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21 Febbraio 2022
9:00

Il cane anziano: come aiutarlo a vivere al meglio questa fase di vita

Vivere con un cane anziano comporta certamente il dover affrontare alcune difficoltà e piccoli accorgimenti. Ma se affrontata nel modo giusto anche questa fase della relazione può essere un'esperienza indimenticabile.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
cane anziano

Come definire un cane anziano? Un cane è anziano quando, nello svolgersi naturale del ciclo di vita, anagraficamente varca la soglia temporale che lo attesterà all’interno dell’ultimo segmento spendibile di vita specie-specifica.

Nel definire l’anzianità come fase di vita di un soggetto, dovremmo tenere in considerazione alcune variabili come: l’aspettativa di vita media in relazione alle specifiche di razza e stazza, i caratteri genetici, a partire da quelli che ne determinano il sesso e la tipologia di metabolismo. A questi aggiungeremo poi i fattori ambientali, come il contesto (dove vive il cane?) e lo stile di vita (che routine ha?).

Se osserviamo invece l’anzianità da un altro punto di vista, possiamo affermare come il permanere nel cane dei caratteri giovanili, anche in età avanzata, possa dipendere anche dal tipo di relazione che gli viene offerto. Fattore variabile questo, in termini di stile ed al quale, notoriamente, il cane è in grado di adattarsi con grande flessibilità e pazienza. In parole povere, il cane ci resta sempre fedele, anche quando palesemente non ce lo meritiamo.

Alcune caratteristiche dell’anzianità

Visti gli innumerevoli fattori che determinano una componente d'incertezza nella definizione dell’anzianità, converrà allora armarsi di spirito pragmatico e saperla riconoscere nel nostro cane attraverso i progressivi cambiamenti della condizione fisica e mentale. Dovremmo saper valutare l’incidenza che hanno sulla sua qualità della vita l’insorgere degli inevitabili acciacchi fisici. I più comuni sono quelli a carico dell’apparato scheletrico con le zoppie provocate da artriti ed artrosi. Oppure il calo percettivo della vista e dell’udito che è tra i principali responsabili della perdita di brillantezza delle funzioni cognitive.

Il quadro fisico del soggetto anziano è caratterizzato anche dal crollo dei valori ormonali, in primis il testosterone per i maschi. Causa fisiologica questa responsabile di una consistente perdita d’interesse per l’incontro e l’interazione con i cani estranei. Al declino fisico, negli animali sociali, di solito fa seguito una perdita di status e dei valori di rango.

Questo fenomeno sociale in etologia viene riscontrato, all’interno della specie cane, solo in quei soggetti che vivono una vita da randagi di branco. Fanno eccezione i cani di famiglia, anche quando convivono con soggetti più giovani all’interno della stessa casa. Il membro canino della famiglia, interpretando il ruolo della moderna vestale domestica, nel divenire anziano non subisce un regresso sociale, legato alla perdita di fitness, al contrario si troverà ad incassare i crediti acquisiti negli anni vissuti all’interno della famiglia. Vedrà crescere la sua reputazione e non il contrario. I crediti sociali saranno spendibili dal cane anziano in forma di surplus d’attenzioni e privilegi nell’accesso alle risorse.

Il cane anziano innalza lo status sociale all’interno del gruppo umano e lo mantiene ben saldo agli occhi degli altri cani, a partire da quelli conviventi.

Con il cane nel corso degli anni condividiamo tanti ricordi positivi che si prestano ad essere tradotti in aneddoti. Acquista di diritto il ruolo di mascotte nella narrazione delle esperienze vissute dal gruppo familiare. In questo “esercizio mnestico”, facilitato dall’amore che proviamo verso il cane, si rinsaldano i legami tra le persone e si costruisce un’identità affettiva di gruppo, con evidenti effetti benefici sullo sviluppo emozionale dei bambini e degli adolescenti.

Questa è la portata del ruolo che riveste oggi per noi il quadrupede anziano. Il cane, inoltre, si lega simbolicamente alle fasi della nostra vita. Attraverso l’affettività ci consente di accedere facilmente ai ricordi, disponendoli correttamente lungo il nostro asse temporale biografico. «Ricordo perfettamente quella vacanza al mare…. Era il 2008, perché c’era Rex con noi, ancora cucciolo…». La referenza relazionale che ci concede il cane anziano è dunque il potenziamento della dimensione epistemico-biografica.

Cambiamenti di routine

cane anziano

Quando vediamo che il cane fa ingresso nella fase evolutiva dell’anzianità, non possiamo far finta di nulla. Qualcosa deve cambiare. Dovremmo per esempio ridisegnare gradualmente la sua routine quotidiana. La sua autonomia fisica nelle passeggiata diminuirà per cui saremmo costretti ad accorciare il percorso.

L’andatura rallenterà e le soste sull’esplorazione degli odori saranno più lunghe. Dovremmo dunque essere più arrendevoli ed accettare di buon grado il fatto che non potremo più raggiungere a piedi le mete che caratterizzavano piacevolmente anche per noi le uscite prima.

Pur continuando a concedere al cane momenti di libertà, con il sopraggiungere dei caratteri dell’anzianità, dovremmo prestare maggiore attenzione. Il cane infatti perde progressivamente la capacità di orientarsi negli spazi ampi e diminuendo l’udito non riuscirà più a geolocalizzare con precisione il nostro richiamo. Non calcolerà più molto bene le traiettorie dei movimenti e ottimizzando gli sforzi, spesso sceglierà la strada più breve per raggiungere un punto, senza tenere però in considerazione i pericoli.

Sappiamo che il cane anziano dorme molto di più di un soggetto giovane, perciò non dovremmo compiere l’errore di valutazione nel ritenere il tempo che trascorriamo accanto a lui, “spaparanzato” sulla cuccia o sul divano, come un tempo morto dallo scarso valore relazionale. Da un punto di vista etologico, riposare insieme e vicino ai membri del proprio gruppo, per il cane rappresenta uno dei momenti più importanti della vita sociale. Condividere spazi e tempi di riposo rappresenta il massimo delle attività collaborative e come per noi umani rappresenta il Sacro Graal della relazione di intimità.

Una relazione che tonifica la nostra autostima

La relazione con il cane anziano ha per noi un valore epimeletico. In modo diverso dal cucciolo, ci stimola all’esercizio delle cure parentali che tonificano la nostra autostima. Prendendoci cura di qualcuno ci sentiamo più importanti e troviamo un equilibrio psicologico.

Quando vogliamo adottare un cane, purtroppo pensiamo subito ad un cucciolo sottovalutando il fatto di avere poco tempo a disposizione. Rivalutiamo dunque l’opzione di prendere un cane anziano al canile più vicino. Questo necessiterà infatti di una routine più abbordabile, soprattutto per chi lavora e sta fuori casa tante ore. Il cane anziano, pur con i suoi piccoli acciacchi, sarà perfettamente in grado di offrirci tutto quello che desideriamo. Concedergli l’opportunità di passare l’ultima parte della sua vita in un luogo confortevole e circondato dall’amore della famiglia sarà per noi un’esperienza indimenticabile e piena di soddisfazioni. Fatevi guidare nella scelta da un istruttore cinofilo che abbia comprovata esperienza di canile. Fidatevi! Non ve ne pentirete!

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David Morettini
Educatore e istruttore cinofilo CZ
Laureato in Filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Firenze, educatore e istruttore cinofilo. Sono docente SIUA e di altre scuole di formazione cinofila, e docente nei master universitari di istruzione cinofila e medicina comportamentale. La mia missione è quella di formare persone che sappiano lavorare nel pieno rispetto della dignità e dell’intelligenza del cane, tutelandone l’autonomia e non la dipendenza dall’essere umano.
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