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12 Gennaio 2024
15:58

Trasferimento dell’orsa JJ4, il Tar dichiara inammissibile il ricorso della Lav

Il Tar di Trento ha dichiarato inammissibile il ricorso della Lav: la Provincia di Trento non è obbligata a rispondere alle richieste di avviare il trasferimento dell’orsa JJ4. Per l'associazione si tratta della «assurda sete di vendetta di Fugatti».

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Il Tar di Trento ha dichiarato inammissibile il ricorso della Lav: la Provincia di Trento non è obbligata a rispondere alle richieste di avviare il trasferimento dell’orsa JJ4. Il tentativo dell'associazione di erodere il muro di silenzio eretto dall'amministrazione guidata da Maurizio Fugatti si è dimostrato vano.

JJ4 continuerà a restare nel recinto del Centro Faunistico Casteller, alle porte di Trento, e la Provincia non dovrà rispondere ai piani realizzati dalla Lav per realizzare lo spostamento al Libearty Bear Sanctuary di Zarnesti, in Romania.

Nella sentenza, i giudici hanno affermato che non sussiste un obbligo formale che imponga alla Provincia di rispondere alla Lav. La Provincia Autonoma potrà continuare a esaminare la proposta della Lav e pronunciarsi in futuro, ma senza alcuna pressione da parte delle associazioni e della Giustizia amministrativa.

«Si tratta di una decisione inaccettabile – ha dichiarato la Lav – una crudeltà gratuita e intollerabile che costringerà l’orsa a rimanere rinchiusa nel recinto del Casteller mentre il rifugio in Romania potrebbe offrirle condizioni di vita enormemente migliori».

L'area totale del Casteller è di circa 8.000 metri quadri e, come ha ammesso la Provincia stessa, «si tratta di una struttura costruita per l'accoglienza provvisoria di esemplari di orso e non per la captivazione permanente, destinata al recupero di animali feriti, ad esempio a seguito di incidenti stradali». JJ4 si trova però al suo interno dall'aprile dello scorso anno, quando è stata catturata con una trappola a tubo mentre si trovava con i suoi due cuccioli.

jj4
JJ4 durante la cattura del 2023 (Fonte: Pat)

Da quel momento dei cuccioli si sono perse le tracce: la Provincia ha fatto sapere che erano grandi abbastanza per sperare di sopravvivere senza la madre. JJ4 invece si trova confinata a poca distanza da Papillon. I due orsi non hanno contatti e hanno a disposizione una tana ciascuno, uno spazio insufficiente per questa specie abituata a coprire un areale decisamente più vasto rispetto a quello messo a disposizione al Casteller.

JJ4 non può tornare in natura dopo aver ucciso il 26enne Andrea Papi, l'Ispra infatti ha dato parere positivo alla rimozione dal contesto naturale, senza però ricorrere necessariamente a metodi cruenti, aprendo alla possibilità di spostarla in un luogo dove non possa avere contatti con le persone. Per questo le associazioni avevano proposto il Santuario in Romania, una delle poche strutture in Europa a poter ospitare plantigradi.

All'ipotesi di trasferimento hanno già dato il proprio assenso l'autorità romena e il Ministero dell'Ambiente italiano, quest'ultimo aveva anche creato una Commissione di esperti per valutare le possibili destinazioni in un ottica di benessere animale. Tutto inutile senza la risposta dell'amministrazione trentina.

«La provincia di Trento continua a spendere fior di quattrini in avvocati e nel mantenimento dell’orsa, al solo scopo di assecondare l’assurda sete di vendetta di Fugatti, ci rivolgiamo subito al Consiglio di Stato per chiedere finalmente di porre fine a un’assurda situazione che non porta benefici a nessuno e che costringe l’orsa a subire gravi sofferenze, in pieno conflitto con il dettato della nostra Costituzione – conclude la Lav – ricordiamo infatti che il Consiglio di Stato si è già espresso a favore dell’avvio delle procedure di trasferimento di JJ4 anche invocando la “leale collaborazione” della Provincia di Trento nei confronti della Lav».

Soddisfatto invece l'assessore con delega a Foreste e Caccia, Roberto Failoni: «La Provincia è chiamata ad adottare scelte che guardano all’interesse pubblico. Sulla misura energica da adottare, ossia la captivazione permanente o l’abbattimento (dalla Provincia ritenute equivalenti ai fini della conservazione della specie), si pronuncerà la Corte di giustizia europea ed è dunque fondamentale attendere che i giudici si esprimano nel merito della questione, definendo la corretta interpretazione della Direttiva Habitat».

Per la Provincia di Trento, quindi, la soluzione è solo una: l'abbattimento.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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