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17 Aprile 2021
9:00

Perché i gatti gironzolano?

Una delle caratteristiche che accomuna tutti i gatti è quella di essere liberi girovaghi. A tal punto che anche legge quadro 281/91 in materia di tutela degli animali d'affezione riconosce loro il diritto alla libera circolazione sul territorio. Ma perché i gatti si allontanano da casa e per quali motivi a volte non tornano?

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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In quanto predatore solitario, il gatto è predisposto a perlustrare ed esplorare il proprio territorio per controllarlo e gestirlo. Inoltre, lo organizza in base ai propri bisogni seguendo una logica molto precisa e comune a tutti i gatti domestici, che a volte rischiamo di violare con comportamenti eccessivamente invadenti. Una delle caratteristiche tipiche dei gatti è quello di essere dei liberi girovaghi. Questo è un tratto talmente connaturato e parte del loro bagaglio genetico che persino la legge quadro 281/91 in materia di tutela degli animali d'affezione riconosce loro il diritto alla libera circolazione sul territorio, non facendo di fatto alcuna distinzione tra gatto “di proprietà” e gatto “di colonia”.

I motivi per cui i gatti si allontanano da casa

Sebbene appartenga al gergo comune, dire che i gatti sono girovaghi, tuttavia, non è formalmente corretto. Per la Treccani, il significato di “girovago” è “che va in giro di qua e di là” oppure “senza fissa dimora” e nessuna di queste due definizioni si applicano al gatto.

Il gatto è un carnivoro e, come tale, tende ad andare alla ricerca di territori di caccia. Oltre a ciò, è un predatore solitario ed è proprio questo che fa di lui un esploratore senza compagnia, un viandante che non basa il proprio potere venatorio sull'appartenenza ad un branco ma esclusivamente sulle proprie forze. Come tutti i predatori solitari, il gatto ha allora la necessità di essere stanziale, cioè stabilirsi su un territorio (la cui vastità dipende dalle sue caratteristiche ambientali) e lì trovare tutti i riferimenti di cui necessita per sentirsi sicuro, riposare, riprodursi, nutrirsi.

“Senza fissa dimora” dunque, non è applicabile al gatto perché un gatto la dimora ce l'ha e non la abbandona mai ed è il suo stesso territorio, all'interno del quale, poi, eleggerà uno o più luoghi deputati a fare da “tana”. Per il gatto di famiglia sarà la casa che lo ospita, per un gatto di colonia potrà essere una cascina, una cantina o altro rifugio che l'ambiente gli offre.

Anche l'idea che vada in giro “di qua e di là”, come se non avesse meta né finalità, non identifica correttamente il gatto che, invece, quando si aggira in perlustrazione per le strade e i muretti di un quartiere, sta sempre facendo una operazione di ricognizione e di consolidamento della propria presenza rispetto ad eventuali competitori.

Un bisogno slegato dal cibo

Qualcuno potrebbe allora domandarsi come mai i gatti gironzolino malgrado abbiano il cibo garantito: visto che rispondono al mandato di carnivori e predatori solitari, se hanno già di che campare, cosa vanno cercando?

Qui bisogna tenere in considerazione che l'identità di una specie, e quindi il comportamento dei suoi membri, è fortemente codificata nei geni degli individui. I gatti perlustrano ed esplorano il territorio perché nascono con questo bisogno insopprimibile e perché questo genere di attività non sono legate solo alla sussistenza alimentare ma all'intera loro cognizione.

L'influenza dell'ambiente

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Il tipo di ambiente in cui il gatto vive, poi, può evocare con forza questi bisogni. Difficile convincere un gatto che dall'altra parte di una finestra non ci sia nulla di interessante da conoscere se vede un bellissimo quartiere verde ricco di movimento, di sole e di opportunità di caccia. È la loro memoria di specie, la loro genetica che glielo suggerisce, anche quando i gatti non hanno mai messo piede su un filo d'erba in vita loro. Del resto, la stessa attitudine alla caccia – anche quella esercitata attraverso il gioco – rinvigorisce nel gatto il bisogno di “andare in giro a stanare”.

La componente caratteriale

Esiste poi anche una componente caratteriale per cui alcuni gatti sono intrinsecamente più inclini a ribadire il loro controllo territoriale o a voler estendere il loro campo di azione. Insomma, tutti i gatti sono diversi ma tutti i gatti nascono con un patrimonio genetico che detta alcuni comportamenti e organizza il loro modo di pensare e di desiderare durante la crescita. Quello del perlustrare e di esplorare il territorio di appartenenza è uno dei comportamenti più antichi cablati nel cervello del gatto ed è questo il motivo per cui alcuni gatti sono in grado di protestare anche molto tenacemente se viene loro negato o limitato.

Perché a volte non tornano a casa

Il bisogno di sicurezza all'interno del territorio è così stringente per un gatto che, qualora si sentisse minacciato o poco garantito nella sua incolumità, potrebbe decidere di riorganizzarlo e di spostare i suoi luoghi di riferimento. Questo è il motivo per cui, a volte, può allontanarsi dalla casa in cui vive e può farlo a tempo indeterminato oppure per periodi limitati. La cattiva gestione dell'arrivo di un altro gatto, di un cane o di un bambino, traumi di convivenza o situazioni di stress che si protraggono troppo a lungo possono essere motivo di allontanamento di un gatto dal suo territorio originario.

Cosa fare se il gatto si allontana da casa?

È sempre molto importante cercare di osservare i nostri amici e cercare di creare attorno a loro un ambiente accogliente e sicuro, garantendo anche la privacy di cui hanno bisogno per "ricaricare le batterie" dalle fatiche della vita sociale, interna ed esterna alla casa. Questo è, del resto, l'unico modo di convincerli a tornare sui propri passi e riconsiderare le loro scelte perché un gatto che torna a casa è quel gatto che sa di poter contare su un sistema che gli garantisca benessere e soddisfazione dei suoi bisogni più profondi.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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