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21 Gennaio 2024
12:00

La faina (Martes foina)

La faina è un mammifero dell'ordine dei carnivori, appartenente alla famiglia dei mustelidi. Si riconosce per il suo corpo affusolato e il mantello marrone, con una striscia bianca sul collo.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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La faina (Martes foina) è un mammifero dell'ordine dei carnivori, appartenente alla famiglia dei mustelidi e al genere Martes. Vive in Europa continentale e mediterranea, ma anche in Asia centrale, dal Kazakistan alla Cina.

Si nutre prevalentemente di frutta, uccelli, lagomorfi (ovvero lepri e conigli) e piccoli roditori, ma la sua dieta può variare in maniera importante in base alle disponibilità dell'habitat.

In Italia, l'areale della faina comprende l'intera penisola, dalle Alpi (fino a circa 2.400 metri di altitudine) alle zone ad intenso sfruttamento agricolo, compresa la Pianura Padana.

Spesso il nome di questo animale viene utilizzato con un significato dispregiativo, per indicare una persona sgradevole o furba (nell'accezione negativa del termine), sebbene la faina non rappresenti un vero e proprio pericolo per l'uomo.

Ciò è dovuto, probabilmente, ad antiche credenze popolari nate per via delle sue abitudini prevalentemente notturne e per la sua straordinaria capacità di trovare pertugi, anche molto piccoli e apparentemente irraggiungibili, dove infilarsi per riuscire a cacciare le proprie prede.

Come è fatta la faina

La faina ha un mantello di colore marrone/grigiastro, con una striscia bianca appena sotto al mento, che corre lungo il collo fino al petto. In alcune regioni meridionali e orientali dell'areale la striscia è però assente.

Il colore varia leggermente da stagione a stagione e, in inverno, tende ad essere più chiaro. I soggetti giovani sono riconoscibili perché hanno il pelo dorsale di un colore più tendente al grigio.

Il corpo ha la caratteristica forma affusolata dei mustelidi e può raggiungere circa i 50cm di lunghezza, per un peso di circa 1,1/2,3 chili. La specie si può distinguere dalla martora (Martes martes) perché la coda è visibilmente più lunga e raggiunge addirittura i 22/30 centimetri.

Per non confondere la faina con la donnola (Mustela nivalis), invece, bisogna prestare attenzione alle dimensioni del corpo. Quest'ultima, infatti, ha dimensioni visibilmente inferiori (non supera i 30 centimetri), oltre ad avere il mantello dal colore fulvo.

Habitat e distribuzione

Secondo la IUCN, tra i carnivori, la faina è una delle specie ecologicamente più adattabili e flessibili. Vive in ambienti molto diversi tra loro, come le foreste, le cime delle montagne, le scogliere e altre aree rocciose, ambienti ricchi di arbusti e zone coltivate in maniera intensiva dall'uomo.

In Italia è presente dal livello del mare fino a circa 2400 metri di altitudine, in particolare nelle zone forestali, negli ambienti cespugliosi e nelle località rurali. Si tratta infatti di una specie che vive anche negli ambienti antropizzati e, in particolare, nelle aree periferiche delle città.

Anche a livello europeo l'areale è molto ampio. La faina è infatti presente dalla Penisola Iberica alla Russia meridionale. Per quanto riguarda l'Asia, invece, vi sono alcune popolazioni isolate in Iran e Turkmenistan e una diffusione più continua tra Cina e Mongolia.

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Areale di distribuzione della faina. Fonte IUCN (International Union for Conservation of Nature) 2016

Alimentazione

Sebbene venga definita una specie carnivora, la faina è di fatto un onnivoro opportunista, capace di modificare la propria dieta in base alle disponibilità dell'habitat. Uno studio pubblicato sull'Italian Journal of Zoology e condotto da un team di ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra e dell'Ambiente dell'Università di Pavia, in collaborazione con il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dello stesso Ateneo, ha rilevato che la maggior parte della dieta della faina, almeno nell'area della Pianura Padana, è composta da quattro elementi principali: frutta, uccelli, lagomorfi e piccoli roditori.

Sono state inoltre osservate variazioni stagionali che hanno portato gli individui a consumare maggiori quantità di frutta nelle stagioni di maturazione e un minor numero di volatili nelle stagioni calde.

L'area analizzata nello studio si trova nei pressi di zone rurali abitate dall'uomo, eppure la scelta, da parte delle faine, di fare riferimento alle risorse alimentari di origine antropica è risultata ridotta.

Secondo quanto osservato, in particolare negli habitat fortemente alterati dall'uomo, la ridotta disponibilità di risorse può amplificare gli effetti della competizione con la martora.

Una caratteristica della specie, riportata anche dal Museo di Zoologia del Michigan, è l'immunità alle punture di api e vespe. Questo aspetto permette alle faine di nutrirsi di miele senza correre rischi.

I loro predatori, invece, sono soprattutto due: la volpe rossa (Vulpes vulpes) e il gufo reale (Bubo bubo).

Comportamento e riproduzione

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Le faine sono animali prevalentemente notturni e solitari, fatta eccezione per la stagione degli accoppiamenti, che ha inizio a giugno (ma questo elemento può variare in base alle condizioni dell'habitat).

L'olfatto gioca un ruolo determinante nell'individuazione di un potenziale compagno e quando le femmine vengono avvicinate per la prima volta da un maschio, rispondono in modo aggressivo. In questa fase i maschi utilizzano vocalizzazioni che ricordano un flebile tubare, poi afferrano le femmine sulla superficie dorsale del collo e avviene l'accoppiamento.

Il tempo totale della gravidanza varia da 230 a 275 giorni. Il tempo di sviluppo dell'embrione è però di solo un mese (circa) e, infatti, l'impianto (ovvero l'inizio della gestazione vera e propria) non avviene nel momento dell'accoppiamento, ma è ritardato al mese di febbraio. Le femmine danno poi alla luce da 3 a 4 piccoli ciechi e glabri.

Lo svezzamento dei piccoli avviene a metà maggio, immediatamente prima dell'inizio della successiva stagione degli amori. Tra i 15 e i 27 mesi i giovani raggiungono la maturità sessuale, con alcune femmine che rimangono incinte nell'anno successivo alla nascita.

Spesso, questa specie non scava la propria tana, ma occupa quella di altri animali.

La faina e l'uomo

La faina è un animale il cui nome, secondo quanto descritto dal vocabolario Treccani, viene spesso utilizzato «anche in maniera figurata per descrivere una persona dall'aspetto sgradevole, rinsecchita, cattiva, brutta». Ciò può essere legato al fatto che, nelle tradizioni rurali, la faina è considerata un predatore capace di superare ogni difficoltà per riuscire ad entrare nei pollai e nutrirsi dei fagiani, dei conigli e delle galline.

Per lo stesso motivo, si tratta di una specie soggetta a prelievi illegali da parte dell'uomo, tramite l'uso di veleni, lacci e trappole, sebbene sia elencata in appendice III della Convenzione di Berna e sia una specie non cacciabile in Italia (secondo la Legge 157/92).

Ad Ibiza, nelle isole Baleari, un tempo viveva una forma non identificata di Martes foina, la quale, però proprio per via delle sue abitudini alimentari venne cacciata fino all'estinzione negli anni Sessanta.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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