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11 Agosto 2022
18:22

Leo, Bangy e gli altri protagonisti del Premio Fedeltà del cane di Camogli

Il 16 agosto si rinnova il Premio Fedeltà del cane di Camogli, la tradizionale manifestazione dedicata ai cani. Conosciamo le storie dei suoi protagonisti.

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Cani mascotte, infermieri, poliziotti e anche baby-sitter. Sono i protagonisti del 61° Premio Internazionale Fedeltà del Cane, organizzato dall'associazione Valorizzazione turistica San Rocco di Camogli. L'appuntamento è per martedì 16 agosto con un programma fitto di eventi e con ospite d'onore Andrea Cisternino.

Sulla piazzetta di fronte alla chiesa in cui si festeggia il santo patrono, saliranno sul palco tutti i cani e il vincitore, primus inter pares perché, come spiega la presentatrice e curatrice della manifestazione Sonia Gentoso, «tutti meritano la stessa ammirazione, gli stessi applausi, la stessa ammirazione».

L'evento avrà inizio alle 16 con la presentazione e la consegna dei Premi fedeltà ai cani che si sono distinti per particolari atti di fedeltà, eroismo, amore; si passerà poi ai Premi bontà a persone o istituzioni che hanno operato benevolmente nei confronti dei cani e infine alle Menzioni e anche quelle alla memoria.

L'ingresso è libero, senza prenotazione, e per il primo anno senza limitazioni dovute alla pandemia da covid-19. Sarà possibile seguire la diretta streaming della Premiazione sul sito dell'associazione e sulla loro pagina Facebook.

Storie dei premi fedeltà, premi bontà e menzioni di questa 61 ma Edizione

Balù e Blu rispettivamente meticcio di 12 anni Siberian Husky  di 3 anni, abbaiano disperatamente per attirare l’attenzione di un passante, salvando così la padrona novantenne caduta in giardino.

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Balù e Blu

In un primo pomeriggio dello scorso maggio, la signora Imelde decide di uscire in giardino per raccogliere delle rose. Mentre cammina in ciabatte tra scale ed erba, perde l’equilibrio e cade in un tratto in discesa, finendo in un punto poco visibile dalla strada. Alla ragguardevole età di 90 anni, Imelde si ritrova a terra, cosciente ma impossibilitata sia a rialzarsi che a chiedere aiuto.

Ed è a questo punto che entrano in scena Blu e Balù. Il loro abbaiare continuo ed insistente, a tratti disperato, richiama l’attenzione di un passante. Sembra non esserci alcun apparente motivo di tanta agitazione dei cani, ma soffermandosi ad osservare meglio, il ragazzo, in un punto del giardino nascosto dalla strada, nota un movimento e dopo aver visto la testa della signora, ha tutto chiaro. I due cani non smettono di abbaiare ma il più è fatto, sono stati allertati i Vigili del Fuoco per superare la recinzione ed entrare nel giardino e il 118 per le necessarie cure. Fortunatamente la signora è comprensibilmente spaventata ma tutto sommato in buone condizioni di salute. Una storia a lieto fine, dove anche le rose sono arrivate in casa, ma quale omaggio alla novantenne da parte dei Vigili del Fuoco, e dove gli applausi più grandi sono andati a Blu e Balù, inseparabili amici fedeli che pare abbiano seguito passo per passo fino al suo rientro in casa la padrona accompagnata dai soccorritori.

Bangy, Pastore Tedesco maschio di 9 anni, della Squadra Cinofili della Guardia di Finanza, si è distinto per i risultati ottenuti nel ritrovamento di sostanze stupefacenti. La staffetta generazionale continua con l’inserimento di Jammer, Pastore Tedesco maschio di appena 2 anni. Impiegati nella ricerca di droghe, denaro illecito, esplosivi, i cani sono risorse preziose.

BangyGF 3836, Pastore Tedesco di 9 anni, è ausiliare cinofilo specializzato Antidroga, in servizio presso la Squadra Cinofili della Compagnia Pronto Impiego di Genova. Bangy, impiegato in attività giornaliera per il contrasto allo spaccio e all’illecita detenzione di sostanze stupefacenti, nello scorso maggio durante un servizio svolto presso il porto di Genova, è riuscito a far rinvenire 41 chili di hashish, abilmente occultati dentro un’autovettura, con il conseguente arresto del responsabile del reato. All’esperienza di Bangy, si affianca la motivazione di un pastore tedesco di appena 2 anni, cane Antidroga di recente assegnazione, Jammer GF 4394. Un “Premio fedeltà”a Bangy e una “Menzione” a Jammer.

Clyde, meticcio di circa 10 anni, ha salvato due vite, quella della capra rimasta agganciata con la zampa ad una rete metallica per giorni e quella del piccolo venuto alla luce subito dopo la sua liberazione.

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Clyde, occhi grandi, pelo lungo, sembianze di Pastore Australiano, è un cane dotato di grande pacatezza ed equilibrio, definito dal rifugio di cui è stato ospite un cane “pacificatore”, che con la sua indole buona interagisce nel branco intromettendosi con garbata autorevolezza tra i contendenti, facendo capire a tutti che la pace è sempre la scelta migliore. Il passato di Clyde, segnato dalla solitudine, dall’abbandono, ha avuto il suo migliore riscatto quando Miriam lo ha adottato dopo la perdita dell’amato Kevin, un grande cane lupo cieco. Miriam da sempre compie scelte che altri non fanno, adotta quei cani che rimangono in canile a volte per una vita intera, a causa di un handicap o per altre ragioni.

Questa volta, al Rifugio Sherwood in Alta Val Bisagno, è stata lei ad essere scelta come “mamma” da Clyde. Clyde e Miriam vivono sulle alture di Genova, nel verde, e le passeggiate sui prati, nei boschi sono la loro quotidianità. Percorrendo quei sentieri in un giorno di fine inverno, Clyde si mostra stranamente irrequieto, abbaia ripetutamente in una specifica direzione. Normalmente il suo innato senso di protezione per il branco lo porta a rifiutarsi di proseguire sui sentieri dove fiuta deiezione di lupo, invece quel giorno insiste, camminando a tratti e voltandosi verso Miriam come per spronarla a seguirlo. Miriam si lascia guidare dal cane fino a raggiungere un punto dove non sono mai arrivati. La scena che si ritrova di fronte ha dell’incredibile: una capra, rimasta impigliata ad una recinzione metallica (una rete da letto) alta oltre un metro, è a testa in giù, ferita e senza più forze. Chiamati i soccorsi per sollevare la povera bestiola da quella posizione e liberarle con un tronchese lo zoccolo incastrato nella rete metallica, si scoprirà che il pastore, il cui gregge era tenuto sul monte, l’aveva smarrita da ben tre giorni e aveva ormai perso la speranza di ritrovarla. Ma la storia non è finita qui… Infatti, non appena la capretta si è sdraiata e ha potuto bere, ha trovato la forza di dare alla luce il suo piccolo. Grazie all’attenzione di Miriam, al senso materno della capretta che ha resistito con tutta la sua forza, ma soprattutto grazie a Clyde, quel giorno si sono salvate due vite.

Emma, Labrador di 6 anni, ha salvato dall’incendio del suo appartamento la padrona non vedente

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Emma

Emma, un cane speciale 365 giorni all’anno con una missione importantissima, essere un cane guida per non vedenti. Un venerdì dello scorso gennaio, Emma compie un’impresa straordinaria. Intorno all’ora di pranzo, dopo aver accompagnato la padrona Carmela a fare la spesa, quindi aver preso l’autobus ed essere scesa come abitualmente alla fermata più vicina, Emma sta guidando Carmela verso casa. Arrivate davanti al cancelletto, Emma si ferma cercando di allontanare Carmela dalla porta dell’appartamento. Un comportamento insolito per lei, sempre felice di entrare in casa e di sganciarsi la pettorina per andare a bere l’acqua nella sua ciotola mentre ora rimane immobile, non permettendo a Carmela di compiere un passo verso la porta. Una vicina di casa sente il suo abbaiare, esce sul pianerottolo e vedendo del fumo uscire dalla porta di Carmela, capisce quello che sta succedendo.

Nell’arco delle due ore in cui Emma e la padrona sono uscite, all’interno dell’appartamento è divampato un incendio, probabilmente scaturito da una stufetta elettrica. Dopo l’immediato intervento dei Vigili del Fuoco, l'alloggio viene dichiarato parzialmente inagibile. Ma cosa sarebbe potuto accadere se Emma non avesse impedito a Carmela di aprire quella porta? Molto probabilmente la porta a vetri sarebbe esplosa con inevitabili gravissime conseguenze. Emma è con Carmela da cinque anni, prima di lei un’altra labrador col suo stesso nome. Carmela, che ripone in Emma una fiducia totale, non potrebbe mai più immaginare la sua vita senza di lei. Emma è stata consegnata a Carmela dal Servizio Cani Guida dei Lions di Limbiate ed è la prova che con un cane guida il non vedente ritrova una cosa importantissima: non solo una guida, ma l’indipendenza, la libertà e soprattutto un amico fedele, un angelo a quattro zampe. Va sottolineata l’importanza del Servizio Cani Guida dei Lions di Limbiate, realtà d’eccellenza a livello europeo, che dona gratuitamente cani guida alle persone non vedenti in tutta Italia.

Leo, Setter di 11 anni, è la mascotte della Feralpisalò – la prima squadra di calcio italiana ad aver adottato un cane – ed è anche il portabandiera della sensibilità sociale del club attraverso i progetti che grazie a lui verranno sviluppati.

Leo Del Garda, questo il nome ed il cognome del setter, vive dal luglio 2021 allo stadio Turina di Salò ed è la mascotte ufficiale della prima squadra di calcio italiana ad aver adottato un cane. Feralpisalò si è affidata ad un  rifugio in provincia di Brescia, per il percorso d’adozione e la scelta dell'animale ideale. Ed ecco che Leo, un setter di dieci anni con qualche problema legato all'età e alle condizioni in cui era tenuto dai cacciatori, i quali avrebbero voluto abbatterlo perché non più idoneo alle attività venatorie, è sembrato l’amico perfetto. Chiedere l’affidamento di un cane anziano non è stato casuale, ma un preciso messaggio di inclusione per sensibilizzare l'attenzione delle persone sulle tematiche dell’abbandono e dell’adozione di cani anziani.

«Prendersi cura degli animali è una responsabilità che va condivisa con la comunità», sono le parole del Presidente Giuseppe Pasini. Tutti, squadra e staff, si sono da subito dimostrati sensibili, affettuosi e disponibili nel prendersi cura di Leo. «Siamo convinti», ribadisce Matteo Oxilia, responsabile della comunicazione della squadra, «che il calcio, lo sport in generale, sia un potente reagente per trasformare e dare un forte significato a tutto il sistema e alle relazioni del tessuto sociale. Siamo pronti per iniziare un nuovo percorso di vita insieme».

Beniamino della squadra e dei tifosi, Leo si trova a suo perfetto agio allo stadio, tra le carezze di tutti, in particolare del suo capitano. Inoltre, con e grazie a Leo, il club vuole sviluppare ulteriormente tanti progetti legati al benessere animale e sociale: educazione al possesso responsabile, progetto scuola, pet therapy con la squadra “Senza di me che gioco è?”, la prima squadra italiana dedicata al benessere emozionale per ragazzi con disabilità cognitive. E da ultimo, ma non meno importante, la squadra vuole dare visibilità ai cani ospitati dal rifugio per sensibilizzare sul tema dell’abbandono e delle adozioni. Una storia, due premi: “Premio fedeltà a Leo e “Premio bontà” alla Feralpisalò con l’augurio di continuare nel migliore dei modi questo percorso di crescita dentro il campo e fuori, trasmettendo sempre questi valori.

Leone e Nagut rispettivamente Jack Russel Parson di anni 2 e Pastore Tedesco di quasi 7 anni, in forza alla Polizia di Stato, sono una coppia formidabile nel loro ruolo di Cani Antidroga. Il lavoro costante e professionale dei Cani Antidroga della Polizia di Stato contribuisce in maniera sensibile alla prevenzione ed alla repressione dei reati inerenti le sostanze stupefacenti.

Leone e Nagut hanno avuto un ruolo determinante nel ritrovamento di grandi quantità di sostanze stupefacenti durante le capillari e continue bonifiche, mettendosi a disposizione degli inquirenti di tutta la Liguria e di altre realtà del territorio nazionale. Leone e Nagut hanno caratteristiche fisiche e morfologiche completamente differenti. Leone è piccino dal bianco pelo arruffato, Nagut è grande e grosso dal pelo liscio tutto nero, in una bellissima armonia degli opposti. Così visivamente diversi, anche caratterialmente, interpretano il proprio ruolo con grande professionalità e dedizione. Insieme, guidati con maestria ed amore da cinofile esperte e motivate, sono capaci di dare il meglio a riprova, se qualcuno avesse ancora dei dubbi, che la razza, le dimensioni, il colore del pelo, la lunghezza della coda sono soltanto quello che noi cogliamo a prima vista. È soprattutto il fuoco che arde all’interno delle creature, la volontà di celebrare la bellezza della vita, l’invisibile che ci colpisce quando sappiamo guardare oltre. E’ il miracolo che accade anche quando si lavora uniti per il raggiungimento di un comune obiettivo. “L’essenziale è invisibile agli occhi”, fa dire Saint-Exupéry al Piccolo Principe.

Appena entrato in servizio in Questura di Genova, la redazione di Kodami ha seguito Leone in una perlustrazione dei vicoli insieme alla sua conduttrice Laura Bisio.

La Polizia di Stato svolge costantemente questo compito silenzioso, a volte nascosto ma indispensabile, ogni giorno con coraggio ed entusiasmo. E lo fa con tutto il suo personale, anche con quello a quattro zampe. Riceveranno il Premio il Vice Ispettore della Polizia di Stato Laura Bisio, conduttore Antidroga con il cane Leone, e l’Assistente Tiziana Parodi, conduttore del cane Nagut, accompagnate dal Responsabile della Squadra Cinofili della Polizia di Stato di Genova, l’Ispettore Alessandro Pilotto.

Marley, Pastore Tedesco di quasi 4 anni, nato completamente cieco, insieme alla sua famiglia umana, è la prova dei miracoli dell’amore

Dopo la perdita di Klaus, adottato anzianissimo dal canile, Carlotta e Marco accolgono Marley nella loro vita nel marzo 2019. Secondo quanto riferito dalle volontarie del canile di Bari, dove era stato abbandonato perché nato cieco, a due mesi dal primo appello era arrivata una sola risposta, la loro. Carlotta e Marco hanno fatto una scelta di cui mai si pentiranno. Hanno dovuto lottare contro i pregiudizi perché tutti sconsigliavano loro l’adozione di un cane cieco; i veterinari e gli istruttori contattati, sostenendo che avrebbe girato in tondo, che non avrebbe mai fatto le scale di casa (al 2° piano senza ascensore), si rifiutavano di lavorare con lui.  Ma il problema per Carlotta e Marco non è mai esistito. «Lui è arrivato con una valigia carica di coraggio, fiducia, voglia di farcela ed ha incontrato noi con una valigia carica di amore. È così che con pazienza e amore è diventato quello che è adesso, una forza della natura, gioca a pallone, salta, sale le scale, è un cane assolutamente autonomo e felice» racconta Carlotta.

Marley è completamente cieco, non vede nemmeno le ombre, ma nonostante questo vive ogni giorno al massimo, regalando a Carlotta e a Marco soddisfazioni enormi, e a chiunque ha la fortuna di incontrarlo, speranza e buonumore. Ha anche una pagina Facebook dedicata, “Marley Supercane”. Nata quasi per caso, la pagina si è rivelata un importantissimo punto di contatto tra persone che hanno cani con problematiche simili, un luogo di scambio di opinioni e suggerimenti. Marley è la più bella dimostrazione che anche un cane cieco può vivere una vita normalissima e felice e che, come afferma da sempre Carlotta, “la disabilità sta negli occhi di chi guarda”. Se la pagina facebook ha raggiunto 80mila follower qualcosa significherà, ma di certo Marley è un supercane, quanto Marco e Carlotta una famiglia dal cuore grande, e insieme sono la prova che l’amore non conosce ostacoli. Un “Premio fedeltà” a Marley e un “Premio bontà” a Carlotta e Marco Carlotta Nelli e Marco Chimenti, Santa Maria a Monte, Pisa.

Melo è stato per 17 anni custode – mascotte – portafortuna dell’ex Monastero dei Benedettini, sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania. Ora si vuole dedicare al meticcio, adottato e amato da tutti, un angolo del Monastero

Custode della straordinaria storia di Melo che ha inizio 17 anni fa e che si intreccia con le tantissime storie di chi gli ha voluto bene, è l’ex Monastero dei Benedettini, un gioiello del tardo barocco siciliano, complesso tra i più grandi d’Europa, patrimonio dell’Unesco e oggi sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche (DISUM) dell’Ateneo di Catania. Qui Melo fece la sua prima comparsa durante il restauro dell’edificio; furono gli operai del cantiere ad accudirlo per primi e una volta terminati i lavori, se ne presero cura due sorelle residenti nel quartiere. Ma di fatto la sua dimora è sempre stata il Monastero.

Melo era una presenza quasi “istituzionale”, un po’ guardiano, un po’ custode, un po’ mascotte, un po’ spirito guida. Per 17 anni ogni mattina alle otto in punto si recava al Monastero dove rimaneva fino a sera; era solito fare il suo ingresso dallo scalone monumentale e annunciare la sua presenza con un abbaio, il primo e unico dell’intera giornata. Il meticcio adottato da professori, funzionari, dipendenti, dottorandi, studenti del DISUM era amatissimo da tutti e, per gli studenti, il portafortuna cui affidarsi prima di un esame e l’amico da ringraziare dopo un buon voto.

Per il suo essere un cane speciale, qualcuno pensava che Melo meritasse pure una laurea. Giuseppe Giarrizzo, ex Preside della Facoltà, riteneva che Melo fosse più che un semplice animale e, un po’ scherzando, diceva che avrebbe potuto essere la reincarnazione del grandissimo studioso al quale era stata dedicata l’aula magna, Santo Mazzarino. Melo aveva una pagina facebook a lui dedicata, “Melo – il cane dei Benedettini”, con una nutrita community e come finalità il benessere degli animali. Si era ammalato un anno fa di un carcinoma alla zampa e gli affezionati universitari avevano messo insieme una piccola somma perché potesse essere operato e curato.

Melo se n’è andato il 29 gennaio scorso, in silenzio, con discrezione, con dignità. Il Disum si è stretto sui social in un abbraccio virtuale per l’ultimo saluto, ricevendo una sentita condivisione di ricordi anche da parte di studenti ormai lontani da anni. Una petizione, che da subito ha avuto enorme consenso, è stata lanciata, insieme ad un gruppo di amici di Melo, dal professor Rosario Castelli, con queste sue espressioni: «Affinché gli venga dedicato un ricordo, un segno, un angolo dentro il Monastero in cui la storia di quell’essere così amorevole possa ancora intrecciarsi con quella di chi vi transiterà. Chissà che, dal paradiso dei cani, Melo non continui a portare fortuna anche a chi, pur non avendolo conosciuto, vorrà dedicargli un pensiero».

Una storia esemplare, un premio fedeltà con “Menzione ad Honorem” per Melo e un “Premio bontà” al Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania per l’amore dato a Melo Marina Paino, Direttore del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania Rosario Castelli, Professore associato di Letteratura italiana presso lo stesso Dipartimento.

Progetto Serena: i suoi “cani allerta diabete” e i “batten dog”, sono angeli custodi a quattro zampe di persone sofferenti di queste patologie, spesso bambini, nonché un prezioso supporto per la famiglia. I “C-19 screen dog” riconoscono con altissima attendibilità i positivi al Covid 19

Ci sono cani particolarmente predisposti nel rendersi conto di quando qualcosa non va nella persona che hanno vicino e spesso riescono, con il loro intervento, a salvarle la vita. Questa potenzialità viene perfezionata nel cane addestrato che, non più casualmente ma regolarmente saprà gestire una situazione d’emergenza. Dalla passione per i cani e per la medicina, ma soprattutto dal profondo desiderio di essere di aiuto alle persone malate e alle loro famiglie, è nato nel 2013 “Progetto Serena”. Il suo ideatore, Roberto Zampieri, istruttore cinofilo, preparatore di cani da ricerca, è l’anima del Progetto e addestratore di cani da “Allerta Medica”.

Il nome è stato dedicato alla figlia di Roberto per ricordarla in ogni cane che si formerà al Progetto Serena. Roberto Zampieri ha creato – primo in Italia – il “Protocollo cani allerta nel diabete”. Fondamentale il supporto scientifico del Professor Enzo Bonora, Primario di diabetologia/endocrinologia all’Ospedale di Verona, ricercatore internazionale, per anni Presidente di Diabete Ricerca. Il Protocollo, scritto da zero e sperimentato sul campo, è un percorso nato e fatto come un abito su misura per la persona diabetica, per chi vive e convive con questa patologia.

Cosa importantissima: l’addestramento, o meglio la preparazione, avviene a casa della persona diabetica, perché oltre all’attività olfattiva del cane è proprio la relazione tra il cane e il paziente a fare la differenza. Il cane migliora la vita del paziente che soffre di diabete, è un supporto validissimo sia nelle segnalazioni delle variazioni glicemiche (in iperglicemia e in ipoglicemia, che può portare, soprattutto la notte al tanto temuto coma diabetico), sia nella sfera emotiva. Nel caso poi di bambini diabetici, i cani oltre ad essere amici fedeli sono anche uno strumento di supporto per tutta la famiglia.

Per i Cani Allerta Diabete, la storia di Jack ed Elisa e quella di Nala e Beatrice. Jack Labrador di 1 anno e mezzo, era ancora cucciolo quando per due volte ha svegliato Elisa prima di una crisi ipoglicemica. Ora è in addestramento con Progetto Serena per diventare ufficialmente un cane allerta diabete. Nala, Labrador di quasi 2 anni, è l’amica a 4 zampe e angelo custode di Beatrice di un anno e mezzo e un sostegno importantissimo per i genitori della piccola. Progetto Serena sta portando avanti altri protocolli; nell’ambito delle malattie rare, quello dei “Batten Dog”.

Le ceroidolipofuscinosi neuronali (NCL), comunemente conosciute come Malattia di Batten, sono un gruppo di patologie genetiche neurodegenerative, che colpiscono soprattutto bambini in età prescolare, ma anche adolescenti e adulti. L’Associazione Nazionale CeroidoLipofuscinosi (A- NCL) con Progetto Serena APS ha lanciato nel 2021 “Adotta un Batten-Dog” con lo scopo di portare all’interno di un ambiente familiare  un cane addestrato ad hoc secondo le specifiche esigenze dei bambini di cui diventerà angelo custode, un aiuto concreto nella quotidianità delle famiglie colpite da questa malattia. Dopo una fase di formazione di circa due anni, un Batten Dog sarà in grado di spronare i piccoli pazienti a eseguire quelle azioni quotidiane che sono per loro una conquista e aiuterà i genitori a riconoscere i momenti più critici, per prevenire ad esempio le crisi epilettiche, semplificando così l’intera gestione familiare. Il progetto si avvale della collaborazione dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma, referente il Professor Nicola Specchio, Primario del reparto malattie rare.

Per i Batten Dog, la storia di Chope e Pietro. Chope è entrato nella casa del piccolo Pietro per aiutare lui e la sua famiglia, dandogli amore, supporto fisico, emotivo e molta energia positiva, per combattere insieme con le difficoltà quotidiane. Nel 2020, in seno a Progetto Serena, ha preso il via lo studio per il protocollo “C-19 ScreenDog”. Alcuni studi scientifici pubblicati su riviste internazionali mostrano la capacità dei cani da rilevamento di fiutare, con elevata sensibilità e specificità i VOC (sostanze volatili presenti in molti campioni biologici), contenuti in campioni di saliva, secrezioni tracheobronchiali o sudore ascellare di soggetti positivi al test molecolare per il rilevamento di Sars-Cov 2. In collaborazione con Asur Marche Area Vasta 3, Facoltà Politecnica delle Marche, ATS Sardegna, Facoltà Veterinaria di Camerino (per il controllo del benessere dei cani in tutte le fasi dello studio), i cani di Progetto Serena Aps hanno compiuto la prima ricerca internazionale con screening diretto sulla persona. La validazione del test è stata eseguita senza l'ausilio della raccolta del campione di sudore, quindi direttamente sulla persona, dimostrando che i cani sono in grado di segnalare i positivi in una situazione reale. I C-19 ScreenDog di Progetto Serena hanno già prestato servizio nelle scuole, nelle strutture protette per anziani e continueranno a farlo evitando così il test invasivo del tampone ai soggetti più fragili.

Per i C-19 ScreenDog, WAVE, Labrador di 1 anno e mezzo e AKI, labrador nero di 1 anno. È da sottolineare che tutti i protocolli di Progetto Serena partono da una ricerca congiunta con medici di riferimento dove analizzata ciascuna modalità di intervento, viene redatto e registrato un protocollo di preparazione del cane. Ogni percorso ha inizio solo se la metodologia che verrà studiata e insegnata al cane, sempre nel pieno rispetto del suo benessere, non si fermerà allo studio di laboratorio, ma potrà essere fruibile dalle persone, essere di utilità al prossimo.

Pulce, meticcio di anni 12, leccando sul volto il suo padrone svenuto a terra dopo essere caduto, lo ha salvato aiutandolo a riprendere i sensi e quindi a chiamare i soccorsi

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A marzo 2020, in piena emergenza pandemica, Sergio, romagnolo ma valtellinese di adozione, si è sottoposto all’Ospedale di Verona all’operazione di asportazione del rene destro per donarlo al nipote Marco trentacinquenne, di Rimini, che stava rischiando la vita. A pochi mesi da quella delicata operazione, accade un brutto incidente. Durante una passeggiata di una sera d’estate con il suo cane Pulce, mentre si appresta a raggiungere una fontana per dissetarsi e riempire alcune bottiglie, Sergio finisce in un buco di un cantiere edile aperto vicino al palazzetto dello sport di Ardenno dov’era in corso la realizzazione di un’opera pubblica. In quel punto, privo di illuminazione e senza alcuna segnalazione di scavi in corso, Sergio all’improvviso si ritrova a terra, dentro lo scavo del cantiere, privo di sensi.

Fortunatamente Pulce è con lui e sa bene cosa fare. Pulce non abbandonerà neanche un istante il suo pet mate e saranno proprio le sue leccate sul volto di Sergio a farlo rinvenire e a consentirgli di prendere in mano il telefonino per chiamare i soccorsi. Secondo carabinieri e soccorritori, Sergio potrebbe essere rimasto svenuto tra i trenta e i quarantacinque minuti. Dopo la prima visita al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Sondrio, gli è stata diagnosticata un’ischemia transitoria, probabilmente dovuta al trauma subito nella caduta. Il suo ricovero è proseguito per una settimana con postumi di dolori cervicali e lombari sulla ferita nel punto in cui gli è stato tolto il rene. Purtroppo l’incidente gli ha impedito di partecipare, nelle settimane successive, ad una passeggiata in Romagna per un progetto di sensibilizzazione sulla donazione di organi da viventi. Sergio, che ha compiuto un bel gesto di generosità e altruismo, ha ricevuto una grande ricompensa dal suo amico a quattro zampe e non potrà che avere sentimenti di orgoglio, di commozione e di gratitudine nei confronti di Pulce, per sempre.

Shiva, Border Collie di 9 anni, con grande coraggio ha raggiunto la padrona immobilizzata e in stato di choc dopo la caduta nel dirupo. L’ha vegliata ogni istante e non ha mai smesso di abbaiare, riuscendo così a richiamare i soccorsi e a salvarla

Marilena neanche osa immaginare quello che sarebbe potuto accadere senza la sua inseparabile e coraggiosa compagna quando una passeggiata come tante altre ha rischiato di trasformarsi in tragedia. Marilena è una camminatrice esperta, tanto più al fianco di Shiva, che come lei adora la montagna, il bosco, suoi ambienti ideali. Uscita di casa la mattina dello scorso 4 maggio per una passeggiata con Shiva in direzione del Laghetto Corrado, Marilena, entusiasta di percorrere quel sentiero in salita, arriva fino al Monte Corno, a oltre 1200 metri. Lì, nonostante la sua esperienza, scivola in un dirupo e si ferma dopo una caduta di sei o sette metri. La paura è tanta! Marilena, che ha battuto la schiena, riesce a muovere le gambe scongiurando il peggio, ma ora si trova in uno stato di choc.

Shiva sfodera un coraggio da leonessa: con un grande balzo raggiunge la padrona ferita nel dirupo, procurandosi delle piccole lesioni, che fortunatamente guariranno in poco tempo. Insieme, Marilena e Shiva, riescono a spostarsi di qualche metro per adagiarsi su un piccolo prato, lontane dal pericolo del dirupo. L’allarme scatta verso mezzogiorno dopo che Marilena non si presenta ad alcuni appuntamenti e il suo compagno prova a chiamarla al cellulare senza ottenere risposta. Nel giro di pochi minuti si mette in moto la macchina dei soccorsi; coordinati dai Carabinieri, intervengono i Vigili del Fuoco, il Soccorso Alpino, i volontari della Protezione Civile, gli Amici del Laghetto Corrado, il CAI Valgandino, oltre all’Associazione Fanti e al gruppo Alpini allertati dal Sindaco. Secondo le testimonianze raccolte, Marilena sarebbe stata vista in mattinata vicino alla Fonte dei Nonni, nei pressi del Laghetto Corrado. Ma a portare tutti nella giusta direzione è il prolungato latrato del cane segnalato da alcuni residenti, che nel tardo pomeriggio indirizza le ricerche in un punto preciso nell’area a monte del laghetto. Shiva è sempre rimasta tranquilla accanto alla sua padrona, leccandole le escoriazioni procurate dalla caduta e abbaiando con inesauribile forza per richiamare l’attenzione. Marilena viene trovata e riportata a valle, con delicate e laboriose operazioni, dai Vigili del Fuoco e Soccorso Alpino dopo le ore 22. Per tutti la star è senza dubbio Shiva e qualcuno afferma: «il cellulare si scarica spesso, un cane non si scarica mai».

Nonostante la lunga convalescenza a causa di due vertebre rotte, per Marilena è motivo di grande conforto la vicinanza di Shiva. E Shiva sembra avere una sola priorità, non lasciare mai Marilena, neanche per una breve uscita con amici che si offrono di portarla a fare una passeggiata. «Di questa esperienza – conclude Marilena – porterò sempre con me due cose: la dolcezza di questa cagnolina eroica e il sorriso del vigile del fuoco che per primo si è avvicinato per soccorrermi. Grazie a tutti e due!».

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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