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10 Ottobre 2023
17:24

Al convegno AlterExpo 2023 si è ripensato al ruolo dei canili e alla relazione con i cani

Si è tenuto nei giorni 29 settembre e 1 ottobre AlterExpo 2023, seconda edizione del convegno nazionale interamente dedicato al mondo dei canili e a tutto ciò che ruota attorno al complesso fenomeno del cosiddetto “randagismo”. Tema centrale dell’evento di quest’anno la questione delle adozioni responsabili.

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Si è tenuto nei giorni 29 settembre e 1 ottobre, presso Naturama, sede della Scuola Interazione Uomo Animale, AlterExpo 2023, seconda edizione del convegno nazionale interamente dedicato al mondo dei canili e a tutto ciò che ruota attorno al complesso fenomeno del cosiddetto “randagismo”.

Tema centrale dell’evento di quest’anno, riassunto nello slogan “Adozioni. Un altro mo(n)do è possibile!”, la delicata questione delle adozioni responsabili, argomento quanto mai di attualità in una società sempre più complessa e attraversata da spinte disgregatorie.

Tanti gli obbiettivi della manifestazione che ha visto la partecipazione di oltre 150 iscritti (che quest’anno hanno potuto usufruire anche dell’opzione di partecipare a distanza attraverso una classe virtuale) e 14 relatori provenienti da tutta Italia.

Come spiega l'etologo e filosofo Roberto Marchesini – che è stato ospite anche di una puntata del format MeetKodami condotto dalla nostra direttrice Diana Letizia – tra i primi scopi di questo evento c’è stato il «riconfigurare lo statuto stesso del canile e quindi passare da una visione di detenzione a una visione di servizio e di dare le basi per la costituzione di linee guida che possano essere adottate da molte strutture, stabilendo così quali requisiti esse dovrebbero avere».

Anche Kodami ha idealmente partecipato ad AlterExpo. Tra gli ideatori e promotori dell’evento c'è stato anche Francesco Cerquetti, collaboratore del nostro magazine e di SIUA in ambito canili, che aggiunge: «Purtroppo le normative oggi vigenti, e in particolare la Legge 281 del 1991, sebbene in passato possano aver rappresentato un sostanziale progresso non risultano più adeguate ai tempi e al sentimento comune di molti cittadini. Da un lato infatti la 281 non può essere definita come una vera e propria legge sul benessere animale, cosa che in Italia, ancora oggi, di fatto manca. Essa infatti, benchè prescriva un divieto di uccisione, si presenta più che altro come una legge sulla prevenzione del randagismo e non sulla tutela dei cani. Dall’altro lato, però, orienta ancora tutte le attività e le politiche delle Istituzioni che considerano ancora oggi i canili solo come centri di detenzione e non come luoghi attivi di promozione e diffusione di una cultura della responsabilità».

AlterExpo ha voluto anche conservare, così come nella prima edizione, un’ampia parte dedicata alla condivisione di esperienze sviluppate e portate avanti negli anni in realtà diverse e in molteplici ambiti. Si è cercato infatti di sviscerare il tema adozioni in tutta la sua complessità, cosa che a volte pare a molti sfuggire.

Si è parlato del ruolo dei canili nei confronti delle istituzioni e anche verso i cittadini e sono stati toccati anche temi quali l’importanza di poter contare su personale formato o del lavoro per preparare i cani all’adozione. Si è discusso di come questo sia fondamentale per ridurre i tempi di permanenza in canile, ma anche per favorire "adozioni di successo”, ovvero che consentano non solo al cane di inserirsi nel nuovo nucleo familiare, ma anche che tutti i suoi membri siano pronti ad accettare una sfida che, oltre alle soddisfazioni, porterà sicuramente, così come tutte le relazioni importanti, anche impegni e preoccupazioni.

Sono emerse anche la difficoltà per molti cani di essere reinseriti in un ambiente familiare. Ciò accade molto spesso per fattori esterni ai canili e dei quali queste strutture ad oggi subiscono i pesanti effetti. Il tema è stato dunque quello delle problematiche comportamentali che in tanti casi si originano in famiglia a causa di adozioni sbagliate o superficiali, ma che poi si concludono con le cosiddette rinunce di proprietà e dunque con l’ingresso in canile di cani difficili da gestire, con gravi ferite a livello emotivo e nella loro capacità di fidarsi.

Altro tema spinoso è quello del sempre maggior ingresso di cani appartenenti a razze particolari, come i Terrier tipo bull, cani dalla storia estremamente complessa e problematica, soggetti spesso dal carattere sensibile e delicato associato a doti fisiche da lottatore, vittime ideali, nella nostra società, di gravi distorsioni: da baby sitter premuroso a feroce assassino, purtroppo sembra che certi cani non vengano mai guardati nella loro individualità, in base alle loro doti e fragilità, ma sempre con la lente del proiettare l’ego di chi li detiene; del valore di status symbol, insomma, di ciò che la società vuol vedere in loro e non di quello che ognuno di loro realmente è.

Ma il discorso non si è limitato soltanto alle strutture e ai cani detenuti al loro interno. Conoscere infatti il territorio in tutte le sue sfaccettature significa anche analizzare tutte quelle situazioni in cui sarebbe meglio lavorare direttamente al di fuori del canile. E così si è provato ad analizzare come delle intere comunità possono diventare una famiglia come avviene per i cani di quartiere. Oppure come, con la collaborazione tra Associazioni ed Enti Pubblici, possono essere accuditi anche quei soggetti che non hanno nessuna socializzazione verso l’essere umano, per i quali un ingresso in canile rappresenta quasi sempre una condanna al carcere a vita senza possibilità di sconti di pena.

«Dai molti riscontri che ho ricevuto durante queste giornate – dichiara Lorenzo Niccolini, tra gli organizzatori di AlterExpo e fondatore dell’Associazione Stray Dogs che si occupa di studiare e monitorare i cani liberi – è stato un bel momento di incontro e confronto tra diverse realtà sparse in tutta Italia, grazie al quale comunque è possibile mantenere una elasticità di pensiero in un ambito che spesso fa fatica ad evolvere, in quanto ancorato a quelle che sono le modalità di gestione su base territoriale. L’altro feed back che mi è stato riportato riguarda specialmente persone che sono sì legate al mondo dei canili, ma che spesso non hanno modo di reperire informazioni, portando avanti le proprie attività, magari da anni, convinti di far bene e di star perseguendo la strada giusta. Il riscontro in questo caso è stato che questo evento ha rappresentato un modo per valutare quella che è una evoluzione che, a tutti gli effetti, sta concretamente avvenendo e che, anche con fatica, si sta portando avanti in tante realtà, che grazie a eventi come questo possono condividere i loro risultati e le loro riflessioni».

A distanza di 4 anni dalla prima edizione, nonostante gli stop e tutti i cambiamenti economici e sociali che ci hanno colpito in questi anni, dunque, emerge attraverso questi giorni di riflessione che l’interesse per il tema non solo non si è sopito, ma sembra addirittura essersi radicalizzato, con una spinta al cambiamento dal basso che sembra forte e condivisa. È necessario dunque aprire sempre di più dei luoghi di ragionamento e di confronto condivisi, che possano stimolare e indirizzare il cambiamento.

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