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10 Gennaio 2021
8:00

La Toxoplasmosi, analisi di una zoonosi

La toxoplasmosi è una malattia che può colpire tutti i mammiferi, incluso l’uomo. Parte del ciclo vitale del microrganismo che la causa avviene nel gatto e può essere spesso difficile diagnosticarla dai sintomi.

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Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Articolo a cura del Prof. Giuseppe Borzacchiello
Medico Veterinario e Professore universitario, esperto di patologia animale
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La Toxoplasmosi è una zoonosi, ovvero una malattia trasmissibile dagli animali all’uomo, di grande interesse veterinario e medico con importanti riflessi di sanità pubblica riguardanti soggetti immunodepressi e donne gravide.

E’ una parassitosi diffusa in tutto il mondo ed è causata da un piccolo parassita denominato Toxoplasma gondii capace di infettare tutti i mammiferi incluso l’uomo. Una parte del ciclo biologico del parassita si svolge nel gatto che viene considerato l’ospite definitivo. I gatti infetti eliminano con le feci nell’ambiente esterno delle forme parassitarie immature che, in determinate condizioni, divengono infettanti. Un singolo gatto in un breve periodo può eliminare con le feci milioni di forme immature fin quando non sviluppa protezione specifica (immunità). L’immunità protegge l’animale dalla possibilità di divenire di nuovo escretore e dunque di continuare ad infettare l’ambiente. Le forme immature diventano infettive a certe condizioni di temperatura e umidità a distanza di 1-5 giorni dall’ escrezione persistendo nel loro stato infettante per molti mesi.  La contaminazione di acqua, suolo, e cibo è la fonte principale di infezione per l’uomo e gli altri animali in cui si completa il ciclo di sviluppo del parassita. Questi, dopo una serie di replicazioni nell’intestino, si diffonde attraverso il circolo ematico in vari organi incistandosi nei tessuti (cuore, cervello, polmoni, muscoli, diaframma etc.). Gli animali colpiti con il tempo possono sviluppare immunità e non avere sintomatologia clinica.  I soggetti giovani e quelli immunocompromessi più frequentemente sviluppano sintomi clinici e in molti casi soccombono.

Segni clinici

Nei gatti, quando sono ospiti intermedi, il segno clinico più frequente è la polmonite. In un recente studio completo di 31 casi di toxoplasmosi clinica nei felini, undici animali soffrivano di concomitanti condizioni di immunodepressione (infezione con virus dell’immunodeficienza), dunque la malattia diventa clinicamente evidente se ci sono co-morbidità. I sintomi più frequentemente registrati erano: anoressia, vomito, paresi e dermatite. La diagnosi di toxoplasmosi nei gatti è difficile per la genericità dei sintomi.

I cani possono essere affetti da Toxoplasmosi?

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I cani raramente soffrono di Toxoplasmosi tuttavia la malattia spesso si associa a condizioni di immunosoppressione causata dal virus del cimurro. In questa specie la malattia si manifesta più frequentemente con sintomatologia neurologica, neuromuscolare o dermatologica per la localizzazione delle forme parassitarie nei muscoli, cervello e cute.

Quali sono i rischi per l’uomo

Per quanto riguarda l’uomo, la maggiore fonte di contaminazione è legata al consumo di carni poco cotte. Un recente studio condotto dall’Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare suggerisce che oltre il 60% delle infezioni da Toxoplasma gondii nelle donne incinte sono riconducibili all’ingestione di carne di maiale, agnello e bovino. Da non trascurare come possibili fonti di infezioni per l’uomo il consumo di ortaggi non ben lavati e prodotti caseari da latte crudo.

Nell’uomo e negli animali Toxoplasma gondii è molto temuto perché può essere causa di aborto. Nel cane e nel gatto le segnalazioni di aborto sono molto limitate e dunque si può ragionevolmente concludere che non rappresenta un agente abortigeno di primaria importanza in queste specie.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Giuseppe Borzacchiello
Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Sono professore universitario di ruolo presso il Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali dell’Università degli studi di Napoli Federico II e titolare della cattedra di Fisiopatologia degli animali domestici. Ho insegnato in diverse Università italiane, corsi di perfezionamento e master universitari. Appassionato di animali e di cani in particolare, mi occupo da oltre vent’anni di ricerca scientifica nel campo della patologia spontanea degli animali domestici e di tematiche inerenti l’oncologia comparata.
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