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7 Settembre 2022
14:36

Motociclista investe e uccide un cane, multato il pet mate. L’avvocato: «È giusto»

Un motociclista a Verona ha investito e ucciso un cane e i vigili urbani hanno multato il pet mate dell’animale, perché era senza guinzaglio. Anche se può sembrare un controsenso, come spiega l'avvocato Salvatore Cappai, per la legge è giusto.

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Ha fatto discutere la vicenda del motociclista che a Verona, due giorni fa, ha investito e ucciso un cane e i vigili urbani hanno multato il pet mate dell’animale, poiché sprovvisto di guinzaglio, come prescritto dal regolamento comunale. A molti è sembrata un'assurdità non multare invece o anche il motociclista "colpevole" di aver ucciso il cane.

Ma se di primo acchito può sembrare un controsenso soffermandoci un attimo sul perché non lo è. «Purtroppo per la legge non è punibile l’uccisione colposa di un cane. Infatti, nel Codice penale esiste solo quella dolosa. E qui nessuno dei due, motociclista e pet mate, aveva intenzione di uccidere l’animale», spiega Salvatore Cappai, avvocato e parte del team di Kodami.

«Il problema, però, è che bisognerebbe introdurre sanzioni molto più dure anche per quella colposa. Secondo la mia opinione se si porta volontariamente il proprio cane in giro slegato e questo viene investito e ucciso la colpa è soltanto dell'umano di riferimento. Ed è lui che deve essere condannato».

E, in questo caso, non essendo state ravvisate responsabilità da parte del conducente della moto, come per esempio la velocità eccessiva, «la responsabilità va addebitata totalmente all’altra persona. E non c'è solo per il regolamento comunale a dirlo ma la normativa nazionale. Per il regolamento della Polizia veterinaria e un’ordinanza ministeriale del 2013, rinnovata poi di anno in anno, è obbligatorio l’uso del guinzaglio nelle aree urbane, nei luoghi aperti al pubblico, ecc.».

E fortunatamente che non si è fatto male il conducente della moto: «Se fosse caduto, per esempio, la responsabilità sarebbe stata comunque del pet mate. Sempre, infatti, considerando l’ipotesi che non vengano ravvisate condotte illecite del motociclista, motivo per cui si trasformerebbe comunque in un caso di concorso di colpa,  il responsabile del cane avrebbe dovuto rispondere sia delle lesioni che del risarcimento».

In sostanza, Cappai non ha dubbi: sia il cane che il motociclista sono le uniche vittime. E l’umano di riferimento viene punito del resto pure della morte del cane, anche se solo con una sanzione: «È per questo che dico che ci vorrebbe una legge più dura. Perché per ora l’umano può essere sanzionato soltanto per omessa custodia, azione che però è stata depenalizzata ad amministrativa».

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Simona Sirianni
Giornalista
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