Il Consiglio Direttivo dell'Ente Nazionale Cinofilia Italiana ha approvato il divieto di accesso alle manifestazioni per i cani sottoposti a conchectomia, il taglio delle orecchie. Lo ha reso noto l'ENCI attraverso un comunicato, mettendo così fine a un periodo di transizione che scadrà definitivamente il 31 dicembre prossimo.
Il divieto entrerà quindi in vigore a partire dal 1 gennaio 2023 e riguarderà tutti i cani, indipendentemente dallo standard morfologico di riferimento, dallo stato di provenienza, dall'età di nascita e dal possesso di eventuali certificazioni veterinarie che giustificano l'intervento sul cane. Stop definitivo, quindi, a tutti i cani con orecchie tagliate all'interno di manifestazioni ed esposizioni canine.
«Si tratta di una notizia molto importante, anche se sapevamo sarebbe arrivata perché finalmente gli organi e le associazioni sportive si adeguano alla società che è cambiata – spiega Laura Arena, veterinaria esperta in benessere animale e membro del comitato scientifico di Kodami – Era assurdo che fosse ancora permesso nonostante sia una pratica considerata maltrattamento, per cui era ora si adeguassero».
In Italia, la pratica del taglio delle orecchie (conchectomia) così come della coda (caudectomia) sono assolutamente illegali, ma purtroppo ancora diffuse per meri motivi estetici. Quando vengono effettuate senza alcuna motivazione legata allo stato di salute si tratta quindi una vera e propria mutilazione, punibile come maltrattamento animale.
L’amputazione delle orecchie è estremamente dolorosa, viene effettuata intorno ai 3-4 mesi di età e asporta circa i 2/3 del padiglione auricolare. In passato era estremamente comune e diffusa soprattutto per certe razze, poiché il taglio era effettuato per rimarcare l'aggressività o la pericolosità che venivano attribuiti a certi cani come Dobermann, Pitbull o Corso.
«In alcuni paesi è purtroppo ancora permesso – continua Laura Arena – è perciò importante che sia stata presa una posizione così forte anche per i cani provenienti dall'estero, perché può davvero contribuire a disincentivare questa pratica brutale».
In passato, il taglio delle orecchie veniva effettuato anche per limitare eventuali punti vulnerabili alla presa durante i combattimenti tra cani, pratica oggi altrettanto vietata. Nel tempo si è tentato anche di giustificare queste mutilazioni come indispensabili per il "rispetto degli standard" che, ricordiamolo, sono stati gli esseri umani a definire.
Ora finalmente i tempi sono cambiati, come dimostra lo stop appena approvato dall'ENCI.
Non esiste quindi alcun motivo per giustificare la conchectomia ed è per questo che, fortunatamente, è vietata nella maggior parte dei paesi europei. Chiunque non rispetti il divieto sarà punibile per la lesione inflitta, ai sensi dell'articolo 544 ter del Codice penale (maltrattamento di animali), con la reclusione da 3 a 18 mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.
Anche il veterinario che certifica di aver praticato una "conchetomia terapeutica" è responsabile di reato di falsità ideologica in certificazione, con reclusione che può arrivare fino a un anno e sospensione dall'Ordine dei Medici Veterinari. «Sono proprio gli atti veterinari illeciti a portare avanti questa pratica – conclude Arena – per cui è molto importante il fatto che non verranno accettati nemmeno gli animali che vengono presentati con certificati veterinari, quasi sempre fasulli».