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scheda razza
29 Ottobre 2022
12:00

Il Basenji, l’antico cane africano che non abbaia

  • Origine: Africa Centrale
  • Standard: gruppo 5 - Cani di tipo Spitz e di tipo primitivo. Sezione 6 - Tipo primitivo
  • Taglia: media
  • Altezza: 40 cm. per le femmine, 43 per i maschi
  • Peso: 9-11 Kg
  • Pelo: corto e liscio, nero e bianco, rosso e bianco, nero e tan, bianco con macchie a semi di melone color fuoco, oppure può avere focature sul muso e sulle guance
  • Vita media: 12-16 anni
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Validato da Elena Garoni
Membro del comitato scientifico di Kodami
Immagine

Il Basenji è una razza di tipo Spitz e primitivo di origine africana. Il suo nome, infatti, significa “cane degli uomini dei villaggi” in lingala, ovvero una lingua tipica delle zone di confine tra il Sud Sudan e la Repubblica Democratica del Congo.

socialità

  • Rapporto con la famiglia umana1
  • Rapporto con altri umani0
  • Rapporto con altri cani0
  • Rapporto con altri animali in casa0

attività

  • Attività fisica2
  • Giocosità0
  • Ricerca2
  • Riporto0
  • Guardia3

adattabilità

  • Vita in città0
  • Adatto come primo cane0
  • Adattabilità ai viaggi1
  • Tolleranza alle temperature calde3
  • Tolleranza alle temperature fredde0

cure e salute

  • Cura del pelo0
  • Predisposizione alle malattie1
  • Attenzione all'alimentazione0

motivazioni

  • Epimeletica0
  • Affiliativa3
  • Comunicativa3
  • Et epimeletica0
  • Somestesica3
  • Sociale0
  • Protettiva0
  • Territoriale3
  • Possessiva0
  • Competitiva0
  • Perlustrativa3
  • Predatoria3
  • Sillegica3
  • Esplorativa3
  • Di ricerca1
  • Cinestesica3
  • Collaborativa0
Che cosa sono le motivazioni?Scopri tutti i desideri e i bisogni dei cani

Viene chiamato anche "il cane che non abbaia" e, infatti, il Basenji ulula, canta e fa altri versi, ma generalmente non abbaia. Enci definisce i suoi versi come una sorta di incrocio tra un "chortle" – che significa "risatina" in inglese – e uno jodel tirolese. Secondo una leggenda africana il Basenji non abbaierebbe perché ha scelto di tenere i propri pensieri per sé, ma uno studio pubblicato nel 1979 sulla rivista Journal of Small Animal Practice, ipotizza invece che questo comportamento sia determinato dalla struttura della sua laringe, che risulta essere differente rispetto ad altre razze.

Il Basenji ha un corpo leggero, le orecchie appuntite e la classica coda arricciata degli Spitz. Nonostante le dimensioni medio-piccole, è molto attivo e vivace, ama trascorrere il tempo all’aperto e condividere avventure insieme alle sue figure di riferimento.

Non è certo un cane socievole che ama gli ambienti affollati e, infatti, il Basenji vive più volentieri fuori dalle città insieme a umani che conoscano davvero le caratteristiche che lo rendono unico e diverso da ogni altro cane. In Italia sono molto rari e si sa ancora poco di questa razza che, purtroppo, talvolta viene adottata per via del suo aspetto fisico, senza porre la giusta attenzione alle caratteristiche più importanti della sua spiccata personalità. Questa scelta, però, finisce spesso per complicare la vita del Basenji che, se potesse, chiederebbe di poter correre tra i cespugli, convincendosi per un istante di essere nella savana.

Origine

Africa Centrale

Standard

Gruppo 5 Cani di tipo Spitz e di tipo primitivo

Sezione 6 Tipo primitivo

Aspetto 

Il Basenji è un cane dalla costituzione leggera, caratterizzato da un’ossatura fine e un aspetto aristocratico. Ha le zampe lunghe e un’espressione particolarmente sveglia. La testa presenta righe cutanee le orecchie sono erette.

Si tratta di una razza di taglia media e i maschi raggiungono mediamente i 43 centimetri, mentre le femmine non superano i 40. Gli adulti di entrambi i sessi pesano mediamente tra i 9 e gli 11 chili.

Motivazioni

Predatoria, affiliativa, cinestesica, comunicativa, perlustrativa, esplorativa, somestesica, territoriale.

Amante di 

Trascorrere il tempo tranquillamente in compagnia di pochi compagni fidati. Scoprire il mondo naturale e prendersi cura del suo territorio e delle sue cose. Inseguire gli odori degli animali selvatici.

Salute, cura e mantenimento

Il Basenji è un cane che non necessita di toelettature frequenti e basta, invece, qualche spazzolata ogni tanto. Questa razza, infatti, tende a prendersi cura autonomamente della propria pulizia. Potrebbe soffrire di una patologia genetica chiamata Sindrome di Fanconi, che causa il malfunzionamento dei reni.

Le femmine di Basenji vanno in calore una sola volta all’anno.

Origine e storia

Per risalire alle origini del Basenji, bisogna andare fino a dove la storia si mescola con la leggenda. Questa razza, infatti, è estremamente antica e le teorie sulla sua nascita sono numerose. Secondo molti, i primi esemplari provenivano dalle sorgenti del Nilo, nell’Africa Centro orientale. Alcuni individui vennero portati in dono ai Faraoni dell’Antico Egitto e, infatti, in numerose tombe risalenti a oltre 3 mila anni prima di Cristo, vengono raffigurati cani dall’aspetto molto simile a quelli che oggi chiamiamo Basenji. Nei disegni dell’epoca, il cane veniva spesso ritratto accanto agli umani, seduto nei pressi della loro sedia.

Con il passare dei secoli, però, questo cane scomparve e si ricominciò ad incontrare nell’Ottocento, quando gli Occidentali, intenti a colonizzare il continente, li videro nelle zone tra il Sudan, il Ciad, la Repubblica Centrafricana e l’Odierna Repubblica Democratica del Congo. Il loro nome, infatti, significa “cani degli uomini dei villaggi”, in lingua lingala, ovvero un idioma tipico delle tribù che vivono nell’Odierno Sudan del Sud.

In questi luoghi, il Basenji veniva utilizzato come segnalatore della presenza di predatori potenzialmente pericolosi per la comunità e, inoltre, aiutava a cacciare.

Incuriositi dall’aspetto insolito del Basenjii, verso la fine del XIX secolo, gli occidentali ne portarono con sé verso l’Europa due soggetti, i quali però morirono pochi mesi dopo a causa del cimurro. Questa abitudine di trasportarli verso il Vecchio Continente continuò anche negli anni successivi e vennero poi importati anche in Nord America, negli anni Quaranta del secolo scorso.

Si tratta di un cane che mantiene ancora oggi i comportamenti delle razze primitive in maniera evidente e, infatti, nei secoli è stata manipolata molto poco da parte degli allevatori.

Il Basenji in Italia è veramente molto raro e, infatti, sono solo 109 i nuovi soggetti registrati da Enci nel 2021 e anche gli allevamenti sono pochissimi. All’estero, invece, e in particolare in alcuni paesi africani, sono più diffusi. Nel Regno Unito sono anche attive alcune associazioni rescue che si occupano di trovare nuove famiglie per i Basenji vittime di maltrattamenti e abbandoni.

Motivazioni (desideri e bisogni)

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Il Basenji ha un’importante motivazione predatoria che rimanda alle necessità della specie che rimanda ad un'attitudine venatoria antecedente alla relazione con l’uomo. Per questo motivo, se privato del movimento quotidiano necessario, potrebbe finire per inseguire altri animali, runners, automobili o biciclette.

Ha inoltre un’attitudine molto autonoma e, spesso, sviluppa una personalità sicura. Affronta il mondo con curiosità, ma non è particolarmente socievole con gli sconosciuti – cani o umani che siano – e, anzi, si pone tendenzialmente in maniera diffidente nei confronti di chi non conosce. Mantiene ancora oggi la tendenza a comunicare con la voce le sue emozioni, ma anche l’arrivo di una minaccia – in particolare all’interno del suo territorio, ma non lo fa abbaiando come gli altri cani, bensì ululando, o meglio, cantando. Il verso del Basenji, infatti, somiglia più a un canto tirolese – jodel – che all’ululato o all’abbaio di un cane. Inoltre, può emettere un suono roco che ricorda un ringhio e, raramente fa anche un abbaio.

Nonostante questa attitudine solitaria, autonoma e determinata, il Basenji è anche un cane che tende a legarsi molto alla sua figura di riferimento, a patto che in essa possa riconoscere affidabilità, sicurezza e coerenza.

Insomma, non è un cane da portare alle feste e nemmeno da tenere in ambienti urbani densamente abitati o obbligarlo alle attività cinotecniche, ma piuttosto con lui è consigliabile condividere la natura vera, dimostrandogli che anche voi siete amanti dell’aria aperta, dove correrà avanti e poi tornerà a controllare se ci siete. In questi momenti, avrete certamente l’impressione che sia instancabile.

Aspetto fisico

Il Basenjii è un cane di taglia media, i cui soggetti adulti raggiungono circa i 43 centimetri di altezza (40 le femmine) e un peso che varia mediamente tra i 9 e gli 11 chili. Il mantello è corto e liscio, con il pelo morbido e fitto. Il colore può essere nero e bianco, rosso e bianco, nero e tan, bianco con macchie a semi di melone color fuoco, oppure può avere focature sul muso e sulle guance.

In alternativa vi è una variante chiamata brindle, la quale è rossa con strisce nere ben definite. Le orecchie sono piccole, appuntite ed erette. Il collo è forte, leggermente lungo e ha una curva sulla gola che gli conferisce un aspetto aggraziato.

Il corpo è proporzionato e gli arti sono dritti con un’ossatura fine. La coda è inserita alta e si arrotola strettamente sulla spina dorsale. Si appoggia alla coscia e forma un ricciolo semplice o doppio.

Cura e salute

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Il Basenji, come molte razze primitive, è un cane piuttosto sano, ciò nonostante potrebbe soffrire di allergie, calcoli e altri problemi ai reni. Inoltre è soggetto al diabete, e all’atrofia progressiva della retina che può portare alla cecità.

Prima di adottare un Basenji, è bene chiedere all'allevatore se il soggetto è stato sottoposto al test del DNA che permette di escludere la presenza della Sindrome di Fanconi, una patologia genetica che causa insufficienze renali.

Molto importante sapere che le femmine, a differenza delle altre razze, vanno in calore una sola volta all’anno. Se si sceglie di adottare un Basenji è importante affidarsi ad un allevatore professionista che abbia davvero a cuore il benessere dei soggetti e non li selezioni su base estetica, ma a partire dai soggetti privi di patologie genetiche.

Cosa fare con un Basenji

Il Basenji è un cane che difficilmente si sentirà interessato ad un semplice lancio e riporto della pallina. Insieme a lui bisogna piuttosto tornare indietro nella storia e fare come facevano gli antichi abitanti dei suoi paesi d’origine: lasciarsi guidare nella foresta. Certo, potete adattare questa indicazione al vostro clima e sostituire la savana con il bosco, ma di fatto, è questo ciò che desidera maggiormente condividere con voi.

Durante il tempo libero, invece, quando siete in casa insieme, amerà trovare il suo posticino e avere l’impressione di potervi proteggere con i suoi strani ululati.

Trovate poi un posto ombreggiato dove leggere un bel libro o dove guardare il tramonto e il vostro cane apprezzerà molto la possibilità di condividere il momento con la sua figura di riferimento. Se poi si lascia andare, si diverte – forse – anche a fare qualche ricerca olfattiva, ma ciò dipende da quanto i suoi umani si mostrano effettivamente divertenti e coinvolgenti ai suoi occhi. Potete anche tentare di giocare al tira e molla con una lunga treccia. Può essere che il desiderio di tirare di fronte a voi per ottenere l’oggetto gli risvegli un po’ le motivazioni predatoria e competitiva, portandolo addirittura a giocare.

Inoltre, trattandosi di un cane piuttosto curioso, potete organizzare problem solving e giochi di attivazione mentale che lo portino a cercare soluzioni sempre nuove per gli enigmi che incontra.

Relazione e contesto ideale

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La famiglia ideale per un Basenji dovrebbe abitare preferibilmente in un luogo che abbia un accesso rapido agli ambienti naturali, perché per vivere con lui bisogna essere persone che cercano proprio questo dalla propria quotidianità.

Se ha l’opportunità di muoversi quotidianamente nei campi, tra gli arbusti e nei boschi insieme al suo umano, può vivere anche in appartamento. Non è certo la dimensione della casa il suo interesse principale, quanto più l’opportunità di scoprire ambienti sempre nuovi durante le passeggiate.

Trattandosi di un cane piuttosto solitario, se la famiglia è numerosa e ci sono bambini, è bene individuare per lui un luogo che gli permetta di vivere serenamente e riposare quando ne senta il bisogno. Inoltre, è importante che tutti i componenti della famiglia rispettino la sua personalità e non gli richiedano costantemente il contatto.

La sua motivazione predatoria potrebbe complicare la convivenza con i gatti, ma il rischio diminuisce se ci si assicura di avere a disposizione spazi in cui gli animali possano trascorrere il tempo separati.

Bisogna essere attivi, comprensivi e soprattutto accettare – o meglio, gradire – che il Basenji non sia un cane che cerca continuamente il contatto con voi.  Sviluppa spesso una personalità molto particolare e non sente la necessità di interagire costantemente con i suoi umani.

Ciò nonostante, come ogni cane, ha bisogno di un punto di riferimento affidabile e coerente, che non lo lasci da solo troppo a lungo, perché anche lui potrebbe soffrire la solitudine.

Insomma, il suo pet made ideale è giovane, ama il movimento nella natura, non sente la necessità di portare il Basenji spesso in città e soprattutto, rispetta le sue unicità e le valorizza.

Una giornata con un Basenji

Vi alzate prima di lui e, quando non è ancora sveglio, gli aprite la porta perché sapete che ama iniziare la giornata annusando tutti gli odori del giardino. Mentre fate colazione, il vostro Basenji entra un secondo a controllare cosa state facendo e poi torna all’aperto. Quando uscite, lo trovate in piedi sull’uscio che annusa l’aria. Sapete che ha certamente sentito l’odore di un animaletto che è passato lì fuori da poco.

Vi vestite rapidamente, gli mettete la pettorina, poi uscite insieme e vi avventurate sul sentiero che porta verso il paese a pochi chilometri dal vostro. Arrivati al fiume lo liberate, perché sapete che in questa zona non ci sono animali che potrebbe inseguire e, solo raramente, incontrate altri cani.

Poco prima di arrivare alle prime case, gli rimettete il guinzaglio e cominciate la strada di ritorno sull’altro argine del fiume. Quando arrivate a casa, gli preparate da mangiare, poi vi vestite, lo salutate e andate al lavoro. Come ogni giorno, gli lasciate la possibilità di accedere al giardino sul retro, perché sapete che ogni tanto gli piace fare un giretto fuori.

Quando tornate, lo trovate nella sua cuccia in soggiorno, vi viene incontro con la testa bassa, lo sguardo vispo, e la coda scodinzolante. Voi gli date una grattatina dietro le orecchie, poi prendete un libro e vi mettete in giardino a leggere. Lui passeggia lentamente nell’erba e poi si sdraia nel suo posto preferito, da dove può vedere sia voi che l’entrata di casa.

Sapete che non ama molto gli ospiti, ma questa sera vengono a trovarvi due amici, quindi andate a fare un giro con lui e poi, sulla strada di ritorno, fate in modo di incontrare le persone all’aperto, prima di entrare in casa. Entrando tutti insieme dalla porta, lui sembra più rilassato e, mentre voi chiacchierate, si mette nella sua cuccia, sgranocchiando un ossetto. Ogni tanto si lecca il mantello e qualche volta si attiva per un rumore.

Quando gli ospiti stanno per uscire, lui si alza insieme a voi e li accompagna verso la porta, poi vi guarda scodinzolando e zampetta al vostro fianco verso la stanza da letto, pronto per andare a dormire.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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