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4 Ottobre 2023
10:49

Che cosa esprime il cane quando fa lo sguardo triste?

Quando un cane fa lo sguardo triste, con le sopracciglia inclinate, potrebbe voler esprimere effettivamente una condizione di malinconia o tristezza. Potrebbe però farlo anche per provare a ottenere qualcosa da noi, come delle coccole, un boccone del nostro pranzo, oppure l'opportunità di giocare insieme o uscire in passeggiata.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Chiunque abbia vissuto o viva tutt'ora con un cane si sarà certamente chiesto perché a volte faccia lo sguardo triste, magari anche accentuato dalle sopracciglia inclinate, come noi umani quando viviamo un istante di malinconia.

Attraverso la mimica facciale, infatti, anche i cani sono in grado di comunicare (volontariamente o involontariamente) il proprio stato emotivo. Quello sguardo, quindi, potrebbe effettivamente esprimere una condizione di tristezza. Non dobbiamo dimenticare, però, che i comportamenti dei nostri cani sono fortemente condizionati anche dalle nostre reazioni.

Se con una determinata espressione in passato il cane che vive con noi ha notato di essere riuscito ad avere le nostre attenzioni, è probabile che quello stesso sguardo venga riproposto anche in futuro con lo stesso obiettivo. Ciò significa, quindi, che il cane può fare lo sguardo triste anche per ottenere qualcosa da noi, come ad esempio un momento di coccole, un boccone del nostro pranzo, oppure l'opportunità di giocare insieme o uscire in passeggiata. Vediamo quindi quali sono i principali motivi per cui il cane può proporre questa espressione e come comportarci nel migliore dei modi per dimostrare di essere compagni affidabili.

Ha lo sguardo triste perché è triste

Prima di tutto, dobbiamo considerare che il cane potrebbe avere lo sguardo triste perché effettivamente si trova in una condizione di malinconia, infelicità o sconforto. Queste emozioni potrebbero essere determinate da diversi fattori, come la solitudine, la preoccupazione per ciò che sta accadendo, o magari l'ansia per ciò che sta per accadere. Inoltre, lo sguardo triste potrebbe essere determinato anche da una condizione di sofferenza fisica o dalla momentanea impossibilità di muoversi.

Non è sempre facile capire se il cane è effettivamente triste, ma alcuni indizi si possono captare anche dal suo comportamento generale oltre che dalla mimica facciale. I cani infelici, infatti, possono manifestare sintomi quali sonnolenza apparentemente immotivata, stanchezza o disinteresse per le attività quotidiane che in altre situazioni risultano gradevoli. Bisogna inoltre essere consapevoli del fatto che noi umani potremmo anche cadere in errori interpretativi e lo sguardo potrebbe semplicemente significare che il soggetto sta provando un momento di noia passeggera.

Come tutte le emozioni, anche la tristezza può manifestarsi con diverse intensità e può essere passeggera oppure più duratura. La reazione del pet mate dovrà quindi essere in linea con l'entità del disagio: se dovesse protrarsi a lungo si può chiedere l'aiuto di un educatore cinofilo, mentre se la malinconia sembra essere passeggera e circostanziata, non sarà indispensabile un intervento repentino.

Sebbene sia indubbiamente una condizione negativa, infatti, anche la tristezza ha una sua funzione specifica e nella propria vita è importante saperla affrontare. È impossibile immaginare un'esistenza che non preveda momenti di tristezza, perché riconoscere e andare incontro alle proprie emozioni rappresenta uno dei passaggi della crescita emozionale di ogni individuo.

Ciò nonostante, chi ci è accanto e ci vuole bene, è certamente spinto a far qualcosa per il nostro benessere, allo stesso modo, il pet mate avrà il desiderio di aiutare il proprio cane ad alleviare la tristezza. Per farlo bisognerà ragionare sulla sua personalità e sul contesto in cui si trova, provare poi ad individuarne l'origine della malinconia e dimostrargli che può fare affidamento sui suoi umani. Se il soggetto è in salute e sta bene fisicamente, si può pensare di proporgli qualche attività piacevole, o portarlo in luoghi stimolanti. La nostra serenità e le nostre emozioni piacevoli potrebbero essere uno spunto capace di condizionarlo positivamente.

Chiede la nostra attenzione o vuole ottenere qualcosa

Può essere che il cane, proponendo questo sguardo, nel tempo si sia accorto che può catturare la nostra attenzione. Il contatto visivo, infatti, è un aspetto determinante nella relazione che si instaura tra umano e cane. A dimostrarlo vi è uno studio pubblicato nel 2013 e condotto dal Centre for Comparative and Evolutionary Psychology dell'University of Portsmouth, nel Regno unito. Secondo i ricercatori questo aspetto può avere un'importante influenza sul comportamento di risposta dell’uomo. Nello specifico, è stato osservato che lo sguardo che richiama la morfologia del viso di un cucciolo, aumenta le possibilità del cane di venire adottato in canile. 

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Espressioni facciali e pedomorfismi offrono al cane un vantaggio evolutivo. Rhodesian Ridgeback aumenta l’altezza e la dimensione complessiva della cavità orbitale  ©PLoS ONE – 2013 Waller et al.

Da ciò ne nasce inevitabilmente che i cani che vivono con noi mettano in atto questa strategia per ottenere le nostre attenzioni, oppure per chiederci un pezzo del nostro pranzo, o ancora per attirarci in un gioco o per farci capire che hanno il desiderio di uscire in passeggiata o di allontanarsi dal luogo in cui si trovano.

Come spesso accade, il segreto per riuscire a reagire nella maniera adeguata è provare a immedesimarsi nel nostro compagno di avventure e, se possibile, appagare le sue richieste. Se invece non è possibile farlo (ed è normale che talvolta sia così), ci si può limitare a prendere atto della sua richiesta e, appena ve ne sarà la possibilità, dimostrargli che lo si ha compreso.

La mimica facciale, la domesticazione e la selezione delle razze

La mimica facciale è un tema di grande attualità nel mondo della ricerca sul comportamento del cane. Secondo uno studio pubblicato nel 2019, infatti, il lungo processo di domesticazione che negli ultimi 30 mila anni ha unito esseri umani e cani ha trasformato via via l’anatomia dei muscoli del loro muso in modo da influenzare la loro comunicazione e renderla più intelliggibile da noi.

I ricercatori hanno osservato le interazioni sociali tra 27 cani di un canile e 9 lupi provenienti da due diversi parchi e hanno notato che i cani avevano movimenti delle sopracciglia più intensi e frequenti rispetto ai lupi quando guardavano le persone.

Gli studiosi hanno determinato, quindi, che il processo di domesticazione ha influenzato lo sviluppo di questi muscoli facciali nei cani, poiché le persone preferiscono gli animali con sguardi più comunicativi.

Lo sviluppo degli sguardi comprensibili, come appunto quello che ci rimanda alla tristezza, è quindi il risultato della coevoluzione, ma è anche un esito della selezione delle razze condotta nei secoli. Questo aspetto risulta particolarmente evidente ad esempio nei Labrador Retriever o nei Golden Retriever, i quali sanno comunicare con noi muovendo le sopracciglia in maniera più che evidente.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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