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17 Febbraio 2024
10:00

4 razze di cani che si ammalano di meno

Pinscher, Barboni, Galgo, ma anche i meticci sono tra i cani che si ammalano meno. È però molto difficile definire quali razze godano di una migliore salute, perché questo aspetto non è legato unicamente alla genetica, ma anche alle condizioni di vita.

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È molto difficile definire quali siano le razze di cani che si ammalano di meno, in quanto la salute, oltre agli aspetti genetici, riguarda anche molti altri elementi della vita del soggetto, come ad esempio la routine, l'alimentazione, la salute psicologica. Si può però considerare che, tendenzialmente, le razze che si ammalano meno sono per la maggior parte quelle che, nella loro storia, hanno vissuto un numero inferiore di accoppiamenti tra consanguinei. Durante il processo di selezione, inoltre, l'uomo non deve aver selezionato caratteri morfologici potenzialmente pericolosi, come ad esempio il naso eccessivamente schiacciato dei brachicefali.

Fino a circa 200 anni fa, infatti, l'uomo ha svolto una selezione della specie sulla base dei ruoli che doveva ricoprire. A partire dall'Ottocento, però, ha avuto inizio un processo di creazione di razze su base estetica, che ha messo in secondo piano la salute degli individui. Questo percorso ha portato alla fissazione di standard morfologici nati, in alcuni casi, da accoppiamenti ripetuti tra individui strettamente imparentati tra loro.

Le razze che in questi secoli sono state manipolate meno, oppure quelle che hanno vissuto un numero inferiore di accoppiamenti tra consanguinei, tendono ad avere una migliore condizione di salute. 

Un ulteriore elemento importante in questa analisi riguarda la dimensione del corpo. I cani di piccola taglia, infatti, tendono ad essere più longevi rispetto ai cani grandi e quelli di "taglia gigante".

Infine dobbiamo anche considerare che una razza particolarmente longeva non è obbligatoriamente una razza che gode mediamente di buona salute. Lo stesso vale anche al contrario: una speranza di vita più bassa, non per forza è sinonimo di peggiore qualità della salute durante l'arco della vita.

Vediamo quali sono alcune tra le razze più note che che tendono ad avere una buona condizione di salute e quali sono i motivi per cui alcune di esse sono particolarmente longeve.

Il Pinscher

Il Pinscher è un cane di origine tedesca che, spesso, può raggiungere i 12/14 anni di età. A favorire questa longevità è anche la sua piccola taglia. Ciò nonostante potrebbe comunque soffrire di alcune patologie, come ad esempio la lussazione della rotula e alcune oculopatie, tra le quali vi è l'atrofia progressiva della retina, che potrebbe portare addirittura alla cecità.

Alcuni individui potrebbero inoltre soffrire di disturbi cardiaci ed epilessia, necessitando di una terapia farmacologica adeguata.

Questa razza, però, conserva un aspetto molto simile a quello che aveva secoli fa e uno degli aspetti che favorisce la sua salute è proprio la ridotta manipolazione genetica compiuta dall'uomo.

Il Barbone

Uno dei cani che tende a condurre una vita più in salute è il Barbone e, infatti, di norma è anche piuttosto longevo e può raggiungere i 12/15 anni. Come molte razze, però, potrebbe essere soggetto alla displasia dell'anca e del gomito, che deve essere diagnosticata rapidamente per evitare che il problema peggiori ulteriormente.

È inoltre soggetto alla malattia di Von Willenbrand, che riguarda la coagulazione del sangue e potrebbe soffrire anche di otiti e infezioni alle orecchie. Infine è soggetto a malattie cardiache e patologie oculari congenite.

Solo rivolgendosi ad allevatori qualificati e a veterinari esperti, che tutelino al primo posto la salute dei cani, possiamo ridurre il rischio di incorrere in queste malattie.

Il Galgo Spagnolo

Il Galgo spagnolo è uno dei cani che mantiene un aspetto più simile a quello che aveva secoli fa. Si tratta in realtà di una caratteristica che contraddistingue molte razze di levrieri, anche se non tutte. Un'altra razza di questa categoria che può essere considerata mediamente sana è il Greyhound, ovvero il cugino britannico del Galgo.

Tra i rischi che questi cani affrontano più frequentemente vi sono quelli legati al disagio fisico e mentale a cui sono obbligati se vivono in situazioni di reclusione e sfruttamento per la caccia o per le competizioni di corsa. In questi contesti, soprattutto se obbligati ad un degrado ambientale, potrebbero andare incontro a infestazioni di parassiti e infezioni, oltre a poter subire distorsioni e fratture durante le gare, ma anche lesioni ai polpastrelli ed escoriazioni. 

A causa del disagio mentale dovuto alle condizioni in cui troppo spesso vivono, potrebbero inoltre sviluppare la tendenza a leccarsi le zampe e mordersele, fino a poter creare danni alla pelle e, nei casi più gravi, anche al muscolo sottostante. Ricordiamo, infatti, che i levrieri sono cani molto sensibili. Le loro emozioni e la loro personalità dimostrano quanto sia importante occuparsi non solo della salute fisica, ma anche di quella mentale dei cani che vivono con noi.

I meticci

Fino ad ora abbiamo parlato solo di razze riconosciute ma, come sappiamo, moltissimi cani non appartengono a nessuna razza e sono invece "meticci". Questo termine deriva dal latino “mixtīcius” che significa “mescolato” e accomuna tutti i cani sprovvisti di pedigree e con un passato genetico non documentato.

Questo aspetto li porta ad essere tendenzialmente longevi e godere di una buona salute, perché potrebbero nascondere una storia fatta di grande variabilità genetica e meno accoppiamenti tra consanguinei. Ovviamente ciò non riguarda ogni singolo soggetto in termini assoluti, ma è da considerarsi una tendenza generale.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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