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31 Dicembre 2022
7:40

Trust Your Dog, il nuovo libro di Simone Dalla Valle. «Attraverso la fiducia si crea la relazione con il cane»

Simone Dalla Valle, istruttore cinofilo, ha pubblicato un nuovo libro dal titolo "Trust Your Dog". Non un manuale di cinofilia, ma pensieri e riflessioni sulla relazione con il cane. Ne abbiamo parlato con lui.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Non c'è dubbio che una relazione profonda tra individui si regga sul cardine della fiducia, anche quando si parla di relazione tra cani e persone. Ma se è frequente e scontato che si desideri che il nostro cane abbia fiducia in noi, non sempre riflettiamo su quanto noi invece ci fidiamo di lui. È un tema affascinante, che forse in letteratura non è trattato così di frequente, soprattutto in quella cinofila.

Simone Dalla Valle, istruttore cinofilo, su questo tema ci ha riflettuto parecchio, tanto da arrivare alla pubblicazione di un nuovo libro dal titolo "Trust Your Dog" (Tea Libri, novembre 2022), andando così a colmare un vuoto importante. «Questo libro è completamente diverso dagli altri che ho scritto – spiega Simone – non si tratta di un manuale di cinofilia, è un libro nel quale ho raccolto pensieri e riflessioni con l'intento di incentivare le persone a vivere esperienze con il proprio cane».

Una relazione è fatta soprattutto di vita condivisa, di momenti trascorsi insieme e Dalla Valle si concentra sul fatto che troppo spesso ci si sofferma solo sui problemi "cinofili" da risolvere con il proprio cane, e difficilmente ci si lascia andare ad una sorta di «leggerezza nel rapporto».

«La conoscenza e lo studio del cane sono fondamentali – continua l'istruttore – non si può amare ciò che non si conosce, e per questo l'esperienza da sola non è sufficiente. Ho compreso che bisogna anche rilassarsi un poco, alleggerire la relazione con il nostro cane e dare più fiducia, senza ossessionarsi su questioni prettamente legate allo studio».

"Trust Your Dog", il nuovo libro di Simone Della Valle

Nel libro si parla dunque di fiducia come fil rouge che lega gli elementi della relazione, declinata in undici capitoli. L'intento a "spronare a fare" è chiaro già dall'indice del libro: ogni capitolo ha come titolo un verbo declinato all'infinito che ricorda anche il menu di navigazione di Kodami declinato proprio sulle aree di approfondimento che trattiamo relativamente a tutte le specie. Dalla Valle ha scelto verbi ovviamente affini alle dimensioni canine in cui entrare assieme al proprio compagno di vita: "Esplorare", "Giocare", "Annusare" e così via. Azioni, che sono appunto esperienze condivise e che a loro volta rappresentano il cemento di una relazione profonda con il cane.

«Ho proposto all'editore di dedicare molto spazio in questo libro alle immagini: hanno il potere di arrivare alla parte più profonda ed emotiva, sono una sintesi perfetta per integrare e rappresentare ciò che scrivo», aggiunge l'autore. L'aspetto emozionale, che nella relazione con una creatura così sensibile come il cane è molto importante, è ben espresso in ogni parte di questo piccolo libro che trasmette infatti un mood, un'atmosfera calda e intima, grazie alla luce delle immagini, al color avorio della carta, alla grafica, delicata e mai invadente, e anche al formato molto particolare, quasi quadrato.

«Il dare fiducia ai cani è ciò che ha caratterizzato la mia vita con loro, sin da quando ho adottato il mio primo cane, Kaya, ormai molti anni fa, che mi ha catapultato in un mondo sconosciuto e meraviglioso nonostante io fossi da anni un volontario di canile, e avevo una certa consuetudine con loro. Le ho dato da subito fiducia, pur non avendo allora le competenze che ho oggi da istruttore». Le radici di questo libro di Simone sono dunque profonde, attingono linfa da un lontano passato di convivenza con i cani, di esperienze sì vissute sui campi di training, nelle case delle persone bisognose di una guida ma soprattutto nell'intimità del rapporto dell'autore con i suoi amati compagni.

"Trust Your Dog" rappresenta un bisogno di mettere nero su bianco quello che da tempo covava nel profondo di Dalla Valle.
«Gli undici capitoli rappresentano undici momenti fondamentali della relazione con il cane che tutti noi ci troviamo, prima o poi, a vivere… o che ci dovremmo trovare a vivere con loro. Ma non do delle indicazioni su "come" ci si debba comportare, "quale" sia il modo giusto di fare questo o quello. Esprimo la mia opinione, le mie considerazioni che sono state ispirate dal periodo particolare in cui ho scritto questo libro, quanto meno la prima stesura».

Appunto, come nasce un libro? Da dove arriva l'ispirazione? Nel caso di Simone Dalla Valle, questa volta, tutto è accaduto all'improvviso. «Io e la mia compagna ci trovavamo parcheggiati con il nostro furgone camperizzato tra i monti della Liguria, con i nostri quattro cani. Il libro nasce dalle nostre conversazioni, da riflessioni libere di emergere in un luogo tranquillo, dove i cani potevano non già fare i cani, ma essere i cani che desideravano essere, come ho riportato nella quarta di copertina».

Da quel momento, come un fiume in piena, Simone mette in ordine i pensieri e si trova tra le mani la prima stesura del libro, già molto simile alla versione definitiva sulla cui copertina spicca il volto di Shaka, suo amato compagno, scomparso da poco, al quale l'autore dedica questo volume.

Tra le parole di Dalla Valle emerge chiaramente un pensiero, che ha a che fare con il modo in cui oggi tendiamo a chiudere la relazione con i nostri cani in una serie di protocolli, di norme, di "recinti", perdendo di spontaneità: «Viviamo con i cani da migliaia di anni, abbiamo con loro camminato per tutto il Pianeta e, forse, abbiamo perso qualcosa se oggi abbiamo davvero bisogno di imparare come già solo portarli a spasso o, ad esempio, se abbiamo bisogno delle varie "Dog Beach" per andare in vacanza con lui. Così rischiamo di perdere leggerezza, spontaneità e di non goderci un fantastico panorama in montagna con loro accanto».

Ciò che dovrebbe essere naturale diviene complesso, difficile nella nostra società, addirittura, se ci riflettiamo sopra, anche per quanto riguarda noi stessi: per molti è difficile anche il dormire oggi e pensare che occupa un terzo della nostra intera vita. Nel sesto capitolo – "Rilassarsi" – Simone Dalla Valle parla proprio di questo aspetto del dormire, di quanto sia rilassante osservare il nostro cane sprofondato nel mondo dei sogni e di quanto possa essere forte il desiderio di accoccolarsi accanto a lui e fare altrettanto.

Riposare insieme al nostro cane e condividere i luoghi in cui lo si fa aumenta la fiducia reciproca

Nelle pagine di questo capitolo l'autore attribuisce una sorta di "valore terapeutico" al rilassarsi con il compagno canino, un antidoto alla vita stressante, sempre di corsa, ai vari aggeggi elettronici che finiscono per interferire in ogni momento della relazione con il cane, e non solo con lui. Ci invita a prenderne atto, ad allontanarci dal chiasso, per condividere con il cane qualcosa che è antico come il mondo: riposare l'uno accanto all'altro.

«Da quando ero piccolo sono sempre impazzito nel vedere un cane dormire. Interrompo qualsiasi cosa sto facendo per restare lì, imbambolato, ad osservarlo. Mi dà tanta di quella tranquillità da farmi perdere il contatto con ciò che mi accade attorno: è una sorta di "condizione meditativa", ispirata dalla loro invidiabile capacità di essere pienamente nel momento presente e non continuamente afflitti da pensieri martellanti e stressanti, da preoccupazioni e rimpianti, come succede a noi. Riescono a lasciarsi andare al sonno ovunque. È un insegnamento che possiamo cogliere vivendogli accanto».

Simone ci invita ad essere ispirati dal cane, a cercare momenti da dedicare a noi stessi e di condividerli con lui. «Possiamo metterci sul divano a leggere un bel libro, oppure a guardare un film, condividendo questi momenti di tranquillità con i nostri cani, dove non facciamo apparentemente nulla… se non arricchire la nostra relazione con lui, ed è molto di più che passare un'ora in un campo a farlo sedere, sdraiare, dare la zampa in continuazione. Intendo qui che è più importante educarsi alla vita, e non tanto alla performance».

Riflettiamo sul fatto che l'abbandonarsi accanto a qualcuno, lasciarsi prendere dal sonno profondo, richiede una certa dose di fiducia nell'altro. Senza la fiducia, questo non è possibile: nel sonno siamo vulnerabili, disarmati, ma se siamo accanto a qualcuno di cui ci fidiamo, ci sentiamo anche protetti.

Nel capitolo "Viaggiare" l'autore si sofferma su due immagini in particolare: sono panoramiche di luoghi molto belli, naturali, e agli antipodi. Infatti in uno scatto sono ritratti due cani e una donna, che passeggiano su una ventosa spiaggia in inverno; nell'altro siamo in montagna, ci sono un cane e una ragazza, davanti ad un lago limpido,  in una splendida giornata luminosa. «Queste due foto – commenta l'autore – alle quali sono particolarmente affezionato, dicono una cosa molto importante. Dicono che se abbandoniamo i molti "luoghi comuni", le cose preconfezionate, e proviamo a lanciarci nell'avventura di andare in vacanza con il nostro cane, è forse proprio cercando la spiaggia più appartata e tranquilla o il sentiero meno battuto e affollato, per star bene con lui senza troppi problemi, che è facile scoprire luoghi meravigliosi, un po' fuori dalle "rotte commerciali" più battute dal turismo, e godere di esperienze fantastiche proprio grazie a loro. Come nelle fotografie che ho messo in questo capitolo dedicato al viaggio, che sono foto di vita reale, non pose organizzate».

Indubbiamente il cane e l'attenzione nei suoi confronti ci consentono ogni giorno di percorrere strade, di frequentare luoghi che altrimenti non si sarebbero mai conosciuti senza di lui, anche se a pochi metri da casa nostra. Il cane ci spinge a guardare ed esplorare il mondo con occhi diversi e, se ci riflettiamo bene, l'esplorare il mondo non è forse quello che la nostra specie fa da che esistiamo?

In questo libro si possono trovare, in ogni pagina, spunti di riflessione per arricchire la relazione con il cane grazie allo sguardo attento dell'autore che si sofferma su quelle cose che abbiamo davanti a noi e non siamo più abituati a guardare ma che invece il nostro cane continua ad indicarci.

L'undicesimo capitolo: "Adottare"

L'ultimo capitolo si intitola "Adottare" e a noi pare che sia un po' come la chiusura di un cerchio dove alla fine si parla di qualcosa che in realtà è un inizio, anche per quanto riguarda Simone stesso. «Se oggi sono qui a presentare il mio sesto libro, e stento a crederci, di fatto è per "colpa" del canile. Sarò sempre debitore nei confronti del canile, soprattutto dei cani che lì ho incontrato e che incontro tutt'oggi che mi hanno "obbligato" a fare delle riflessioni. Inoltre, se è vero che in questo libro racconto dieci cose che possiamo fare con i nostri compagni di vita, inutile dirlo, i rapporti, le amicizie, le relazioni non si comprano e non voglio qui fare della retorica su meticcio versus cane di razza, non è quello. Intendo che le cose di cui parlo richiedono di essere in due, legati l'un l'altro e quando si va in canile e si inizia a condividere la vita con un cane adottato, soprattutto se già adulto, è come decidere insieme di scrivere una nuova trama della vita di entrambi, su un libro che ha già una sua storia e che da quel momento avrà una svolta narrativa. E lo si scrive in due».

Come spesso sottolineiamo su Kodami adottare un cane adulto è una esperienza che molti ancora non fanno ma che invece può essere proprio la scelta giusta: l'importante opportunità che ci diamo adottando un cane dal canile rappresenta una grande svolta che possiamo dare a lui e anche a noi stessi, cominciando ad imbastire insieme qualcosa di totalmente nuovo, irripetibile e profondo. «Chi decide di vivere con un cane, per la maggior parte, è alla ricerca di un rapporto di amicizia e io – conclude Simone Dalla Valle – non ho mai scelto un amico perché aveva gli occhi azzurri, i capelli lunghi, o perché era bravo a giocare a calcio o mi dava una mano per fare un trasloco. Quello che mi lega ad un amico è ben altro. Anche l'adozione è un percorso che va fatto con criterio e responsabilità però: non significa ricevere a casa il cane come fosse un pacco postale, senza essersi dati la possibilità di conoscersi l'un l'altro. Non tutti i cani sono adatti a tutte le persone e non tutte le persone sono adatte a tutti i cani, dobbiamo darci lo spazio per conoscerci, almeno un poco».

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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