Sotto al titolo scritto a caratteri cubitali "Vendo cane per problemi di spazio", si trovano le ulteriori informazioni che chi ha postato l'annuncio ha ritenuto necessario condividere con la futura famiglia: «Cane Beagle. Ha il libretto con i vaccini, si chiama Roki e ha un anno e mezzo … Ha bisogno di un giardino».
Questo è solo uno dei tanti messaggi che si trovano nella sezione "annunci" dell'applicazione per smartphone Meet my pet, ovvero uno strumento virtuale che viene definito sul sito ufficiale «La Community degli amanti del proprio animale domestico». Ma questo messaggio, senza alcun riferimento alla personalità, ai desideri, alle necessità e alle potenzialità di Roki, come potrà permettere di trovare una famiglia davvero adatta a lui? Come può davvero avere una speranza di trovare delle persone che lo rispettino e lo amino davvero, con cui condividere un'esistenza ricca e piena di esperienze sempre nuove? Perché dovrebbe essere evidente che a Roki non serve solo un giardino. Anzi, non se ne farà nulla, se proprio ora, mentre sta per diventare un cane adulto, non ci sarà con lui un compagno umano davvero disposto a condividere con lui un'intera vita. Quella vita che non si affronta dentro, ma fuori dal giardino di casa.
La prima impressione che si ha con questa App spaventa ma abbiamo comunque dato un'occhiata più approfondita per avere un'idea di quali possano essere (se ci sono) le sue vere utilità. Ma soprattutto quali sono i rischi che vanno a tutti i costi evitati e gli accorgimenti da prendere affinché questo strumento possa davvero diventare un luogo d'incontro per gli amanti degli animali domestici e non si limiti ad essere l'ennesima applicazione che veicola una visione del cane come oggetto, come fonte di guadagno o peggio ancora, un fastidio di cui liberarsi, come nel caso di Roki: un Beagle di un anno e mezzo, venduto per problemi di spazio che, attraverso questo canale, rischia di andare incontro ad un'adozione tutt'altro che consapevole.
I rischi delle cucciolate casalinghe e delle adozioni incontrollate
Una volta scaricata l'applicazione e creato il proprio profilo, si aprono diverse opzioni. La prima è "cerca pet". All'interno di questa categoria si trovano immagini di cani che vivono nei paraggi e qualche informazione aggiunta dagli utenti, i quali inseriscono anche le motivazioni per cui vengono pubblicati gli annunci.
Purtroppo, proprio questo parametro è uno dei più preoccupanti nell'insieme di funzioni offerte da Meet my Pet, perché la maggior parte dei cani che appaiono scorrendo le fotografie vengono "pubblicizzati" allo scopo di cercare altri cani con cui fare accoppiare il proprio. Una sorta di Tinder per animali, insomma, dove trovare le soluzioni per accoppiamenti senza controlli e senza l'indispensabile intervento di una figura preparata come potrebbe essere un educatore cinofilo o un veterinario.
Lo stesso approccio lo avevamo identificato in un'altra app, Pedigreender, che era addirittura nata per incentivare gli incontri al fine di dare spazio alle cucciolate casalinghe, mentre un esempio virtuoso proprio dell'utilizzo di Tinder è stato fatto un’associazione per il benessere degli animali di Monaco che ha pubblicato le foto di cani e gatti ospiti nel loro rifugio sull'app dedicata agli incontri tra umani: un’idea strutturata che non punta solo sull’immagine degli animali ma sulla descrizione della loro storia e della loro personalità perché poi l’incontro avvenga nella realtà seguito dalle persone che lavorano al rifugio.
Perché è sbagliato cercare così un accoppiamento per il proprio cane
Su Meet my Pet invece si trovano cani di razza, meticci, giovani (talvolta molto giovani), adulti e anche anziani e famiglie destinate ad occuparsi delle future cucciolate casalinghe che nasceranno da questi incontri. Queste sono le individualità che si incontrano nella sezione "cerca pet". Laura Arena, veterinaria esperta in benessere animale e componente del comitato scientifico di Kodami, spiega per quale motivo la presenza di un esperto è importante e quali possono essere i rischi e le conseguenze di una gestione inappropriata di questi delicati momenti della vita del cane: «Molte persone cercano questa soluzione pensando di fare del bene al proprio cane, inconsapevoli del fatto che spesso non è così: per affrontare la gravidanza, il parto, la gestione dei cuccioli e la ricerca delle famiglie adatte per le future adozioni è necessario avere esperienza, competenze tecniche ed essere seguiti da esperti che possano assicurare il benessere degli animali durante tutto il processo. In caso contrario il rischio è quello di andare incontro ad inutili sofferenze e, in alcuni casi, anche alla morte dei cuccioli o della madre».
Dietro alla nascita delle potenziali cucciolate generate da questa applicazione, oltre alla questione della salute degli animali si cela però anche un problema di ordine etico: «Anche tralasciando l'indispensabile questione tecnica della gestione della gravidanza e del parto, resta comunque un altro dilemma di non poca importanza: ogni cane nato da queste cucciolate sta, in qualche modo, impedendo ad un cane del canile di trovare una famiglia – continua Laura Arena – Se continuiamo ad incentivare le nascite di cani senza controlli, i canili non si svuoteranno mai. Infine, mi chiedo anche che fine facciano i cuccioli. L'applicazione offre un controllo sugli spostamenti, sui processi di compravendita e sulla tracciabilità delle adozioni?».
Tina Alogna, l'ideatrice dell'app, si confronta con Kodami e promette di aggiungere controlli
Per rispondere alle domande di Laura Arena sulla tutela del benessere degli animali appartenenti agli utenti dell'applicazione, e per fare chiarezza sulle strategie utilizzate da Meet my Pet per tracciare quanto avviene tra gli utenti, abbiamo contattato direttamente l'ideatrice del servizio, Tina Alogna, la quale ha accettato di rispondere alle nostre domande: «Le criticità legate alle adozioni e agli accoppiamenti senza controllo sono evidenti – ammette Alogna – Purtroppo ad oggi non abbiamo un sistema di tracciamento e so bene che questo è un nostro limite. Purtroppo circa l'80% dei download dell'applicazione avvengano proprio per questo motivo e non abbiamo quindi potuto, fino ad ora, intervenire in maniera netta».
Tina Alogna riconosce quindi i rischi del servizio offerto da Meet my pet, ma si dice intenzionata a cambiare i meccanismi: «Le soluzioni per migliorare il servizio offerto, in termini di tutela degli animali esistono, è inutile negarlo – e aggiunge – Siamo noi i primi a notare che stiamo perdendo di vista ciò che davvero conta. Il nostro intento iniziale era quello di fare incontrare persone, creare amicizie, parlare di animali, non quello di diventare un luogo in cui avvengano interazioni potenzialmente pericolose per gli animali, ma evidentemente abbiamo commesso degli errori nella comunicazione. La mia idea, per risolvere queste criticità, sarebbe quella di inserire nel team un educatore cinofilo, un veterinario e un allevatore, che certifichino il valore di ciò che offriamo, in modo da rivolgerci solo a proprietari che vogliano davvero svolgere attività controllate, ma fino ad ora non è stato possibile per questioni economiche. Vi assicuro personalmente che ci lavoreremo e troveremo una strada per tutelare gli animali».
Dove trovare le potenzialità dell'app, destinate ai pet mate davvero responsabili
Oltre agli aspetti problematici che abbiamo rilevato nelle prime sezioni di Meet my pet e per i quali speriamo che gli ideatori mantengano realmente la promessa di intervenire al più presto, l'applicazione propone effettivamente anche altre interessanti risorse che potrebbero invece tornare davvero utili soprattutto quando ci si trova lontani da casa, magari in viaggio con i propri cani. Cliccando sul tasto "vicino a te", si aprono infatti numerose proposte di ogni genere legate alla vita insieme agli animali domestici: veterinari, aree cani, negozi per animali, ma anche strutture turistiche iscritte all'applicazione che propongono i propri servizi a chi viaggia in compagnia di animali domestici.
In definitiva, utilizzando Meet my Pet, visto che ancora non c'è un supporto tecnico da parte di esperti del settore, ogni utente deve prima di tutto ricordarsi che sta parlando di esseri viventi e non di pacchi trasferibili con corrieri postali. Una volta evitati quindi gli spaventosi annunci per proposte di accoppiamento, acquisto o vendita, come nel caso di Roki, che riempie inevitabilmente il cuore di tristezza, potremo forse trovare in Meet my Pet anche uno strumento realmente utilizzabile dai pet mate responsabili, quelli che in caso di necessità, si rivolgono ad un esperto del settore.