L’orso marsicano Juan Carrito incontra di nuovo un cane a Roccaraso

Juan Carrito, l’orso bruno marsicano del Parco dell’Abruzzo e del Molise, è stato ripreso a Roccaraso mentre si trova faccia a faccia con un Border Collie. Il video, diffuso sui social, mostra il cane senza guinzaglio avvicinarsi all'orso, un incontro potenzialmente molto pericoloso.

2 Marzo 2022
12:00
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Juan Carrito cane

L'orso marsicano Juan Carrito è stato nuovamente avvistato a Roccaraso mentre si trova faccia a faccia con un cane, di tipo Border Collie. L'incontro, ripreso in un video diffuso sui social, mostra un cane senza guinzaglio avvicinarsi all'orso mentre chi riprende sottolinea la distanza molto ravvicinata: «(l'orso) è a dieci metri!», e poi aggiunge: «Sembra un cagnolone. È stupendo».

Ma Juan Carrito è un grande carnivoro, non un "cagnolone". E la scena immortalata con lo smartphone poteva avere risvolti molto infelici per tutte le parti coinvolte.

Purtroppo non si tratta di un déjà-vu: dopo l'incontro tra un Pastore tedesco e Juan Carrito nei pressi di Villalagando, si apre un nuovo capitolo dell'interazione tra l'orso e la comunità urbana a ridosso del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Nel video tuttavia gli umani coinvolti si mostrano spaventati da quell'incontro, con una donna che cerca di richiamare – con scarso successo – il cane vicino a sé.

In quell'occasione l'etologa e membro del comitato scientifico di Kodami, Federica Pirrone, ha sottolineato la pericolosità di una scena presentata da molti media addirittura come "giocosa": «L'orso non sembra spaventato, la sua disposizione nei confronti del cane sembra neutra, con qualche tentativo di allontanamento di quest'ultimo quando si avvicina troppo. È il cane che si mostra reattivo nei suoi confronti, esponendosi di fatto a un pericolo non indifferente. Se l'orso reagisse, le conseguenze non sarebbero certo positive».

Anche in questo caso il Border Collie appare molto reattivo verso l'orso che invece sceglie di sedersi in una posa che appare "rilassata" e che invece può essere un segnale di forte stress, come ha spiegato a Kodami la biologa Elisabetta Tosoni, ricercatrice impegnata in numerosi progetti dedicati all'orso appenninico: «Il concetto umano di tranquillità non appartiene agli animali: non è detto che un apparente stato di calma escluda lo stress. Gli animali quando sono stressati tendono ad avere una immobilità che in realtà è una paralisi. Quando Juan Carrito, ma anche altri animali, restano immobili, spesso è a causa dello stress, anche se le persone li vedevano come "calmi tranquilli". In queste situazioni le loro reazioni possono essere imprevedibili».

In casi come quelli di incontro tra un cane e un orso le reazioni sono imprevedibili per tutte le parti coinvolte, anche se si tratta di un esemplare confidente come Juan Carrito. Un orso è definito confidente quando perde la sua naturale diffidenza nei confronti degli esseri umani. Juan Carrito non teme l'essere umano e non teme centri abitati grandi come quella che oramai è la "sua" Roccaraso, ciò però non vuol dire che sia innocuo o che possa essere considerato alla stregua di un animale domestico.

Nonostante la grande simpatia che da sempre suscita negli esseri umani, Juan Carrito resta un orso, un animale selvatico, che per un grande numero di ragioni – legate soprattutto al facile accesso alle risorse alimentari messe a disposizione dai cassonetti di Roccaraso – ha scelto di vivere a ridosso delle comunità umane.

Juan Carrito è un esemplare giovane, di quasi due anni, ma pesa quasi il doppio rispetto ai suoi coetanei proprio grazie alla grande disponibilità di cibo, un fatto che lo rende ancora più temibile: «È come un ragazzino, ma forte e potente», ha sottolineato il direttore del Parco nazionale dell'Abruzzo del Lazio e del Molise,Luciano Sammarone.

Se l'orso avesse reagito avrebbe potuto ferire, o addirittura uccide il cane. Una eventualità doppiamente tragica: per la vittima innocente, e per l'orso stesso, il quale una volta ritenuto pericoloso potrebbe essere abbattuto oppure rinchiuso, come sta avvenendo anche agli orsi bruni del Trentino.

È stata la stessa Comunità del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm), presieduta da Antonio Di Santo, a sottolinearlo: «in un diverso contesto, anche di comunità, cittadinanza e territorio, probabilmente i destini di un orso come Juan Carrito sarebbero stati differenti, e se questo ha ancora una possibilità di condurre una vita libera e in natura lo si deve anche alle persone che vivono nel Parco, e che ne hanno preso a cuore le sorti».

Insomma, Juan Carrito non resterà «un cagnolone» per sempre: crescerà ma la sua confidenza non è detto che passi. Mediamente un orso bruno marsicano adulto può pesare anche 210 chili, per un'altezza di 1,80 metri. Cosa avverrà quando Carrito raggiungerà e forse supererà questa stazza? L'essere umano chiederà a gran voce di liberarsi del suo ex beniamo.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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