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4 Giugno 2023
12:00

La biscia dal collare (Natrix natrix)

La biscia dal collare, o natrice dal collare o biscia d’acqua, è un serpente acquatico non velenoso appartenente alla famiglia dei Colubridi e alla sottofamiglia delle Natricidae. Si riconosce dalla banda chiara sul collo e si distingue dalla vipera grazie alle pupille rotonde. È diffusa in tutta l'Europa continentale, l'Africa Nord occidentale e parte dell'Asia centrale e occidentale. In Italia è presente in tutte le regioni.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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La biscia dal collare (Natrix natrix), o natrice dal collare, è un serpente acquatico non velenoso appartenente alla famiglia dei Colubridi e alla sottofamiglia delle Natricidae. Ha un corpo snello e allungato e può raggiungere una lunghezza di oltre 120 centimetri, ma alcuni esemplari possono essere ancora più lunghi. La colorazione varia dal marrone al grigio e si riconosce dalla banda chiara sul collo, da cui prende il nome. Ha occhi grandi, pupille rotonde e circondate da un anello giallo o arancione. Inoltre presenta una macchia a forma di V sul dorso.

È diffusa in un ampio areale eurasiatico che comprende quasi tutta l'Europa continentale, l'Africa Nord occidentale e parte dell'Asia centrale e occidentale. In Italia è presente in tutte le regioni, ma è molto rara in Sardegna, dove secondo la IUCN, è presente la sottospecie N. n. cetti.

Generalmente predilige habitat umidi come paludi, stagni, laghi o fiumi con il corso d'acqua che si muove lentamente, ma può adattarsi anche a zone più secche, come prati e boschi. È un'ottima nuotatrice e trascorre parte del tempo in acqua.

Come è fatta la biscia dal collare

Si tratta di un serpente di taglia medio/grande e può raggiungere fino a 120 centimetri, sebbene il dimorfismo sessuale sia evidente e i maschi, quindi, generalmente non superino i 90 centimetri. Le femmine oltre ad essere più lunghe, hanno anche il corpo più tozzo e robusto.

Secondo alcune osservazioni, le femmine più anziane possono avvicinarsi anche ai due metri di lunghezza, ma si tratta di casi sporadici che, secondo il sito delle aree protette della Provincia Autonoma di Trento, non riguardano l'Italia.

La testa è chiaramente distinta dal corpo e ha una forma ovale nei soggetti giovani, mentre negli adulti diventa più grande e triangolare. Gli occhi sono grandi e hanno una pupilla rotonda con l'iride gialla/arancio oppure rossa. Proprio questo aspetto permette di distinguere le bisce dal collare dalle specie appartenenti alla famiglia Viperidae, ovvero i serpenti noti come vipere. Questi rettili, infatti, hanno la pupilla verticale, simile a quella dei gatti.

Secondo il Reptile Database, la biscia dal collare può avere colorazioni piuttosto variabili tra le sfumature ardesia, grigio e marrone, ma talvolta più essere anche verde o tendere al rosso mattone. Normalmente presenta un collare più chiaro (bianco o giallo) e una macchia triangolare sulla nuca, due aspetti che rendono il suo aspetto più minaccioso e la proteggono dai potenziali predatori. Il ventre è più chiaro, ha un colore grigio/biancastro o giallo con macchie nere verso la coda (normalmente a forma di scacchiera).

Habitat e distribuzione

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Secondo uno studio condotto dai ricercatori del Centre for Ecology and Hydrology di Wallingford, nel Regno Unito, le dimensioni dell'home range di questa specie variano da 1,29 a 3,56 ettari. Ciò che accomuna gli habitat preferiti dalle bisce osservate nell'ambito dello studio è la presenza di siti soleggiati e la vicinanza a una vegetazione relativamente densa, capace di offrire una potenziale protezione dai predatori.

Frequenta prevalentemente i territori marginali delle coltivazioni che si trovano sul limitare delle foreste. Queste zone offrono infatti un adeguato riparo e permettono la termoregolazione.

La specie è distribuita in Europa continentale, ma anche in parte dell'Asia centrale e occidentale. Secondo uno studio condotto dall'Istituto nazionale polacco di ricerca veterinaria e pubblicato nel 2022, è diffusa anche in Africa Nord occidentale e, in particolare, nella zona del Maghreb.

In Italia, è presente in tutte le regioni, ma è molto rara in Sardegna.

Abitudini e comportamento

La biscia dal collare conduce una vita prevalentemente diurna e, durante i mesi più freddi (in base alle latitudini possono variare da novembre a marzo/aprile), trascorre il periodo di ibernazione lungo le sponde dei fiumi, all'interno di buche nella terra che favoriscano il mantenimento di una temperatura stabile. Per sopravvivere, l'attività corporea viene ridotta nettamente, l'aria viene pompata nei polmoni ogni quarto d'ora e il battito del cuore rallenta notevolmente. Così facendo il fabbisogno energetico viene soddisfatto semplicemente grazie alle riserve di grasso immagazzinate nella coda e in altre parti del corpo.

Secondo quanto riportato sul sito delle Aree Protette delle Alpi Marittime, la biscia dal collare, essendo sprovvista di veleno, quando non ha la possibilità di fuggire, mette in atto altri comportamenti tesi a proteggersi dai predatori. Prima di tutto prova a rimanere completamente immobile fingendosi morta (tanatosi). Inoltre, può emanare sostanze maleodoranti dalla bocca, oppure scegliere di soffiare verso l'avversario, assumendo le caratteristiche posture delle vipere e colpendo con la bocca chiusa.

Pur avendo ottime abilità come nuotatrice, talvolta si incontrano individui anziani che vivono distanti dall'acqua, in boschi o in radure soleggiate.

Alimentazione

La biscia dal collare ha una dieta principalmente carnivora. Si nutre prevalentemente di piccoli vertebrati, come pesci, rane, girini, piccoli mammiferi, uccelli e loro uova, nonché di altri rettili, come lucertole e giovani serpenti.

Cattura le sue prede, le strangola e poi le ingoia intere. Essendo un serpente acquatico, è molto abile nel nuoto e può quindi cacciare sia in acqua che sulla terraferma. La sua dieta varia in base alla disponibilità delle prede nell'habitat in cui vive, adattandosi di conseguenza alle risorse alimentari presenti.

Riproduzione

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La biscia dal collare è una specie ovipara che si riproduce dopo il risveglio dall'ibernazione invernale, tra la primavera e l'estate, generalmente tra la fine di aprile e maggio. In seguito all'accoppiamento, la femmina depone le uova (di solito fino a un massimo di 70), in un luogo protetto e caldo, come ad esempio mucchi di vegetazione in decomposizione o tronchi abbattuti. La deposizione delle uova avviene generalmente da maggio a luglio, a seconda delle condizioni climatiche e dell'habitat.

Alla schiusa, che avviene dopo 3/8 settimane, i piccoli serpenti, lunghi circa 20-25 centimetri, emergono dai loro gusci e sono pronti per iniziare la vita indipendente. Dopo la deposizione delle uova, infatti, la biscia dal collare non presenta alcun comportamento di cure parentali.

La biscia dal collare e l'uomo

La biscia dal collare non rappresenta una minaccia significativa per l'uomo ed è generalmente considerata non pericolosa. Questi serpenti, infatti, non sono velenosi e (di solito) sono piuttosto elusivi ed evitano il contatto con gli esseri umani. Tuttavia, possono difendersi se si sentono minacciati e, in questo caso, potrebbero mordere.

Se si trova una biscia in casa o in giardino, è importante mantenere la calma e adottare alcune precauzioni per gestire la situazione. Non bisogna cercare di toccarla o afferrarla, ma semmai mantenere una distanza di sicurezza e lasciarla libera di allontanarsi da sola senza spaventarla. Se la biscia si trova all'interno della casa, si possono aprire le finestre o le porte, per creare una via di uscita che essa possa impegnare per andarsene da sola.

Se si preferisce, è possibile chiamare un esperto o il Cras più vicino, che si occuperà di spostare la biscia in modo sicuro e rilasciarla nell'habitat adeguato. In caso di un morso accidentale (e questo vale per qualsiasi serpente), è comunque sempre consigliabile rivolgersi immediatamente a un medico o a un centro antiveleni per una valutazione e un trattamento adeguati.

È importante ricordare che le bisce dal collare svolgono un ruolo ecologico benefico nel controllo delle popolazioni di roditori e insetti, quindi è bene evitare di ucciderla. Si tratta, infatti, di una specie già obbligata a convivere con la minaccia determinata dall'alterazione e dalla distruzione degli ambienti umidi, ma anche dall'inquinamento delle acque, che potrebbero costituire un pericolo a lungo termine.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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