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14 Ottobre 2021
9:20

Tutela di animali e ambiente in Costituzione: secondo “sì” dalla Camera

Dalla Camera dei Deputati è arrivato il secondo “sì” - 412 voti favorevoli, 1 contrario e 16 astenuti - alla modifica dell’articolo 9 della Costituzione con l’inserimento della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli animali. Ma come si è arrivati a questo punto, cosa manca e chi rema contro?

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Ulteriore passo avanti per inserire gli animali e la loro tutela nella Costituzione. Dalla Camera dei Deputati è infatti arrivato il secondo “sì” – 412 voti favorevoli, 1 contrario e 16 astenuti – alla modifica dell’articolo 9 della Costituzione con l’inserimento della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli animali e dell’articolo 41 della Costituzione con l’aggiunta delle parole «alla salute, all’ambiente» in riferimento alla seguente formulazione: «L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana».

Animali in Costituzione, come si arriva all'approvazione

Quello arrivato oggi è il secondo dei quattro pareri favorevoli necessari per attuare la modifica, che prevede che l’attuale testo dell’articolo 9 della Costituzione venga così modificato: “La Repubblica tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. A giugno 2021 era arrivato il primo “sì” da parte del Senato, un’approvazione a stragrande maggioranza (224 voti favorevoli, nessun contrario e 23 astenuti) che si adeguava al Trattato dell’Unione Europea che riconosce tra l’altro già gli animali come esseri senzienti.

Se il crono-programma verrà rispettato, fra quattro mesi si esprimerà di nuovo il Senato e a metà giugno del 2022 ci sarà il definitivo pronunciamento della Camera dei Deputati, con la promulgazione da parte del presidente della Repubblica nel momento in cui il voto verrà confermato favorevole. L’iter prevede infatti che la modifica debba essere approvata due volte da entrambe le Camere a un intervallo di non meno di tre mesi l’una dall’altra, e la seconda deliberazione, sia alla Camera sia al Senato, deve ottenere la maggioranza assoluta dei componenti (316 deputati e 161 senatori).

Animali nella Costituzione: come ci si è arrivati

Un percorso lungo e travagliato quello dell’approvazione del nuovo testo, ostacolato da una serie di emendamenti contrari che puntavano all’eliminazione o al ridimensionamento proprio del riferimento agli animali. Il secondo parere favorevole è arrivato, tra l’altro, nei giorni in cui in Cina si sta tenendo la Cop 15, la Conferenza Onu sulla Biodiversità, per individuare azioni concrete a tutela della Natura e delle specie in via di estinzione, che si stima a oggi siano oltre un milione a livello globale tra specie animali e vegetali.

Il testo in fase di valutazione è frutto di una sintesi fra varie proposte di M5s, Pd, Forza Italia e gruppo Misto, proposto dalla relatrice Maiorino (M5S) e promosso da De Petris (LeU), Bressa (Autonomie), Ferrazzi (Pd) e Perilli (M5S). La prima proposta di legge in questa legislatura era stata presentata a marzo 2018 dalla senatrice Loredana De Petris, ora nel Gruppo Misto, e a oggi si è a quota sette, accorpate a marzo 2021 dalla Commissione Affari costituzionali del Senato in unico testo che nella forma definitiva si compone di tre articoli che propongono la modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione.

L’articolo 2 della proposta di legge modifica l’articolo 41 in relazione all’iniziativa economica privata, mentre l’articolo 3 modifica l’articolo 9 come già precedentemente detto, aggiungendo il criterio di competenza che stabilisce che “la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali” che è andato a sostituire la proposta di modifica dell’articolo 117  della Costituzione finalizzata a includere la tutela degli animali tra le materie di competenza esclusivamente statale.

La strenua opposizione della Lega

A fare maggiore resistenza nell’iter di approvazione è stata dall’inizio la Lega, e proprio sull'aspetto che riguarda gli animali: nessuno problema sulla parte riguardante l’ambiente, ma il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli aveva annunciato una battaglia a colpi di emendamenti affermando che il Carroccio fosse «pronto a inserire la tutela dell’ambiente in Costituzione, ma non a diventare vegani o vegetariani». Una strenua opposizione che si è concretizzata ad aprile con la presentazione di 246mila emendamenti al testo di legge, ma che per adesso non sembra influire sul percorso di approvazione della modifica costituzionale, e che arriva da un partito che tradizionalmente, se non promuove quantomeno tutela caccia e cacciatori e spesso presenta a livello regionale proposte di legge che incentivano l'attività venatoria chiamando in causa proprio la tutela della biodiversità.

Una prima proposta di disegno di legge costituzionale, presentato nel 2014, partiva da presupposti ancora più concreti e da dettami più specifici: «Perché gli animali in Costituzione? – chiedevano i senatori De Petris, Cirinnà, De Pietro, Petraglia, Casaletto, Mastranfeli, Zizza, Pagliari, Barozzino, Cervellini, De Cristofaro, Uras e Stefano – Stiamo assistendo a un fenomeno prima culturale e poi giudiziario, l’elevazione dello status dell’animale da mera res ad essere senziente, ed è evidente che il nostro ordinamento giuridico debba ormai conformarsi a questo deciso mutamento, anche per evitare ulteriori paradossi e tensioni sociali».

Poi la spiegazione sulle modifiche da apportare per avviare questa fondamentale transizione: «Il testo proposto prevede l’inserimento della tutela dell’ambiente e dell’ecosistema nell’articolo 9, secondo comma, della Carta in quanto beni già previsti dalla Costituzione all’articolo 117, nonché di un autonomo comma nel medesimo articolo 9 dove è di fatto sancito il riconoscimento degli animali quali esseri senzienti, di derivazione europea e dunque già cogente nel nostro ordinamento ai sensi dell’articolo 13 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, e dove è previsto che la Repubblica promuove e garantisce ciò che già oggi deve garantire ai sensi del codice penale (come integrato dalla legge n. 189 del 2004) ovvero la vita, la salute ed un’esistenza compatibile con le caratteristiche etologiche dell’animale».

Rivoluzione culturale e legale

Nella versione in fase di valutazione e che ha già ricevuto i due sì non si fa accenno alla parte relativa agli esseri senzienti: stralciata a colpi di riformulazioni e mediazioni, diventate indispensabili per consentire al testo di approdare quantomeno davanti alla Commissione Affari Costituzionali in Senato. Esplicitarlo contribuirebbe a istituzionalizzare e formalizzare un cambiamento culturale indispensabile per la tutela (e la sopravvivenza) di tutte le specie, e anche solo per adeguarsi a qualcosa cui l’Unione Europea è già arrivata nel 2007. Anche perché se l’iter di approvazione andrà a buon fine, l’intero insieme di norme che disciplinano i reati contro gli animali subirà sostanziali modifiche, un ulteriore passo avanti rispetto a quanto già ha fatto la modifica del codice penale, che a oggi all’articolo 544 punisce l’uccisione e il maltrattamento degli animali in quanto tali, e non si limita più a perseguire solo il reato in relazione al sentimento degli uomini.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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