25 Luglio 2022
11:29

Perché non dovremmo mai comprare animali online né fidarci di chi li regala

Vendere animali online non è vietato. Eppure, dietro la vendita di cani e altri animali a un prezzo molto più basso rispetto agli allevamenti si nascondono pericolose truffe.

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La vendita di animali online dovrebbe essere vietata, così come la pubblicità di siti che comunque offrono la possibilità di farlo. Questa possibilità o quantomeno una forte regolamentazione del commercio su Internet dovrebbe essere uno dei prossimi obiettivi dell’Unione Europea che è ben consapevole di tutti i rischi connessi alla cessione di animali in Rete.

Le problematiche sono ben più complesse di quanto si possa immaginare e quello che appare sullo schermo di un device non è detto che corrisponda davvero alla realtà. Un sito apparentemente italiano potrebbe essere gestito da una persona residente in altro paese e di italiano potrebbe avere soltanto il nome ma non il luogo da dove provengono gli animali. Come insegna il caso di un famoso sito, già oggetto di diverse indagini, dedito al commercio di cuccioli di Bouledogue Francese, più o meno di razza, che sembrava italianissimo, avendo però sede in Slovacchia, paese dal quale provenivano i cani.

I siti di annunci e le pagine social dei venditori non hanno, al momento, obblighi particolari. Chiunque può mettere in vendita animali vivi, senza grosse limitazioni. Il rischio sta poi nella tracciabilità dell’acquisto e la rintracciabilità del venditore, senza contare l’impossibilità di valutare le condizioni dell’animale, la rispondenza fra quanto offerto e quanto sarà consegnato e tutte le questioni connessi alla sicurezza informatica, specie per quanto riguarda i pagamenti elettronici.

Così può succedere che qualcuno acquisti un cucciolo apparentemente di razza sulla Rete, convinto di fare un affare perché il costo pagato viene percepito come molto inferiore a quello richiesto da un allevatore serio in Italia, per poi scoprire che il cane non ha pedigree e pure documenti che non corrispondono all’età dell’animale dichiarata sul passaporto. In questo modo l’acquirente è stato truffato, e un poco se lo merita sebbene ci sia un cane che ci vada di mezzo, cosa da non dimenticare mai e di cui si ha la completa responsabilità una volta entrato nella propria vita. Ma riflettiamo: la persona che ha agito così oltre ad aver acquistato un cane somigliante a un soggetto di razza (solo i cani con pedigree rilasciato da un ente abilitato sono considerati di razza) ha contribuito a far arricchire persone e organizzazioni che sugli animali ci speculano e sono la causa di molteplici sofferenze.

I rischi del commercio di animali selvatici

Questo rischio si amplifica sensibilmente quando oggetto della vendita è un animale “non convenzionale”, selvatico o comunque frutto di incroci che possono creare seri problemi all’acquirente. Il fatto che, giusto per fare un esempio, in Polonia vendano dei caracat, gli incroci fra i caracal (felini selvatici del deserto) e i gatti domestici, non significa che l’importazione in Italia sia consentita per tutti i soggetti. Il caracal è infatti tutelato dalla CITES, ma appartiene anche al novero delle specie che non possono essere detenute da privati, salvo che si tratti di un ibrido (caracal/gatto) di quarta generazione (F4).  Complicato vero? Molto, e il rischio di finire nei guai per questo acquisto diventa concreto, senza contare il fatto che queste ibridazioni sono un fenomeno contro natura che è da evitare e che questi animali non possono essere tenuti in casa in condizioni di benessere.

Occorre quindi essere consapevoli che la scelta di acquistare un animale, sapendo che sarebbe molto meglio adottarlo, deve essere ponderata e consapevole e che, sotto l’aspetto legale, non tutto quello che viene offerto in vendita in altri paesi è considerato detenibile in Italia. Molti animali hanno necessità, per essere considerati correttamente commerciati, di una certificazione CITES che attesti il rispetto dei dettami previsti da questa convenzione che si occupa di tutelare animali e vegetali  in pericolo di estinzione o che siano considerati comunque specie minacciate. Per questa ragione è sconsigliato cercare di acquistare animali non domestici in Rete, per evitare di incorrere in sequestri e denunce che prevedono sanzioni pecuniarie molto rilevanti.

Attenzione anche a chi regala animali sul Web

Ma l’internauta deve stare molto attento anche alle offerte di animali in regalo, appartenenti sia alle razze domestiche che a specie esotiche, che in realtà sono soltanto l’esca di incredibili truffe che sfruttano sia l’ingenuità degli acquirenti che la voglia di fare affari a basso costo ritenendosi particolarmente furbo. Accade così che, solo per fare ancora un esempio, vengano offerti in regalo cuccioli di pura razza che si trovano, secondo quanto dichiarato, bloccati in Francia «perché la persona di riferimento ha avuto un incidente». Per questo li vorrebbe donare a persone che si offrano almeno di pagargli il costo del viaggio, che normalmente ammonta a una cinquantina di euro. Ma ecco che dopo il primo versamento, fatto di solito attraverso un money transfer, iniziano a nascere continue difficoltà che per essere risolte richiedono altri esborsi di piccole cifre per certificati veterinari, vaccinazioni e altre necessità. Questa emorragia di richieste di denaro va avanti finché l’ingenuo acquirente non si accorge che è tutta una truffa, che i cuccioli non esistono e che dietro queste offerte si nascondono organizzazioni criminali trasnazionali, più volte oggetto di indagini dell’Interpol. Denaro gettato al vento e truffatori ben contenti, calcolando che grazie al potere della rete questa truffa verrà ripetuta con migliaia di persone, generando un fiume di denaro.

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Ermanno Giudici
Esperto in diritti degli animali
Mi occupo di animali da sempre, ricoprendo per oltre trent’anni diversi ruoli direttivi in ENPA a livello locale e nazionale, conducendo e collaborando a importanti indagini. Autore, formatore per le Forze di Polizia sui temi dei diritti degli animali e sulla normativa che li tutela, collaboro con giornali, televisioni e organizzazioni anche internazionali.
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