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12 Luglio 2021
12:33

Il parassita che spinge fatalmente i cuccioli di iena a non aver paura dei leoni

Il parassita Toxoplasma gondii manipola il comportamento dei cuccioli di iena spingendoli ad avere meno paura dei leoni e ad avvicinarsi di più. Questa audacia indotta dal microrganismo aumenta di quattro volte le possibilità di restare uccise. Questa alterazione del comportamento, ben nota nei roditori, potrebbe essere quindi diffusa anche in altri mammiferi, uomo compreso.

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Toxoplasma gondii è un microrganismo parassita assai noto, sia per essere presente in circa un terzo della popolazione umana, sia perché è in grado di manipolare il comportamento di ratti e topi per indurli a non aver paura dei gatti, il suo ospite definitivo. Un nuovo studio pubblicato su Nature Communications ha però scoperto per la prima volta che potrebbe avere lo stesso effetto anche sugli animali selvatici. I cuccioli di iena maculata (Crocuta crocuta) infettati dal Toxoplasma, proprio come i roditori, diventano più audaci e meno timorosi nei confronti dei leoni, aumentando così la probabilità di finire uccisi. Lo ha scoperto un gruppo di ricerca dell'Università del Colorado a Boulder, che ha utilizzato ben tre decenni di dati raccolti sul campo, nella riserva del Masai Mara, in Kenya.

Lo studio sul campo

Iene e leoni sono "nemici" per natura, plasmati da milioni di anni di convivenza e competizione tra le savane africane. Se da adulte le iene sono in grado di tener testa ai felidi, riuscendo spesso a sopraffarli in numero e caparbietà, da cuccioli finiscono spesso per essere uccise e se ne stanno quindi ben alla larga dal re della savana. Questo nuovo studio, unico nel suo genere, ha però scoperto che se un cucciolo di iena è infettato da Toxoplasma gondii ha una probabilità di essere ucciso quattro volte maggiore rispetto a uno non infetto. Questo perché il parassita unicellulare "convince" le iene ad avere meno paura dei leoni, spingendole pericolosamente più vicine ai felidi. Mediamente un cucciolo tende a restare a una distanza di sicurezza di circa 90 metri ma se invece è affetto da Toxoplasma questa distanza si riduce in media fino a 40 metri, aumentando di conseguenza la possibilità di essere attaccati e uccisi.

Queste differenze nella spavalderia delle iene sono state rilevate solamente nei cuccioli fino a un anno di età. Negli adulti, anche se affetti dal parassita, non è stato riscontrato più alcun effetto sul comportamento. Secondo gli autori, molto probabilmente, col tempo e con l'esperienza le iene imparano comunque a restare alla larga dai leoni. Ma perché un microrganismo unicellulare dovrebbe spingere un animale ad avvicinarsi a un pericoloso predatore?

Quell'attrazione fatale per il rischio

Il Toxoplasma è un parassita che può colpire tantissimi animali: uccelli, mammiferi e persino l'uomo. L'infezione avviene attraverso l'ingestione di carne infetta o attraverso il contatto con feci contaminate. Una parte molto importante del suo ciclo vitale, la riproduzione sessuata, può avvenire solamente nel suo ospite definitivo: il gatto. È stato ampiamente dimostrato in laboratorio che i roditori, sfortunati ospiti intermedi, quando sono affetti dal parassita invece che avere paura dei gatti ne sono letteralmente attratti. Il microrganismo li spinge non solo ad essere più impavidi e ad aver meno paura dei gatti, ma "li convince" persino che l'odore dell'urina dei felini è qualcosa di troppo attraente da poterne restare lontani. Il Toxoplasma manipola quindi il comportamento dei roditori facendo aumentare così le possibilità di raggiungere finalmente il suo ospite definitivo, il gatto.

In modo analogo questo fenomeno sembra quindi aver lo stesso effetto anche sulle povere iene nei confronti dei leoni. Sebbene i ricercatori siano ancora piuttosto prudenti sui reali meccanismi alla base di questa correlazione, il loro studio dimostra per la prima volta che un'alterazione comportamentale simile a quella dei roditori può avvenire anche su altri mammiferi.

Questa scoperta apre nuovi e interessanti scenari persino sugli effetti che il Toxoplasma ha sull'uomo. La toxoplasmosi può essere molto rischiosa per le donne incinte e i loro feti, ma viene generalmente considerata poco pericolosa per l'uomo. Alcuni studi sembrano suggerire che potrebbe però avere un impatto sociale molto più importante di quello che pensiamo. Proprio come avviene in iene e roditori, secondo diverse ricerche le persone affette da Toxoplasma potrebbero mostrare molta più audacia e propensione al rischio, diventando più inclini, per esempio, al rischio imprenditoriale o alla guida spericolata. Una correlazione ancora tutta da studiare e approfondire, ma da monitorare certamente con molta attenzione, visto che sono almeno due miliardi le persone nel mondo affette da questo parassita.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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