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24 Maggio 2023
17:47

Orsi in Trentino, la metà dei cittadini è contraria all’uccisione di JJ4 e MJ5

È il risultato di un'indagine commissionata da Lav a Doxa per indagare sullo stato d'animo e l'opinione dei trentini in relazione alla presenza di questi grandi carnivori sul territorio, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca e della politica della Provincia.

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JJ4 alla sua prima cattura

La metà dei cittadini trentini è contraria all’uccisione degli orsi JJ4 e MJ5, condannati a morte dalla Provincia di Trento in quanto bollati come "orsi problematici" dal governatore della Provincia, Maurizio Fugatti. Il dato emerge dall’indagine demoscopica condotta da Doxa, su richiesta della Lav, per raccogliere le opinioni dei cittadini di Trento e provincia sulla presenza dell’orso nel territorio, e sulle possibili misure per il controllo della sua diffusione.

Le interviste condotte sono state 500, su un campione rappresentativo di residenti a Trento (22%) e provincia (78%), uomini e donne di età 18 anni e oltre fra l’11 e il 17 maggio 2023, periodo in cui è scoppiata la battaglia tra la Provincia e le associazioni animaliste a colpi di ordinanze, decreti di abbattimento e ricorsi al Tar.

L'orsa JJ4, ribattezzata "Gaia", è considerata la responsabile della morte di Andrea Papi, il 26enne trovato morto nei boschi della Val di Sole lo scorso 6 aprile, e si trova oggi confinata al Casteller con una condanna a morte sospesa sul capo.

MJ5, ancora in libertà, è invece ritenuto responsabile del ferimento di un escursionista in Val di Rabbi, e anche contro di lui è stato emesso un ordine di abbattimento. La Lav, che ha presentato ricorso per la sospensione delle ordinanze, ha commissionato l'indagine per capire lo stato d'animo dei trentini, ovvero delle persone che devono convivere ogni giorni con questi grandi predatori. Il 57% degli abitanti del capoluogo e il 47% di coloro che abitano nelle vallate e nei piccoli centri si sono detti contrari all'uccisione degli orsi. Segno, sottolinea Lav, del fatto che non vi è questa schiacciante maggioranza locale a favore come sostenuto a più riprese da Fugatti.

Una fiaccolata a Trento in attesa del verdetto del Tar

I dati sono stati presentati mercoledì a Trento nel corso di una conferenza stampa organizzata 24 ore prima dell‘attesa sentenza con cui il Tar dovrebbe esprimersi per confermare o meno la sospensione delle due ordinanze di abbattimento. L'associazione ha anche organizzato per mercoledì sera, dalle 19 alle 22 in centro a Trento, in piazza D’Arogno, una fiaccolata di veglia in attesa del pronunciamento dei giudici amministrativi: la speranza è che decidano di confermare la sospensione, e che si possa procedere con il rilascio in natura per i due orsi, o in alternativa per decisione del Tribunale, la vita in uno dei rifugi-santuari per animali proposti dall’associazione animalista.

«Una ragione in più oltre a quelle etiche e scientifiche della quale deve tener conto la politica locale anche per le prossime scelte sul futuro della presenza degli orsi nella nostra provincia, tanto più alla vigilia della decisione collegiale del Tar sui due plantigradi – ha detto Simone Stefani, responsabile Lav Trentino e vicepresidente nazionale dell’associazione animalista – Se inoltre consideriamo che il 53% dei trentini ritiene che la Provincia, dopo aver riportato gli orsi sul territorio, si è impegnata “poco o per nulla” per fornire ai cittadini tutte le informazioni necessarie a prevenire gli incontri e come comportarsi con gli orsi, percentuale che fuori Trento città arriva al 55%, a dimostrazione che queste gravi mancanze delle Giunte che governano da più di vent’anni la nostra provincia non sono solo nel giudizio di “cittadini e animalisti da salotto”, come detto in maniera demagogica da Fugatti, e riguardo quindi alla possibilità di evitare la tragedia di Andrea Papi c’è chi a Piazza Dante e a Via Vannetti, sedi politiche e tecniche della Provincia, dovrebbe farsi un esame di coscienza».

«Dall'indagine emerge una maggioranza di trentini, fra il 53% e il 69%, che vuole che si realizzino i corridoi ecologici per la dispersione dei plantigradi, azione sbeffeggiata dall’assessora Zanotelli – ha aggiunto Massimo Vitturi, responsabile nazionale Lav animali selvatici – così come l’immediata sostituzione dei cassonetti dei rifiuti con quelli ‘anti-orso’ e la sterilizzazione di alcuni orsi, come avrebbe dovuto esserlo JJ4 secondo quanto autorizzato dall’Ispra, cioè le attività incruente necessarie secondo il mondo scientifico ignorato dalla Provincia».

Le perizie degli esperti della Lav e le lacune nei rilievi

La Lav ha inoltre depositato al Tar, nei due giudizi, le relazioni dei propri consulenti esperti tecnico scientifici di riconosciuto livello nazionale e internazionale: il dottor Rosario Fico, medico veterinario vicepresidente della Società Italiana di Scienze Forensi Veterinarie e già responsabile del Centro di referenza nazionale del Ministero della Salute, e il dottor Renato Semenzato, biologo docente a Master Universitari di I e II livello, Consulente di progetti Life sui grandi carnivori.

Le relazioni mettono in luce alcune lacune sui rilievi effettuati a seguito dei fatti avvenuti il 5 aprile che hanno visto coinvolta l’orsa JJ4 – che secondo le ricostruzioni ha reagito in difesa dei suoi cuccioli – come anche quelli che riguardano l’incidente avvenuto il 5 marzo in Val di Rabbi con il coinvolgimento dell’orso MJ5: «Risulta che tutte le relazioni su quest’ultimo incidente, che hanno portato a definire “pericoloso” il plantigrado – sottolineano dall'associazione – si fondano su una interpretazione dell’accaduto effettuata senza l’analisi critica di tutti gli elementi a disposizione». Gli esperti interpellati dalla Lav hanno sottolineato come manchino attività di indagine di medicina forense veterinaria che possano per esempio confermare che, in particolare nel caso di MJ5, «le ferite siano realmente riconducibili a un orso e non piuttosto, anche considerata la lieve prognosi di 15 giorni assegnata alla persona coinvolta, alla caduta avvenuta a seguito dell’incontro ravvicinato, elemento che può portare ad escludere totalmente la categoria di orso problematico assegnata a MJ5 che in tanti anni non aveva mai avuto comportamenti del genere».

Nel caso dell’orsa JJ4 si sottolinea invece come, nonostante quanto scritto dall'Ispra, che ha fatto valutazioni senza riscontri diretti in loco, l’animale di fatto non abbia mai avuto comportamenti anomali o da orso “pericoloso”, alla luce degli elementi raccolti, ma si sia semplicemente comportata come una mamma con cuccioli si comporta in caso di incontro ravvicinato a protezione degli stessi: «Anche l’ultimo e tragico incidente non vede responsabilità dirette né nel povero ragazzo né nell’orsa JJ4 – attacca la Lav – ma piuttosto una responsabilità gestionale legata a mancate misure preventive quali la sterilizzazione dell’individuo, suggerita dall’ISPRA e non attuata, così come la radio-collarazione dell’animale, e una mancata comunicazione ed informazione sulla presenza dell’orsa con piccoli in quell’area.

«È tutt’altro che una battaglia ideologica quella che ci vede protagonisti. Ma è una battaglia dall’approccio scientifico e morale sulla possibilità e la necessità di una convivenza umani-animali selvatici non fondata sulle doppiette e sul sangue di una vittima umana, morte causata più che altro dalle mancanze della Provincia – ha concluso Gianluca Felicetti, presidente nazionale Lav – il Trentino ha diritto a vivere senza paure sulle quali invece soffiano dei professionisti degli scontri e delle divisioni, di chi parla di mancanza di “accettazione sociale” degli orsi da parte della stragrande maggioranza dei trentini ed è smentito dai numeri. C’è bisogno di serietà da parte di chi amministra, da coloro che hanno firmato impegni e non li hanno mantenuti, da chi ha usato gli orsi come attrattiva turistica per poi decidere di portarli al patibolo, di prendere soldi dall’Europa per il progetto di reintroduzione degli orsi e poi ha tolto la competenza sulle attività a Parchi ed esperti per affidarla a un sistema emergenziale, che ha cancellato la prevenzione e le misure sulla convivenza in favore solo di ergastolo o morte, da parte di chi sbandiera contro gli orsi la prevalenza della incolumità e della sicurezza pubblica e sempre nei boschi favorisce l’estensione della caccia che tutti gli anni in tutta Italia provoca decine e decine di morti e feriti umani».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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