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19 Maggio 2024
12:00

I 5 animali che un veterinario non terrebbe mai in casa

Pappagalli, conigli, furetti, topolini, scimmie: sono queste alcune delle specie animali che secondo Ben The Vet, star di TikTok e veterinario di professione, non dovremmo mai tenere in casa. Ecco il motivo.

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Sono diversi gli animali che al giorno d’oggi finiscono nelle case delle persone, ma non tutti sono davvero "desiderosi" di entrare in relazione con noi. Alcuni animali non andrebbero mai tenuti in casa, come ad esempio i rettili, gli anfibi, i pesci o gli uccelli. Vivere con un animale in generale richiede molta cura e responsabilità, deve essere quindi una scelta consapevole e ciò significa che ancora prima dovremmo interrogarci quale vita migliore in cattività potremmo mai dare a specie che sono abituate a vivere in natura e non sono state mai addomesticate.

Ed è proprio di scelte consapevoli che parla Ben The Vet, star di TikTok e veterinario di professione in Inghilterra, in uno dei suoi video pubblicati sulla piattaforma intitolato: "Le 5 specie di animali che, personalmente da veterinario, non prenderei o consiglierei a voi di pensarci davvero bene prima di prenderle".

@ben.the.vet

5 species of pet that I personally as a vet wouldn’t have / would advise you to think very carefully about before getting (and in the case of number 4 please do not get them under any circumstance) #learnontiktok #veterinary #animals #petsoftiktok #benthevet

♬ 好可爱的宝宝 – 如期而至

Al primo posto nella personale classifica del dottor Ben troviamo il pappagallo: «Per prima cosa, vivere con un pappagallo significa non fare mai più uso di pentolame antiaderente», e infatti questi recipienti di cottura sono rivestiti di composti come il teflon che quando riscaldati emettono gas inodori e incolori che per i volatili sono particolarmente tossici, soprattutto il PFIB (perfluoroisobutilene). Questi gas irritano le vie respiratorie dei pappagalli, causando difficoltà che nei casi più gravi possono portare alla morte.

E non è tutto: «Credo che sia estremamente difficile creare l'ambiente adatto e fornire gli giusti stimoli a una specie che normalmente avrebbe la libertà di volare ed esplorare intere foreste; un pappagallo annoiato diventa un pappagallo stressato che manifesta un comportamento distruttivo "urlando" e strappandosi le penne».

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Al secondo posto della classifica c'è il topo domestico: «Sebbene possano vivere di più se ci si prende bene cura di loro e se sono fortunati, di solito la durata media della loro vita si aggira attorno ai due anni − spiega il dottor Ben − Ho avuto molti porcellini d'India nel corso degli anni e ovviamente mi ci sono molto affezionato. È stata molto dura dir loro addio dopo circa quattro anni e per me è impensabile dover dire addio a un compagno di vita dopo solo un anno».

Sebbene sia a tutti gli effetti un animale selvatico, nel corso dei secoli alcune varietà allevate e selezionate dagli esseri umani hanno portato alla nascita di forme più o meno domestiche, ormai abbondantemente diffuse anche come animali da compagnia e, soprattutto, come organismi modello da laboratorio. Il topolino comune è infatti tra le specie maggiormente utilizzate nella ricerca in campo medico o biologico ed è anche per questo motivo se si è ulteriormente diffuso come animale da compagnia.

Tutto ciò ha però alimentato allevamenti intensivi e commercio senza scrupoli che hanno favorito maltrattamenti e pessime condizioni di detenzione. Per cui, sebbene molti topolini possano trovarsi molto bene anche in ambiente casalingo e astretto contatto con gli esseri umani, adottarne uno dovrebbe essere esclusivamente una scelta orientata a offrire condizioni di vita migliori a quei roditori che, come i ratti, vengono abbandonati o finiscono per affollare rescue e rifugi.

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Al terzo posto c'è il coniglio: «Contrariamente a quanto pensa la maggior parte della gente, i conigli non sono gli animali più adatti a vivere con i bambini − spiega Ben − Si tratta di una specie che viene predata in natura, quindi sono naturalmente più timidi, non amano essere manipolati e sono molto fragili: spesso si difendono scalciando e se cadono da un'altezza considerevole possono rompersi le ossa o la spina dorsale. Inoltre, hanno una dieta particolare e necessitano di continua pulizia, di esercizi e socializzazione».

I conigli, infatti, sono animali socievoli che in natura vive in gruppi di 10-15 soggetti, in un mondo sotterraneo fatto di cunicoli e gallerie. In casa, dunque, ha bisogno di creare relazioni con altri conigli e, soprattutto se questi non ci sono, anche con noi.

L'isolamento sociale è causa di forte stress per il coniglio e lo porta a diventare pauroso e diffidente, favorendo la manifestazione di comportamenti aggressivi di difesa, anche nei confronti del suo pet mate.

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Al quarto posto c'è la scimmia: «Si stima che in Inghilterra ci siano almeno cinquemila scimmie tenute in cattività come animali domestici», chiarisce il veterinario, aggiungendo che l'alta richiesta di detenere cuccioli di scimmie come animali domestici ha alimentato il commercio illegale e la barbara abitudine di chi ci guadagna di sparare alle madri e strappar loro i cuccioli dalle braccia per poterli poi rivendere al miglior offerente.  «Le scimmie sono animali intelligenti e selvatici, ma non hanno subito un processo di domesticazione come i cani e i gatti ed è estremamente difficile far fronte a tutti i loro bisogni all'interno di una casa», conclude.

Avere una scimmia in casa può essere un desiderio molto affascinante, ma, oltre ad essere illegale in Italia, è un atto assolutamente da condannare per diversi motivi. Gli animali selvatici devono infatti vivere in condizioni che garantiscano il loro benessere e secondo le loro caratteristiche fisiche e comportamentali.

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Infine, al quinto posto troviamo il furetto: «Sono animali simpaticissimi, ma puzzano davvero tanto e mordono parecchio − confessa candidamente il dottor Ben − E sono intelligenti, tanto quanto un cane o un gatto. Per questo motivo hanno bisogno di molti stimoli e di molto spazio: non sono animali per tutti».

Acquistare un furetto può essere molto costoso e, prima di prendere questa decisione, è bene chiedersi quali siano gli impegni che richiede la convivenza con questa specie. Prima di scegliere di pagare anche un prezzo di 500 euro per comprare un individuo, se si ha la certezza di potergli offrire una vita in linea con i suoi desideri e le sue necessità, si può pensare di rivolgersi alle associazioni rescue, che si occupano di trovare adozioni adeguate ai furetti maltrattati, sofferenti o abbandonati.

Se invece si sceglie di affidarsi a un allevamento, è bene fare attenzione ad evitare i venditori non autorizzati. Ricordate, infine, che, in particolar modo i cosiddetti furetti di Marshall, vengono spesso sterilizzati a un'età molto precoce, allevati in batteria e spediti poi in tutto il mondo, senza prestare attenzione alle condizioni di vita a cui sono così obbligati.

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Prima di vivere con un animale esotico è fondamentale accertarsi che la specie in questione non sia a rischio estinzione. A tal proposito è possibile consultare l’elenco delle specie in CITES (Convention on International Trade of Endangered Species).

Per alcune infatti il commercio è illegale, mentre per altre è permesso, come per la tartaruga di terra Testudo hermanni, solo previa certificazione rilasciata dalla CITES.

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