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19 Giugno 2023
16:54

Lav presenta il piano di salvezza per JJ4: «Siamo pronti per il trasferimento in Romania. La Pat non ha più scuse»

Lav ha presentato il progetto di trasferimento di JJ4 verso il santuario in Romania. All'evento eravamo presenti anche noi di Kodami, che abbiamo preso visione dell'accordo stipulato con l'organizzazione romena.

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Nelle prime ore del pomeriggio di lunedì 19 giugno, a Trento, si è svolta la conferenza stampa indetta dalla Lega Antivivisezione che, come richiesto dal Tar, ha presentato il piano di trasferimento dell’orsa JJ4. Il centro scelto dall'organizzazione è situato a Sud della città romena di Brașov ed è il Libearty Sanctuary Zărneşti, ovvero la stessa struttura proposta precedentemente anche da Oipa, Enpa e Leidaa.

«Siamo a tutti gli effetti pronti per offrirle la vita più degna possibile», ha commentato Simone Stefani, Vicepresidente dell'organizzazione, in apertura dell'evento, durante il quale sono intervenuti anche il Direttore Generale Roberto Bennati, il Responsabile dell'area animali selvatici, Massimo Vitturi e, in collegamento dalla Romania, Cristina Lapis e Paula Ciotlos, rispettivamente presidente e vicepresidente dell'associazione Millions of Friends, che gestisce il rifugio.

«Nel mese di maggio abbiamo visitato il santuario e firmato un accordo con le responsabili. Insieme a un gruppo di esperti della specie e in collaborazione con il santuario stesso, abbiamo poi redatto il progetto – spiega Bennati – Salvare JJ4 è possibile e siamo disponibili a prenderci carico di tutte le spese di trasferimento e di mantenimento dell’animale, ma anche quelle che riguardano il monitoraggio e le visite ispettive previste nel periodo di acclimatazione all'interno del recinto. I costi, quindi, non possono più rappresentare una scusa per scegliere la via dell'abbattimento».

Alla presentazione del progetto eravamo presenti anche noi di Kodami, che abbiamo avuto l'opportunità di prendere visione dell'accordo stipulato tra Lav e Millions of Friends Association. «Tra le varie soluzioni individuate in questi mesi, il Libearty Sanctuary Zărneşti è risultato essere il luogo più adeguato, in quanto può accogliere soggetti provenienti dall'ambiente naturale – ha spiegato Vitturi – Inoltre si trova sul territorio dell'Unione Europea e questo elemento offre maggiore facilità di gestione tecnica e organizzativa per quanto riguarda il trasferimento. La Provincia di Trento, ora, non ha più alcuna giustificazione ed è sufficiente la firma del Presidente Maurizio Fugatti per dare avvio al procedimento».

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La pianta del santuario – ©Lav

Se la Pat accettasse il trasferimento, dovrebbe poi inoltrare una richiesta al Cites, che si occupa dell'autorizzazione per l'esportazione delle specie selvatiche. Un'operazione che, secondo Lav, potrebbe richiedere circa tre mesi. Il tempo totale stimato per poter vedere JJ4 in Romania, però, potrebbe raggiungere anche i sette mesi. «Prima del trasferimento, bisognerà svolgere alcune attività sanitarie preparative, come ad esempio la vaccinazione antirabbica, l'analisi degli anticorpi e l'inoculazione del microchip per il riconoscimento», spiega a Kodami Bennati.

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La stima effettuata da Lav

La distanza tra il parco faunistico del Casteller e il Libearty Sanctuary Zărneşti è di 1.514 chilometri e la durata stimata del viaggio, secondo Lav, è di circa 20 ore: «Abbiamo calcolato questa durata scegliendo di attraversare solo nazioni che fanno parte dell'Unione Europea, in modo da ridurre le complicazioni del trasferimento di un animale selvatico attraverso frontiere "extra EU"».

Durante il trasferimento è previsto che l’equipe veterinaria viaggi al seguito dell’animale: «Saranno effettuati controlli durante tutto il viaggio a intervalli regolari e il personale avrà a disposizione un’ambulanza veterinaria – si legge nel progetto – L'ambulanza in dotazione del centro comprende tutta la strumentazione necessaria, anche per eventuali interventi medico-veterinari d’urgenza, sia durante il carico, che per il trasporto e scarico dell’animale a destinazione».

«Quando arriverà la chiameremo "Speranza", in onore di tutti gli orsi perseguitati»

A richiedere maggiori informazioni riguardo il piano di trasferimento era stato il Tar di Trento, in attesa dell'udienza prevista per il prossimo 27 giugno, nell'ottica di valutare l'effettiva realizzabilità del progetto. Per la stessa data, il Tribunale Amministrativo Regionale è anche in attesa delle documentazioni, da parte della Provincia Autonoma di Trento, necessarie per fare chiarezza sulla dinamica degli eventi che hanno causato la tragica morte del giovane runner trentino, Andrea Papi.

Proprio la mancanza di documenti specifici sui fatti dello sorso 5 aprile, infatti, hanno portato il Tar a sospendere l'ordinanza di abbattimento firmata dal Presidente della Provincia Autonoma, Maurizio Fugatti.

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Lav mostra le immagini degli ospiti del santuario in Romania

«Sono molto sorpresa che nel 2023, in Trentino, ci siano ancora orsi condannati a morte. Mi sembra di vedere una scena del Medioevo. Questo orso non appartiene al Presidente Fugatti, ma alla Natura – commenta Lapis – Il nostro è un centro in cui gli animali possono davvero vivere bene e vengono seguiti da personale specializzato. Al momento, nei nostri 80 ettari, ospitiamo 115 orsi, 36 dei quali provengono dagli ambienti naturali di tutto il mondo, dal Texas all'Ucraina. Quando arriverà JJ4, la chiameremo "Speranza", in onore di tutti gli orsi perseguitati dall'uomo, in modo che possa diventare un simbolo per il futuro».

All'interno del centro si trova un areale prevalentemente boschivo, alternato a spazi aperti e con la presenza di rilievi e corsi d’acqua e JJ4, per il primo periodo, verrebbe sorvegliata in una zona di "acclimatamento": «Non vediamo l'ora di vederla felice, anche se la vera soluzione sarebbe un mondo in cui non servono i santuari, un mondo in cui gli orsi possono vivere in libertà e in cui gli esseri umani rispettano le altre specie», conclude Lapis.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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