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5 Giugno 2023
9:00

Gatto tuxedo: caratteristiche e storia del gatto bicolore

Il gatto tuxedo è un esemplare dal mantello bicolore. Sono numerose le razze di gatto bianco e nero, tra cui Persiani, British ed Exotic Shorthair, Maine Coon, Norvegesi, ma anche i comuni meticci. Da sempre considerati di buon auspicio, i tuxedo sono tutti diversi l'uno dall'altro.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il gatto tuxedo è un esemplare dal mantello bicolore. In particolare, la pancia, il petto e le zampe sono bianche mentre il resto del mantello è nero, rosso, blu o loro diluizioni. Anche la faccia è generalmente bicolore, con una mascherina bianca che interessa la parte inferiore del muso e il collo e, a volte, presenta una fiamma lungo il naso. Gli integralisti del termine considerano tuxedo solo i gatti bianchi e neri.

Perché il gatto bianco e nero si chiama tuxedo?

La parola tuxedo deriva da un anglicismo, cioè una parola presa dalla lingua anglosassone e riadattata alla nostra. Risalire all’origine del termine significa tornare agli albori della domesticazione, visto che presenze del gatto bicolore risalgono già all’epoca egizia, quando esemplari bianchi e neri – forse ritenuti di buon auspicio per essere così particolari rispetto ai più comuni brown tabby, i comuni tigrati – venivano tumulati insieme a faraoni e cittadini di alto rango.

Le origini del mantello bianco e nero

Da un punto di vista biologico, tuttavia, il mantello bianco e nero (e il bicolore in generale) si spiega in modo molto semplice. Si tratta della combinazione di due effetti: da una parte la “scomparsa” del disegno dovuta al fatto che ciascun pelo, anziché apparire a bande di colore, assume la colorazione uniforme nera/rossa/blu; dall’altra, l’azione di un gene “capriccioso”, responsabile per la diffusione sul corpo della pezzatura bianca.

Per ragioni genetiche, non esiste una distribuzione dei due colori uguale ad un’altra. Come conseguenza, possiamo avere la certezza che i mantelli dei tuxedo sono tutti diversi tra loro, non esistono due identici.

Quali razze di gatto hanno il mantello bianco e nero?

Le mutazioni che inducono la scomparsa del disegno e la comparsa delle macchie bianche sono antichissime, fanno parte del corredo genetico della specie per cui sono numerose le razze ad averle ereditate e conservate in cui compare il mantello bianco e nero (o, comunque, bicolore). Si pensi ai Persiani, agli Esotici ma anche Maine Coon, Norvegesi, British e Angora Turchi, ad esempio. D’altra parte, è anche vero che ci sono razze che non ammettono questo genere di colorazione: Abissini, Egyptian Mau, Certosini, Korat, Singapura, Bengala solo per nominarne alcuni. Sarebbe quindi scorretto identificare un gatto tuxedo con una razza specifica perché tuxedo possono o non possono essere di razza ma lo sono anche i meticci che incontriamo per strada.

Le caratteristiche del gatto tuxedo

Proprio perché la colorazione è assai trasversale alle varie sottopopolazioni feline, incluse quelle selezionate artificialmente, non è possibile assegnare ai tuxedo caratteristiche peculiari che vadano al di là della ripartizione di colore sul mantello. Culture differenti, però, tendono ad assegnare alle colorazioni dei tratti comportamentali differenti: in Inghilterra, ad esempio, i tuxedo sono considerati gatti particolarmente vivaci e anche piuttosto litigiosi coi loro simili mentre in Italia, al contrario, c'è chi tende a considerarli più miti dei vivaci e intraprendenti brown tabby.

Cosa simboleggia il gatto bianco e nero

Il gatto tuxedo ha un posto di rilievo nella cultura occidentale, entrato nell’immaginario collettivo come Silvestro, il bianco e nero dei Looney Tunes, come Tom, il bianco e grigio di Hanna e Barbera ma anche come Romeo, il gatto bianco e rosso degli Aristogatti. Non ho idea se questa passione per il tuxedo abbia a che fare con una leggenda celtica riportata da alcuni siti  secondo cui un gatto di nome Buigh avrebbe sacrificato la sua immortalità pur di ritrovare il suo umano disperso in mare e che, per questo, avrebbe ricevuto in dono la pezzatura bianca simbolo di armonia e dedizione. Di certo, l’attrazione degli esseri umani per questa colorazione di gatti è molto antica ed è forse una delle testimonianze più eclatanti di come la condivisione di un percorso evolutivo abbia cambiato noi, ciò che ci attrae, ciò a cui diamo valore ma, a livelli persino fisiologici, ha cambiato anche loro.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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