe la mamma a sacrificare i piccoli per riuscire a scappare più velocemente dai predatori.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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