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18 Febbraio 2021
15:09

Il più grande spettacolo della Terra: la migrazione

Ogni anno sono miliardi gli animali che si mettono in marcia per affrontare uno dei più stupefacenti e massacranti spettacoli della Terra: la migrazione. Un viaggio incredibilmente rischioso che porterà uccelli, mammiferi, pesci, rettili, anfibi e persino insetti ad attraversare oceani, foreste, deserti, lande ghiacciate e interi continenti per un unica sola ragione, la sopravvivenza.

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È una calda giornata di fine inverno tra le verdi colline di Ebbaken, in Nigeria. L'aurora inonda di luce color lavanda le floride praterie di erba elefante e uno dei più grandi spettacoli della Terra sta per avere inizio: la migrazione di ritorno delle rondini. Milioni di uccelli attraverseranno savane, foreste, deserti e mari per arrivare finalmente in Europa per costruire il loro nido, magari proprio tra i porticati della vostra città o nella stalla del vicino. Le stupefacenti migrazioni animali non sono semplicemente uno spostamento su lunga distanza, ma un fenomeno biologico preciso e regolare. Può essere descritto come un movimento pendolare, periodico e ciclico, da una zona di riproduzione a una non riproduttiva.

Sono tantissimi gli animali che intraprendono grandi e sorprendenti viaggi, non solo le rondini. Ogni anno, infatti, miliardi di uccelli, mammiferi, rettili, anfibi e persino insetti percorrono decine di migliaia di chilometri attraversando oceani, deserti e interi continenti sfidando tempeste, predatori e ogni altra sorta di insidia. Da soli o in gruppo, di notte o di giorno, il motivo per cui questi viaggiatori straordinari affrontano migrazioni tanto pericolose e rischiose è uno soltanto: la sopravvivenza. La maggior parte dei migratori vive, infatti, in luoghi con forte stagionalità, che inevitabilmente altera la disponibilità di cibo e il clima durante il corso dell'anno. E così questi coraggiosi e intrepidi globe-trotter sono costretti a spostarsi in risposta ai cambiamenti stagionali per inseguire le condizioni ideali per riprodursi o avere cibo a sufficienza. Non farlo significherebbe morta certa.

Il fenomeno della migrazione

La migrazione può avvenire in forme e modalità molto diverse a seconda delle specie che la compiono. Solitamente avviene ogni anno, con movimenti ciclici di andata e ritorno compiuti in stagioni ben definite. Può essere obbligata, quando una specie è "costretta" a migrare oppure facoltativa, quando non avviene ogni anno ma solamente in risposta a precise condizioni ambientali che non sempre si verificano. Inoltre, all'interno di una specie migratrice non è detto che tutti gli individui si mettano in viaggio quando è arrivato il momento. In questi casi naturalisti e biologi distinguono in migratori completi quelle specie in cui tutti gli individui migrano, come appunto le rondini, e migratori parziali quegli animali in cui alcune popolazioni migrano e altre sono sedentarie, come succede per esempio nei merli. Le migrazioni possono essere anche differenziali, quando avvengono in modalità e tempi diversi in base al sesso o all'età. Per esempio, nella migrazione di ritorno di molte specie di uccelli i maschi partono prima delle femmine per accaparrarsi i territori migliori.

Gli animali che migrano possono spostarsi non solo in orizzontale attraversando mari e deserti, ci sono anche quelli che compiono spostamenti più brevi che si sviluppano soprattutto in altezza. Si parla in questi casi di migrazioni verticali. Lo sono, ad esempio, i movimenti all'interno della colonna d'acqua compiuti dai minuscoli organismi marini che formano lo zooplancton, oppure gli spostamenti effettuati dagli uccelli che vivono in alta quota che si muovano dalle vette alla valle quando arriva il freddo invernale.

In generale le migrazioni sono una risposta adattativa ai cambiamenti stagionali che causano variazioni nella disponibilità delle risorse. Gli animali, migrando, si spostano da un ambiente diventato inospitale verso un altro che gli consente di sopravvivere con maggiori probabilità. I movimenti avvengono, quindi, tra un'area deputata alla riproduzione e all'allevamento dei piccoli e un'altra destinata a trascorrere il tempo al di fuori del periodo riproduttivo.

Come si preparano gli animali alla migrazione

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I rondoni (Apus apus) vivono perennemente in volo. Dopo essersi riprodotti nei centri storici delle nostre città passeranno tutto l’inverno volando tra i cieli dell’Africa subsahariana senza mai posarsi

Quando si avvicina il momento di partire molti animali possono subire forti cambiamenti fisiologici, anatomici e comportamentali in preparazione al lungo e faticoso viaggio. I meccanismi che innescano i preparativi e "avvisano" i migratori che è arrivato il momento di partire sono molteplici e variano, ovviamente, a seconda del gruppo animale. Uno dei fattori principali che innesca la migrazione è il fotoperiodo. La variazione nell'alternanza delle ore di luce o di buio spesso è il campanello d'allarme principale. Un'altra importante avvisaglia può essere la variazione della temperatura. Questo fattore risulta particolarmente importante da un punto di vista della conservazione, visto che l'innalzamento delle temperature dovuto al riscaldamento globale può avere conseguenze devastanti sulle migrazioni.

Gli uccelli quando si avvicina l'ora della partenza entrano in uno stato di inquietudine premigratoria, regolato dagli ormoni, che gli ornitologi chiamano col poetico termine tedesco zugunruhe. Gli uccelli vengono così travolti da una frenesia migratoria incontrollata, scritta nei loro geni, che manifestano con movimenti frenetici e agitati persino in gabbia.

Per poter affrontare il lungo viaggio spesso gli animali cambiano persino la tipologia e il ritmo della loro dieta. Alcuni, come i salmoni, smettono completamente di mangiare e moriranno una volta completata la migrazione per la riproduzione. Altri, invece, come alcuni insetti, uccelli e mammiferi entrano in una fase di iperfagia e iniziano a nutrirsi molto più del solito. Gli uccelli migratori, ancora, accumulano grosse quantità di grasso che utilizzano come "carburante" per il volo.

Come si orientano gli animali migratori

Gli animali che migrano, spesso per la prima volta nella loro vita, sembrano sapere esattamente dove andare pur non avendo mai visto qui luoghi. La spiegazione di questa incredibile navigazione innata è che in molti casi la direzione e la distanza da percorre è scritta in maniera indelebile o quasi nei loro geni. In altri, invece, per imparare la rotta migliore serve l'aiuto del gruppo e dei membri più esperti, che possono fare da guida agli esemplari più giovani che affrontano la migrazione per la prima volta.

Uno degli aspetti più affascinanti, e per certi versi ancora avvolto nel mistero, del fenomeno migratorio è senza dubbio il modo in cui si orientano gli animali. Come i più grandi esploratori della storia la maggior parte degli animali utilizza sole, stelle e campo magnetico terrestre per orientarsi. Hanno delle vere e proprie bussole magnetiche o solari al loro interno e possono usare uno o più tra questi sistemi di navigazione. Poi, proprio come facciamo noi quando siamo nei pressi di casa, grazie alla memoria visiva e olfattiva dei punti d'arrivo, riescono a ritrovare con precisione lo stesso esatto punto in cui ritornano ogni anno.

I rischi, i costi e i benefici della migrazione

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Durante la "grande migrazione" del Serengeti migliaia di gnu e zebre perdono la vita a causa dei predatori e della difficile traversata del fiume Mara

Che sia per terra, per mare o per aria la migrazione è un viaggio lungo e massacrante, che non tutti riescono a portare a termine. Animali spesso di pochissimi grammi sono "costretti" ad attraversare oceani, distese di ghiaccio, deserti e altri ambienti inospitali. Devono affrontare tempeste, predatori, scavalcare catene montuose, nuotare contro corrente, attraversare autostrade e sopravvivere a tantissime altre sfide e insidie. I costi energetici di questi incredibili viaggi sono altissimi e i tassi di sopravvivenza incredibilmente bassi.

Per ridurre rischi e costi molti migratori stravolgono totalmente le loro abitudini. Tanti uccelli diurni, per esempio, viaggiano di notte per evitare il calore del sole o i predatori oppure viaggiano in gruppo o in formazione a V per risparmiare energie. Balene, squali e tartarughe marine, allo stesso modo, hanno imparato a sfruttare le correnti oceaniche.

Chi viaggia per mare, per accorciare le distanze e ridurre i tempi come fanno molti passeriformi, spesso non è in grado di posarsi sull'acqua e un calcolo sbagliato o un forte vento contrario può significare morte certa. L'ancora di salvezza per questi piccoli grandi viaggiatori sono le isole, utilizzate come vere e proprie stazioni di servizio per riposare, ricaricare le batterie e ripartire. I ricercatori che studiano le migrazioni chiamano queste tappe intermedie siti di stop-over. Spesso persino le grandi navi mercantili nel bel mezzo dell'oceano possono fare la differenza tra la vita e la morte.

Se migrare significa andare incontro al rischio di morire, rappresenta anche l'unica possibilità di sopravvivenza. Restare significherebbe affrontare temperature proibitive e totale assenza di cibo. Sono questi i motivi per cui nonostante i costi e i rischi altissimi questo adattamento è stato favorito dalla selezione naturale. È proprio a causa di questi rischi che la maggior parte degli animali migratori ha cicli di vita molto più brevi rispetto a specie simili ma sedentarie. Inoltre chi nuota o cammina tende ad avere dimensioni corporee maggiori, mentre chi vola è molto più piccolo.

La migrazione negli uccelli

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Nel corso della sua vita, migrando da polo a polo, la sterna artica (Sterna paradisea) può arrivare a percorrere sei volte la distanza che separa la Terra dalla Luna

Tra tutti gli animali che migrano gli uccelli sono senza dubbio quelli più straordinari. Delle oltre 10 mila specie conosciute al mondo sono quasi 2000 quelle che compiono migrazioni regolari e costanti. Il loro movimenti stagionali avvengono soprattutto nell'emisfero settentrionale, e seguono rotte prestabilite e costanti tra le aree di nidificazione, a Nord, e quelle di svernamento, a Sud. Gli uccelli che si riproducono in Europa svernano quasi tutti in Africa, che raggiungono spesso concentrandosi in punti nevralgici decisivi per la traversata come lo stretto di Messina, quello di Gibilterra o il canale di Suez. Quelli che restano all'interno del bacino del Mediterraneo vengono definiti migratori a corto raggio. Quelli che invece superano il Sahara e si spingono più a Sud sono chiamati migratori a lungo raggio.

Di viaggi e storie incredibili tra gli uccelli ce ne sono tante, ma quella senza dubbio più assurda appartiene alla sterna artica (Sterna paradisaea). Questo piccolo uccello marino di poco più di 100 grammi nidifica al circolo polare artico e sverna in Antartide: 96 mila chilometri tra andata e ritorno, ogni anno. Nel corso della sua vita può arrivare a percorrere due milioni e mezzo di chilometri: sei volte la distanza che separa la Terra dalla Luna.

Le gru in migrazione volano su Venezia

La migrazione nei pesci

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Sfidando la forza delle correnti i salmoni (Oncorhynchus nerka) risalgono i fiumi per riprodursi negli stessi torrenti in cui sono nati e infine morire

Migrano anche tante specie di pesci, spesso passando da ambiente marino a quello d'acqua dolce. Chi come i salmoni parte dal mare per risalire i fiumi e riprodursi, spesso come ultimo atto della propria esistenza, viene definito anadromo. Viceversa, chi passa la maggior parte della propria vita in acqua dolce per andare a riprodursi in mare è chiamato catadromo. Le anguille (Anguilla anguilla e Anguilla rostrata), specie ormai quasi a un passo dall'estinzione in natura, vivono nelle acque dolci e salmastre dell'Atlantico e del Mediterraneo. Quando hanno raggiunto la maturità sessuale tutte le anguille si riproducono tutte nel Mar dei Sargassi, la parte di oceano Atlantico compresa tra le Antille e le Azzorre. Una migrazione di massa imponente che può durare fino a sei mesi. Migrano anche squali e razze, che spesso mettono in scena alcune tra le più suggestive migrazioni di massa di tutto il Pianeta.

La migrazione nei mammiferi

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Ogni anno fino a 200 mila caribù (Rangifer tarandus) si mettono in marcia in Nord America per raggiungere North Slope, dove daranno alla luce i loro piccoli

Alcuni mammiferi, come pipistrelli, cetacei e grandi erbivori compiono alcune tra le migrazione più lunghe e difficili via terra. I caribù (Rangifer tarandus) che vivono tra Alaska e Canada, per esempio, compiono la più lunga e spettacolare migrazione tra tutti i mammiferi terrestri: fino a circa 5 mila chilometri in un solo anno, seguendo rotte e tracciati scritti da millenni. A marzo, quando arriva la primavera e le femmine sono gravide, fino a 200 mila individui si mettono in marcia nella tundra per arrivare, partendo da varie località più a Sud, al confine tra Alaska e Yukon, a Nord.

Ma la più famosa tra le migrazione è senza dubbio quella che viene chiamata "la grande migrazione" di massa del Serengeti, un esodo annuale che coinvolge circa 1,7 milioni di gnu (Connochaetes taurinus) e centinaia di migliaia di altri animali grandi erbivori come le zebre di pianura (Equus quagga). Uno spostamento circolare e ciclico che segue le piogge e la vegetazione che inizia a Sud nella Ngorongoro Conservation Area in Tanzania e continua in senso orario attraverso il Parco Nazionale del Serengeti verso la riserva del Masai Mara in Kenya, a Nord.

Anche balene e delfini migrano. Molti cetacei, per esempio, sfruttano l'abbondanza di risorse alimentari dell'estate nei mari polari per poi spostarsi verso le acque subtropicali durante l'inverno, quando è arrivato il momento di accoppiarsi e dare alla luce i piccoli.

L'imponente migrazione degli gnu nel Serengeti

La migrazione nei rettili e negli anfibi

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I piccoli rospi comuni (Bufo bufo) attraversano strade e sfidano le auto per ritornare nelle pozze dove sono nati e accoppiarsi

Tra i rettili migrano soprattutto le tartarughe marine femmine, che tornano a distanza di tantissimi anni a nidificare nelle stesse spiagge in cui sono nate e di cui memorizzato la posizione, grazie a una sorta di imprinting basato sul campo elettromagnetico terrestre. Nonostante le limitate capacità di spostamento persino gli anfibi come rospi, rane e salamandre sono in grado di compiere vere e proprie migrazioni. Succede ad esempio per quelle specie che vivono lontano dall'acqua, come il nostrano rospo comune (Bufo bufo), che ritorna in massa nei fiumi e nei laghi solamente quando è arrivato il momento di accoppiarsi e deporre le uova. Queste piccole grandi migrazioni possono essere lunghe, tra acqua e habitat terrestri, da poche centinaia di metri fino a qualche chilometro.

La migrazione negli insetti e altri artropodi

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Le farfalle monarca (Danaus plexippus) attraversano tutto il Nord America con una spettacolare migrazione a più generazioni

In pochi sanno che anche animali piccolissimi e delicatissimi come gli insetti possono compiere lunghe e faticose migrazioni. Lo fanno le diverse specie di farfalle e libellule, come la famosa farfalla monarca (Danaus plexippus), che ogni anno intraprende un epico viaggio di 6 mila chilometri dal Nord America al Messico e viceversa, in una fenomenale migrazione a tappe che coinvolge tre o quattro generazioni che si danno il cambio durante il viaggio. O come la libellula frecciaerrante (Pantala flavescens), che copre fino a 18 mila chilometri dall'Est asiatico al Sudafrica, seguita da un altro grande migratore che si nutre proprio di questi insetti: il falco dell'Amur (Falco amurensis).

Ma è tra ottobre e dicembre che, sull'isola di Natale in Australia, si assiste a uno degli spettacoli più incredibili: dal cuore della foresta milioni di granchi rossi (Gecarcoidea natalis) attraversano l'intera isola per raggiungere la costa, dove dopo aver affrontato predatori, strade e altre difficili barriere si accoppieranno e deporranno le uova in mare.

Che sia in marcia, in volo o a nuoto la migrazione animale è uno dei più imponenti e stupefacenti fenomeni naturali del nostro Pianeta. I grandi viaggiatori del regno animale, migrando attraverso i continenti, connettono il nostro mondo ricordandoci di quanto siano effimeri e artificiali le barriere e i confini. Appena fuori dalle nostre finestre miliardi di piccoli e grandi animali si spostano in massa tra i nostri mari, tra i nostri giardini e nelle nostre città. Succede ogni anno, che ve ne accorgiate o no, ed è il più grande spettacolo della Terra.

La marcia inarrestabile dei granchi rossi dell'isola di Natale

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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