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28 Maggio 2023
12:00

La natrice viperina (Natrix maura)

La natrice viperina è un serpente della famiglia dei colubridi e del genere Natrix, che comprende le bisce d’acqua europee. Vive in habitat acquatici e zone calde, è ampiamente distribuita in Spagna, Francia, Italia e, più in generale, l’area Mediterranea occidentale, comprese alcune isole come la Corsica, la Sardegna e le Baleari. Deve il suo nome alla somiglianza con la vipera, dalla quale si distingue per le pupille rotonde e per il fatto di non essere velenosa.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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La natrice viperina (Natrix maura) è un serpente non velenoso appartenente alla famiglia dei colubridi e al genere Natrix, che comprende le specie di bisce d’acqua europee. Predilige gli habitat acquatici e le zone calde ed è ampiamente distribuita in molte regioni dell'Europa meridionale, tra cui la Spagna, la Francia, l’Italia e, più in generale, l’area Mediterranea occidentale, comprese alcune isole come la Corsica, la Sardegna e le Baleari. È un serpente di taglia media e il nome “viperina” deriva dal fatto che, se disturbata, assume comportamenti simili a quelli delle vipere. Rispetto a loro, però, non è velenosa e ha le pupille rotonde. Le sue squame, inoltre, sono più grandi, in particolar modo sul capo.

Come è fatta la natrice viperina

La natrice viperina è un serpente di taglia media ed è più piccola rispetto alla natrice tassellata (Natrix tessellata). Generalmente, un individuo adulto raggiunge al massimo 70/100 centimetri. Il dimorfismo sessuale è evidente e le femmine, infatti, sono più grandi dei maschi, quali raramente superano i 70 centimetri di lunghezza e i 130 grammi di peso.

La testa ha una forma triangolare e ben definita rispetto al corpo. Ha occhi di grandi dimensioni con la pupilla rotonda. La coda è lunga e ha una forma piuttosto appuntita. La colorazione varia dal giallo al marrone, ma può essere anche più tendente al grigio/verde.

Il corpo è massiccio e ha una banda sul dorso con macchie scure a zig zag sui fianchi. Il ventre, invece, è più chiaro e presenta un disegno a scacchiera che può essere tendente al giallo o al rossiccio. Le colorazioni, in generale, possono però variare in base alla zona.

Al momento della nascita, le natrici viperine misurano circa 20 centimetri, pesano intorno ai 3 grammi e hanno una livrea dai colori più accesi rispetto a quella degli adulti.

Questa specie viene spesso scambiata per una vipera ma, rispetto alle specie di vipera presenti nel nostro paese, la natrice viperina ha una testa più arrotondata e le pupille rotonde.

Habitat e distribuzione

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È diffusa in molte zone dell'Europa meridionale e occidentale, dove preferisce gli ambienti acquatici come gli stagni, i laghi, i fiumi e le paludi. Secondo quanto riportato sul sito delle aree naturali della Sardegna, non disdegna, inoltre, le acque salmastre e gli stagni.

All’interno dell’areale di distribuzione predilige gli ambienti caldi e soleggiati, che dispongono di sufficienti risorse alimentari.

La IUCN ha condotto uno studio sull’habitat di questa specie e ne ha rilevato la presenza in tutta la Penisola Iberica, in gran parte della Francia e nell’estremo Sud Ovest della Svizzera. Nel Nord Est del nostro paese è diffusa nei fiumi dell’Oltrepò Pavese e raggiunge l’Appennino Emiliano e la Liguria. In Nord Africa, invece, è presente in Marocco, in Algeria e in Tunisia centro settentrionale.

La sua presenza (probabilmente alloctona) è stata rilevata anche in Sardegna, in Corsica (una sola segnalazione) e, infine, è stata introdotta dall’uomo a Minorca e Mallorca.

Abitudini e comportamento

La natrice viperina è un serpente diurno che nei mesi invernali va in letargo. Nei confronti dell’uomo ha un comportamento prevalentemente elusivo e, se disturbata, preferisce la fuga. Se messa alle strette può avere però un comportamento che ricorda quello delle vipere: appiattisce il corpo a forma di “S” e poi tira colpi con la testa. A differenza delle specie velenose, la natrice viperina tiene la bocca chiusa.

Se viene afferrata, può emettere un liquido maleodorante attraverso un’apposita ghiandola e, inoltre, quando viene importunata ha l’abitudine di fingersi morta.

Dopo aver mangiato, come la Natrix tessellata, anche la natrice viperina ha l’abitudine di restare negli ambienti soleggiati per il tempo necessario alla digestione.

Alimentazione

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La natrice viperina mangia principalmente anfibi e pesci di piccole dimensioni, che riesce a catturare direttamente in acqua. Occasionalmente può nutrirsi anche di mammiferi di piccole dimensioni, oppure uccelli acquatici, mentre i giovani prediligono avannotti e lombrichi.

Secondo quanto pubblicato dal Centro di Coordinamento per la Protezione degli Anfibi e dei Rettili in Svizzera, negli ambienti alpini questi rettili, prediligono i pesci che vivono sul fondale e riesce a cacciare grazie alle eccellenti abilità nel nuoto e al fatto che è dotata di piccoli denti sottili.

Di tanto in tanto caccia anche gli spinarelli (Gasterosteus aculeatus), la cui spina dorsale, però, può impedirne la deglutizione e causare la morte per soffocamento della natrice viperina.

Riproduzione

Una volta terminato il letargo e con l’arrivo della primavera, ha inizio il periodo dell’accoppiamento, che si protrae fino alla fine di maggio, indicativamente. Questa stagione, però, può variare in base alla latitudine e alle condizioni climatiche.

Tra giugno e luglio la femmina individua un luogo protetto (generalmente nei pressi di materiale organico in decomposizione), dove deporre le uova. Il numero varia da 4 a 20, il diametro è di circa un 1,2 centimetri e il colore è bianco o giallo.

Verso l’inizio di settembre avviene la schiusa e i piccoli rompono la membrana dell’uovo grazie a un apposito dente posto sulla punta del muso. La maturità sessuale viene raggiunta intorno ai 3 anni e mezzo per i maschi, mentre le femmine impiegano circa un anno in più.

La natrice viperina e l’uomo

In molti ambienti rurali, in particolare in Sardegna, è diffusa la credenza che si tratti di una specie velenosa e quindi pericolosa per l’uomo. In realtà, però, non rappresenta assolutamente un rischio e, anzi, è la specie stessa ad essere minacciata dall’aumento dell’inquinamento delle acque.

Se la si dovesse individuare in casa (evento piuttosto raro), però, è meglio evitare di entrare in contatto diretto con il suo corpo. Piuttosto, si consiglia di fornirle l’opportunità di allontanarsi in autonomia. Si possono chiudere le porte delle stanze confinanti e lasciare libero solo l’accesso verso l’uscita dell'abitazione.

Nel caso in cui si abbia la certezza che non si tratta di una specie velenosa, si può intervenire delicatamente con una paletta e una scopa, per poi liberarla all’aperto.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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